Follia è libertà di dire cose scomode
Quando una persona vi dice ”pazza”, significa che sta riflettendo su di voi un proprio disagio esistenziale
Vieni chiamata pazza quando fai qualcosa che pochi avranno il coraggio di fare, che pochi sapranno riconoscere come speciale e autentico, verrai chiamata pazza proprio perché capace di portare verità scomode. Il coraggio, l’estro, l’ingegno, fino a capire con consapevolezza che spesso per evolversi, per sopravvivere allo scempio dei supponenti – che si alimentano senza vergogna delle debolezze altrui – bisogna reagire.
Reagire con forza, senza esitazione alcuna.
L’ignara destinataria, che viene chiamata malata oppure essere una frana, non sapendo niente di questo processo negativo in corso, nemmeno si rende conto di essere divenuta una calamita che dà forza al proprio carnefice. L’odio, la vendetta, la cattiveria, la voglia di prevaricare, la voglia di fare del male, o di uccidere moralmente qualcuno, sono tutte emozioni che appartengono alla nostra mente inferiore/animale. Teniamone conto.
Migliorarsi non significa modificare la propria natura o mortificare le proprie inclinazioni per compiacere qualcuno, non serve un patto forzato con la sofferenza per rendere più autentico o più credibile il proprio dolore, bisogna agire sulla propria coscienza, senza dare colpe agli altri. Chi ha intelligenza emotiva, questo lo sa. Come sa che servono “idee chiare”, pulite, per condividere i sentimenti sani.
I “venditori di dolore” che vi vorrebbero “complici a tempo determinato” oppure “complici solo quando ne sentono il bisogno”, valuteranno sempre in maniera cinica e disincantata cosa siete in grado di offrire e non di cosa siete veramente. Quante sono le persone che credono di soffrire più di voi e cercano conferme togliendovi energia e positività? Ebbene paradossalmente sono proprio le persone che hanno affrontato periodi complicati che scelgono di vivere in maniera leggera la propria esistenza (leggera, non superficiale), saranno proprio le persone che più hanno sofferto nella vita a donare momenti intensi, senza chiedervi nulla in cambio. Chi vi cerca per alimentare il proprio narcisismo, per curare le proprie ferite, se vi rendete ad essi disponibili, vi succhieranno la vita senza alcun costrutto.
Ai narcisisti che fanno della propria persona il centro esclusivo del proprio interesse, coloro che ignorano e disprezzano in maniera più o meno conscia, il valore e lo spessore altrui, tendono a sfruttare il prossimo. Che ogni pazza faccia tesoro di questa riflessione perché solo chi raggiunge un proprio equilibrio riuscirà ad allontanarsi come una piuma dal proprio assassino.
Quando il “compromesso” si sostituisce alla gioia di vivere e di sorridere, serve chiudere la porta subito perché chi vi ama, o chi è semplicemente corretto, non vi “ruba”energia, la scambia.
“Follia e’ liberta’ degli affanni. Qualunque cosa dicano di me i mortali (so bene, signori miei, troppo bene, che la pazzia gode di pessima reputazione anche tra i folli piu’ folli) ebbene, sono io la sola, proprio io in carne ed ossa, grazie ai miei poteri sovrannaturali, a infondere serenita’ nel cuore degli uomini e degli dei”.
Erasmo Da Rotterdam, Elogio della Follia
2 commenti
Grazie per questa perla di verità. Una tipologia di “venditori di dolore” sono alcune madri, anche di figlie femmine. Ne vogliamo parlare?
Da ogni articolo di giornale, spot o semplice dialogo metropolitano emerge che “sei una pazza!” viene esclamato nove volte su dieci da un uomo. Possiamo negarlo? Forse quando si toccano queste corde così delicate c’è sempre una voce fuori campo che sente la necessità di spostare l’argomento su qualcosa di diametralmente opposto. A questo punto interessante sarebbe che Verdina ci portasse la sua testimonianza per capire meglio cosa intende e cosa ha vissuto in merito.