Presentazione del libro di Luciana Castellina e Milena Agus che scrivono della storia di morte per fame, avvenuta ad Andria nel 1946.
Per la presentazione del libro “Guardati dalla mia fame” (Nottetempo) con le autrici, Luciana Castellina e Milena Agus, sono intervenuti alla libreria Laterza, di Maria Laterza, Ginevra Bompiani, scrittrice, editrice, saggista, e Vito Antonio Leuzzi, storico. “Guardati dalla mia fame” è un libro che narra una sanguinosa vicenda avvenuta ad Andria nel 6 marzo 1946: due donne della nobiltà locale vengono uccise da un gruppo di braccianti, uomini e donne, e ridotte alla fame.
È forse la prima volta che un avvenimento, in questo caso un efferato delitto, viene raccontato in uno stesso libro da due voci contrapposte che entrano nella pelle della vittima o dell’aggressore.
Nella Puglia del dopoguerra, nelle cittadine della Murgia, terra di passaggio dove si incontrano reduci, transfughi, tedeschi e alleati, quando i braccianti ridotti alla fame si ribellano verso una nobiltà oppressiva e si infiamma la lotta di classe, ma poi siedono ad uno stesso tavolo per la prima volta, per trattare nuove condizioni di vita, in occasione di un comizio di Giuseppe Di Vittorio, politico e sindacalista, a seguito di uno sparo verso la folla proveniente da una palazzina nobiliare, avviene un linciaggio, quello delle sorelle Porro, nobildonne tutta casa e chiesa, rimaste in un limbo ed ignare della rabbia che cresceva, vittime dell’essere appartenenti ad una classe sociale, ritenuta colpevole della situazione, vittime della condizione delle donne nella classe nobiliare, quindi tenute lontane da tutti i fatti esterni la famiglia, vittime di non aver saputo osare quando si poteva, chiuse nella loro realtà fuori dal tempo esterno, colpevoli di non aver osato prendere posizione quando andava presa. Vittime della fame le donne braccianti, vittime della condizione sociale le nobili donne, in un momento in cui la rabbia scoppia inarrestabile per una non più plausibile sopportazione di una condizione che porta alla morte per fame. “Conosci i tuoi diritti ! Esigili e difendili!” Milena Agus e Luciana Castellina entrano nei fatti, ciascuna con la propria passione e la propria ragione, minuziosamente documentate.
Milena Agus penetra nel palazzo delle vittime, e le ricrea con la sua smagliante e amorosa immaginazione, mentre Luciana Castellina ricostruisce la storia di quegli anni, assai poco nota, e le circostanze che fecero di una folla di poveri braccianti e delle loro donne dei feroci assassini: una all’interno, l’altra all’esterno, in due superfici che si toccano senza conoscersi, il palazzo e la piazza, e che quando vengono a contatto, esplodono.
Luciana Castellina è una donna che ha fatto palpitare molti cuori. Bellissima, seducente, colta e, naturalmente, comunista. L’ anno scorso per Nottetempo uscì La scoperta del mondo, un piccolo libro autobiografico, dove raccontava parte della sua formazione comunista. Ma tutto sul filo della memoria, dell’ ironia, di quella grazia che quando si declina al femminile, è un valore aggiunto. Luciana Castellina, maestra di vita vissuta – “meglio compagni, mariti o amanti? compagni è meglio. L’ amante può essere la storia di una sera. Compagno puoi esserlo per la vita. e comunque meglio compagno che marito. Uno dà il senso di scelta che l’ altro non offre. e poi: mentre è difficile avere molti mariti, è possibile avere molti compagni. Storicamente non è facile essere monogami”….