Anche Rovigo si sta muovendo nella direzione di una rivalutazione della toponomastica femminile.
di Rosanna Beccari
(docente di lettere e latino, al Liceo Scientifico Statale di Rovigo)
Anche Rovigo si sta muovendo nella direzione di una rivalutazione della toponomastica femminile. Venerdì 30 maggio, in un ridente paese della sua provincia, San Martino di Venezze, è stata inaugurata una nuova via a Ida Bardotti, illustre concittadina distintasi per la sua attività di maestra elementare e per essere stata la prima consigliera comunale del paese, anche se i suoi compaesani hanno impiegato mezzo secolo dalla scomparsa per accorgersi della sua importanza.
L’evento, festeggiato alla presenza di tutta la famiglia che la ricorda ancora con tanto affetto, è stato arricchito da un Convegno, il primo della provincia rodigina, sulla Toponomastica Femminile. Hanno partecipato, oltre a varie autorità locali, la fondatrice di Toponomastica Femminile, Maria Pia Ercolini, e la rappresentante del gruppo per la regione Veneto, Giulia Penzo, le quali hanno illustrato la situazione degli stradari italiani fortemente carenti di intitolazioni femminili con un rapporto mediamente fra il 2-7 % rispetto a circa il 45 % di uomini.
Maria Pia Ercolini ha inoltre sollevato l’ulteriore problematica della segnaletica stradale, che in Italia è ancora nettamente sessista continuando a suggerire ruoli e modelli di subordinazione della donna all’uomo.
Io, come insegnante di storia e geografia, sono stata invitata al convegno, insieme ai miei e alle mie studenti della classe 2 B scienze applicate del Liceo Scientifico “Paleocapa” di Rovigo, per presentare un progetto di intitolazione a sette illustri donne polesane, purtroppo finora misconosciute, che è stato recentemente premiato al concorso nazionale “Sulle vie della parità”; con noi un’altra classe dello stesso istituto, la 3 B liceo scientifico coordinata dalla professoressa Rosalba Milan e dal professore Mauro Sturaro, anch’essa vincitrice con un’altra proposta che ha segnalato la celebre nobildonna rinascimentale Lucrezia Borgia, figura significativa per la storia culturale nell’ambito rodigino.
Il lavoro della 2 B ha voluto selezionare sette figure femminili, tutte nate nella nostra terra, che in vari campi e per un arco temporale dal 1700 ai nostri giorni hanno avuto ruoli significativi. A loro abbiamo scelto di dedicare strade nuove, circonvallazioni o rotatorie, giardini ed una pista ciclabile della nostra città. Chi sono queste donne dimenticate e quali le loro storie?
Cecila Monti è un’eroina romantica che ha avuto un ruolo cardine nella Carboneria polesana tra l’età napoleonica e il primo Risorgimento, per questo arrestata e imprigionata dagli austriaci e successivamente morta in circostanze misteriose; un’educatrice, Jole Petrowna Bellonzi, con intuizioni didattiche moderne, femminista ante litteram ai primi del ‘900, ha preconizzato il moderno sistema previdenziale; la prima pilota italiana, Maria Antonietta Avanzo, pioniera dello sport automobilistico competitivo, seppe farsi strada indomita in un mondo pregiudizialmente maschile come quello dei motori. Accanto a loro un’eclettica e prolifica penna, quella di Adalgisa Calzavarini, detta ”Gisa”, capace di passare dalla narrazione sensibile e delicata della sua amata terra al reportage indagatore, e per questo fatta segno di numerosi riconoscimenti troppo presto dimenticati. Non mancano due coraggiose partigiane dall’esempio edificante: una, Elisa Perini, con la vocazione assistenziale e di crocerossina, dedita successivamente alla politica e all’insegnamento; l’altra, Livia Bianchi, Medaglia d’oro al valore militare, scelse di morire insieme ai suoi compagni vittima del fuoco nazista, nonostante le fosse stata offerta la salvezza proprio perchè donna. Infine una laica mistica di umili origini, da un anno beatificata, la quale da un destino di umiliazioni e sofferenze seppe coltivare un appassionato amore al servizio dei più deboli e bisognosi: è la beata Maria Bolognesi.
Ma non è tutto. Il lavoro di ricerca ha talmente appassionato le/gli studenti che sta proseguendo e siamo giunti finora a individuare 14 figure femminili degne di memorabilità; i nomi individuati nella prima trance del progetto, che sta riscuotendo diverse dimostrazioni di stima e consenso, sarà presentata alla Commissione comunale apposita affinché la proposta non resti solo sulla carta.
Intanto come scuola stiamo per conseguire un altro importante risultato: infatti è stata recentemente presentata domanda di intitolazione del nostro Auditorium a Margherita Hack.
Fin qui il recente passato ed il presente, ma stiamo già ideando altri progetti sul tema per il prossimo anno; del resto, c’è molto da fare visto che anche la nostra città non si sottrae alla media nazionale con solo 27 luoghi intitolati a donne a fronte di ben 342 dedicati a uomini.