La vicenda di Motta Visconti.Una brutta storia che continua
Come non essere d’accordo con Mercedes Lanzilotta?
La villetta di Motta Visconti in via Ungaretti…così normalmente vita.
Quanti amici abbiamo, a quante grigliate siamo stati invitati, in queste villette così anonime e così uguali? Villette a schiera o bifamigliari, ma anche singole, tutte assolutamente uguali.
Costruite con un capitolato medio basso, qualche piccola eccezione come uno dei 2 bagni con la vasca idromassaggio e ,se i soldi bastano, i sanitari della Villeroy and Boch.
Il parquet d’obbligo in sala e nelle camere da letto, qualità medioscarsa, di qualche legno brasiliano che costa poco. Non è ecologico e stanno distruggendo la foresta amazzonica? Non sta scritto nei contratti di vendita e poi chi se ne frega! Non sarà la mia villetta quella che inciderà sul disastro ambientale.
Villette comperate perchè “ideali “, vicine a Milano, al posto di lavoro, in un piccolo contesto che è il paese, con la farmacia a portata di mano, il pediatra, l’asilo nido e l’Esselunga o il Carrefour a 5min di macchina.
Tutto bello sulla carta, così normale, così sognato. La vita reale purtroppo non sta scritta in quel progetto urbanistico che rende così allettante la vendita.
Sono paesi in cui il nucleo autoctono mantiene una rete di relazioni famigliari antiche del luogo, di quando era un borgo, i nuovi arrivati quasi mai si conoscono,si integrano, ognuno fa la vita sua e le interrelazioni di paese sono praticamente nulle.
I nuovi sono tutte coppie giovani con figli, a Motta il costo del metroquadro è bassissimo e siamo a pochi km da Milano.
Ci sono certo anche gli extracomunitari che vivono in case di corte fatiscenti, quelli si ignorano completamente.
Con le giovani coppie al contrario ci si incontra, ci si saluta, si scambiano brevi opinioni sul tempo, quasi sempre si litiga per l’edera rampicante che cresce a disimisura sulla parete della casa accanto oppure alle riunioni di condominio perchè c’è sempre chi si rifiuta di pagare i costi comuni o non vede perchè, la sera d’estate, debba rispettare il limite delle 23 e smettere di bere in giardino con gli amici.
Ci si incontra alla festa del rione, la parrocchia è presentissima. Tra una casa e l’altra si tendono bandierine argentate orribili, l’evento clou è quando passa la processione con un quadro e 10 fedeli, ma a mezzogiorno e sera una grande tenda accoglie tutti, la sagra del pesce (variante.. della birra) accompagna la festa.
Ci si conosce tutti e non si conosce nessuno.
Tutti a casa propria a farsi i fatti propri.
A tutto questo pensavo, mentre scorrevano in TV le banali interviste ai vicini dei vari telegiornali.
Nessuno conosceva con qualche vicinanza vera questa famiglia.
Tutti a parlare di quanto erano belli, della mamma in bicicletta con entrambi i bambini a passeggio.
Inviavano lacrime e baci agli angioletti, raccomandavano la madre perchè vigilasse anche “lassù”. Null’altro.
Questa donna era sola a Motta Visconti, prigioniera di un uomo uscito di senno da parecchio, a nessuno le loro litigate erano interessate mai.
Non sono interessate nemmeno la sera di Italia Inghilterra, tutti occupati a organizzare la condivisione del nulla mentre una madre e due bambini venivano tra le urla accoltellati e sgozzati.
Ognuno a Motta Visconti si è sempre fatto i fatti suoi.