Non mi è sembrato mai così facile come oggi al Convegno finale di ‘’Per un’EXPO 2015 Aperta, Inclusiva e Accessibile’’
Si teneva alla ‘’Fabbrica del Vapore’’ in via Procaccini 4 a Milano. Ci arrivo con la macchina, mi fermo alle sbarre, mi fanno un po’di storie per alzarle (non abbiamo il suo numero di targa segnalato) ma mi fanno entrare lo stesso dopo aver visto il Pass.
Entro e vado a parcheggiare la macchina vicino all’entrata della sala dove si sarebbe tenuto il convegno.
Nessun gradino, nessuno scivolo, nessuna distanza insormontabile.
Non riesco nemmeno ad arrivare in ritardo perchè il convegno organizzato da LIGTHT e Cascina Triulzia comincia mezz’ora più tardi del previsto. Così posso anche sentire dalla bocca stessa dell’assessore al sociale e al benessere di Milano Pierfrancesco Majorino che Milano se non è una città del tutto accessibile, si sta muovendo per diventarlo al più presto soprattutto in previsione dell’EXPO 2015 quando arriveranno centinaia di migliaia di invalidi ed i cittadini lombardi ed italiani con difficoltà fisiche che vorranno partecipare devono poterlo fare.
Del resto da una città ‘’antica’’ di origine romane ed il cui centro è stato edificato principalmente nell’800, cosa ci si poteva attendere? Le nuove strutture nate a P.Ta Garibaldi/C.so Como/ p.za 25 Aprile invece sono accessibili.
In realtà non è del tutto vero. Come spiega Majorino stesso e poi come espresso dagli altri relatori, ogni disabilità ha le sue necessità e non tutti i disabili sono deficitari nella deambulazione. Ed anche in quella, come poi sottolineato dal Franco Bomprezzi, giornalista ed editorialista, non ci sono solo persone che vanno in ‘’sedia a rotelle’’.
Quest’ultimo ha fatto un intervento applauditissimo. Franco, in sedia a rotelle è un pregiatissimo giornalista, ma anche il presidente di Ledha, Lega per i diritti degli invalidi.
Proprio in quanto le invalidità sono non solo motorie, ma anche sensoriali (udito, vita e psicologiche) è necessario’’ aiutarsi da soli’’ facendo presente alla comunità ( la società intera e non solo i diversamente abili), che spesso per venire incontro ai loro deficit, si aiuta anche la vita di tutti, anche dei ‘’normali’’, donne e bambini e anziani.
Quindi, continua, impariamo a comunicare veramente, cioè non solo ‘’parlare, dire, ma anche ad ascoltare i bisogni molteplici dei diversi. Non solo abbattere le barriere architettoniche (che già sarebbe molto) ma aiutare anche i non vedenti ed ipovedenti, i non udenti, coloro con psiche indebolita (per esempio i depressi) etc..
Perché la città non sia fatta per pochi ma anche per tutti.
Il giornalista aggiunge anche che da parte dei diversamente abili è necessario anche fare uno sforzo: uscire dal loro guscio, alle loro case, dai loro pc. Anche se costa fatica, ma gli invalidi sanno che ogni giorno per loro sarà più faticoso che per gli altri, ma questo vuol dire VIVERE.
Sono uscita dal convegno dopo aver visionato il taxi per disabili in carrozzella del Comune di Milano, inaugurato quest’oggi. Ancora un tassello verso la ‘’normalità” di tutti.