E’ giunto alla sua dodicesima edizione il premio promosso da L’ORÉAL ITALIA in partnership con la COMMISSIONE NAZIONALE PER L’UNESCO.
Ogni anno vengono selezionate cinque giovani ricercatrici “under 35” impegnate nei diversi ambiti scientifici. Ed ogni anno prendere parte alla cerimonia è entusiasmante. Personalmente mi emoziono sempre un po’: vedere persone motivate e appassionate che dedicano energie per realizzare un sogno, mosse da una volontà di migliorare la società e la qualità di vita mi commuove. Durante la premiazione si respira futuro, cosa non cosi comune considerando che prima di entrare in quella Sala si legge della lotta anacronistica tra tassisti e conducenti UBER, si sente confondere il concetto di innovazione con il concetto di saving…
Lunedì scorso si è tenuta la cerimonia di premiazione presso l’Università degli Studi di Milano.Hanno preso parte Giovanni Puglisi, Rettore dell’Università IULM e Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Cristina Scocchia, AD di L’Oréal Italia, Patrizia Toia, Vice Presidente Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo e Gianluca Vago, Rettore dell’Università degli Studi di Milano.
Si rinnova, contro ogni spending review che penalizza cultura e scienza, la partnership tra L’Oréal e UNESCO li vede insieme nella promozione della ricerca al femminile, prerogativa del progresso scientifico. Diventano 60 le giovani scienziate premiate dall’avvio di questo ambizioso progetto.
Questo Premio non si limita a riconoscere un merito, un impegno. Questo premio permetterà a queste giovani donne di proseguire la loro carriera scientifica e giungere a nuove scoperte. Un risultato importante dato che ogni loro nuovo passo in avanti, contribuisce al miglioramento della vita di tutti. Un risultato doppiamente importante perché permette di creare uno spazio tutto femminile nel mondo della ricerca dove i dati ancora nel 2014 rivelano un settore popolato da uomini.
Quest’anno, al bando di concorso hanno risposto oltre 300 ricercatrici da tutta Italia, confermando il successo dell’iniziativa. La giuria, presieduta dal Professor Umberto Veronesi, dopo aver esaminato tutte le candidature ha infine selezionato le cinque più meritevoli, alle quali è stata assegnata una borsa di studio del valore di 15.000 Euro ciascuna.
Ecco le cinque vincitrici che si sono distinte per i loro progetti di ricerca nel campo delle Scienze della Vita e della Materia. Accanto ai loro nomi gli istituti che ospiteranno i progetti vincitori:
Maria Loredana Marcovecchio – medicina e chirurgia (Clinica Pediatrica, Ospedale Policlinico, Università degli Studi ‘G. D’Annunzio’, Chieti), Alice Frigerio – medicina e chirurgia (Dipartimento di Fisiopatologia e dei Trapianti, Università degli Studi di Milano), Irene Paterniti – scienze biologiche (Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali, Università degli Studi di Messina), Maria Enrica Di Pietro – chimica (Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche, Università della Calabria), Sarah Caronni – scienze naturali (Laboratorio di Ricerca in Ecologia delle comunità bentoniche marine, Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Università di Pavia).
Sul palco attraverso un racconto fatto di fotogrammi sono state presentate le ricercatrici che con le loro parola hanno introdotto i presenti nella loro attività quotidiana, parlando delle persone che fanno parte, quelle che hanno agevolato e compreso la loro vocazione per la ricerca scientifica.
L’intervento di Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di L’Oréal Italia, ha sottolineato come Purtroppo le donne nella ricerca sono tutt’ora sottorappresentate. Il gap di genere esiste e si costruisce sin dall’età scolare. Secondo una
ricerca di Boston Consulting Group, una ragazza che frequenti una scuola secondaria ha tre volte meno probabilità rispetto a un compagno di scuola di ottenere in seguito un dottorato di ricerca. Nella scienza, così come in altri ambiti, siano il talento e l’impegno a fare la differenza ed è quindi inconcepibile privarci del talento di metà dell’umanità: ora più che mai la scienza ha bisogno delle donne.
Il prof. Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale per L’Unesco ha ricordato che su oltre 500 premi Nobel assegnati nelle materie scientifiche, solo 16 sono stati assegnati a donne, mentre nessuna Medaglia Fields è mai stata assegnata a una matematica. L’esistenza di un premio e di borse di studio dedicate alle eccellenze femminili nella ricerca acquista un valore aggiunto, che va ben al di là del pur fondamentale sostegno finanziario alle vincitrici: il programma L’Oréal-UNESCO per le donne nella scienza, in effetti, ha il merito di portare ogni anno alla ribalta dell’informazione le protagoniste della ricerca scientifica, proponendole come modelli positivi cui guardare, e di incoraggiare così altre giovani donne a intraprendere la stessa carriera.
Come i relatori che si sono susseguiti durante la mattinata, anche noi confidiamo sia vicino il tempo in cui ciò si tradurrà nella costruzione di una scienza differente, in grado di valorizzare le diversità e di affrontare senza timore le sfide eticamente rilevanti che il nostro mondo pone. Promuovere role model, supportare progetti di empowerment di genere significa supportare in modo diffuso il futuro e la ripresa di una società, non solo italiana, che arranca nell’interpretare il nuovo alfabeto e i nuovi paradigmi sviluppati con la crisi.
Indietro non si torna (per fortuna!). Tanto vale, anche per i meno propensi, comprendere il cambiamento e assecondarlo.
Sul sito www.loreal.it è trovare tutte le informazioni e conoscere tutti i criteri del bando per l’edizione 2014/2015. E segnatevi in agenda,se interessate, che dal 15 ottobre si riaprono le selezioni.