Donatella Caione, figura storica dell’internet femminile in Italia, ora editora di mamamonline. Ha lanciato in manifesto per difendere la piccola imprenditoria
Donatella Caione, da Foggia, editora di libri per bambini/e, ragazzi/e e per la famiglia ovvero responsabile della Casa Editrice Mammeonline. Una protesta vibrante mossa da alcuni piccoli editori schiacciati dal mercato e dall’indifferenza dei lettori e di chi li usa e consiglia.
Come sei arrivata a Internet? Brevemente….
Beh… parliamo di eventi dell’altro millennio… era il 97 e cercavo siti in cui trovare informazioni sul “mestiere di mamma”. Non ne trovai, ma incontrai Debora Cingano e decidemmo di farne noi uno, e nacque Mammeonline.
Perchè hai scelto di staccarti da mammeonline sito/community?
La comunità era cresciuta tanto, era nata la casa editrice già da alcuni anni, soprattutto sulla spinta della battaglia contro la legge sulla procreazione assistita e a un certo punto comunità e casa editrice erano diventate due attività entrambe importanti e di peso e decidemmo che ognuna delle due meritava un impegno totale.
Ci parli della tua attività da editrice di libri?
E’ una attività bellissima ma tanto difficile. Col tempo mi sono dedicata sempre più ai libri per l’infanzia perchè mi ha appassionato l’idea di contribuire a creare i nuovi lettori, ma anche di realizzare dei libri che accompagnino bambini e bambine alla scoperta delle emozioni, degli altri diversi da noi, dell’amicizia, delle cose belle ma anche quelle difficili da comprendere. In questo periodo sono molto orgogliosa di dire che da sempre ci è caro il tema, oggi di moda, dell’identità di genere. Per noi non è mai stato una moda ma una necessità, soprattutto col pubblicare libri che hanno per protagoniste bambine, non inquadrate nei soli ruoli. Oltretutto le bambine sono le lettrici più forti e meritano che si pensi a loro, e quindi poco ci importa se un libro che ha nel titolo e nella copertina una bambina ci precluda purtroppo i lettori maschi.
Perchè è nato il manifesto ed a chi è rivolto?
Il manifesto è nato dal condividere le comuni difficoltà di noi piccoli editori. In particolare è successo che alcuni di noi in queste ultime settimane siano stati vittima di una truffa; noi invece di un plagio, da quale è emersa una cosa molto significativa: se un contenuto lo pubblico come editore verrà letto da un tot di persone, se un’insegnante lo spaccia per suo diventa virale. Perchè? Perchè il volontariato fa simpatia! Il problema è che noi veniamo percepiti come volontari quando ci chiedono libri gratis ma imprenditori solo quando vogliamo far conoscere le cose belle che facciamo e quindi in quando imprenditori nasce la “paura di farci pubblicità“. E’ un meccanismo che ci stritola.
Quali sono gli scopi e gli obiettivi che volete raggiungere?
Sensibilizzare sulle difficoltà che incontriamo. Non si tratta solo che si acquistano pochi libri e ci sono pochi lettori. Il vero problema è che non c’è conoscenza del nostro lavoro, dell’impegno che richiede, degli investimenti… vorremmo che tutti capissero che non è giusto chiederci libri gratis solo perchè amiamo fare libri e amiamo che vengano letti, vogliamo che si capisca che aiutarci a farli conoscere non è solo “farci pubblicità” ma sostenere degli “artigiani” dell’editoria, oltre che sostenere la lettura.
In Italia essere editori è molto difficile oggi?
Sì, è molto difficile. Non ci sono fondi pubblici a disposizione di scuole e biblioteche per acquistare libri, non c’è cultura del libro. Non chiediamo sostegni economici, che pure tanti altri settori dell’economia ricevono, ma chiediamo almeno che ci siano fondi per acquistare i libri belli. Chiediamo che si capisca che quando andiamo gratis nelle scuole a fare laboratori svolgiamo un servizio pubblico, assolutamente volontario.
Troppi libri e pochi che leggono?
No, non sono troppi i libri… caso mai sono troppi i brutti libri, che però sono quelli che sfondano, quelli che fanno fatturato. In tanti dicono che l’editoria per ragazzi è il settore più forte dell’editoria. Ma se andiamo a guardare le famigerate classifiche vedremo che, se questo è vero, lo è perchè ci sono 3-4 titoli e/o collane di libri/gadget replicati in cloni. Difficile vedere in classifica dei bei libri, a parte poche eccezioni. Dunque se i bambini e le bambine conoscono i libri tramite dei libri brutti come si può pensare che diventino dei lettori? E pensiamo anche al fatto che a scuola si propinano ancora libri “antichi” o molto spesso inadatti all’età, al vissuto dei nostri ragazzi/e.
Ed i ragazzi? Come invogliarli alla lettura?
Proponendo loro bei libri, non obbligandoli a leggere, ma cominciando a leggere per loro: a casa, a scuola... Non chiedendo riassunti e relazioni, non obbligandoli a finire un libro che non li coinvolge, creando gruppi di lettura, proponendo laboratori, incontri con gli autori. Fare un riassunto è una noia mortale ma discuterne insieme è divertente, o magari lo è ancora di più realizzare un cartellone o un booktrailer dopo aver letto un libro.
1 commento
Interessante. DONATELLA, AVETE MAI PENSATO DI FARE UN QUOTIDIANO PRR I RAGAZZI? I quotidiani hanno una sovvenzione da parte dello stato, per ogni copia distribuita. QUESTO è il motivo per cui nelle grandi città esistono quotidiani gratis (solo a Milano: leggo, metro, e altri tre,…) o te li regalano per zone (lo sta facendo persino IL SOLE 24 ORE a Milano. E nelle Marche, col Corriere Adriatico ti danno gratis IL MESSAGGERO di Roma. )
Quindi, perché non usare questa opportunità x i ragazzi delle scuole? Con articoli che li interessano, argomenti trattati nei libri, etc…. e vefi come arriva anche la pubblicità. Sono un target appetibile bambini e ragazzi. Organizzi in ogni città, le mammeonline potrebbero essere le ovvie distributrici nelle dvuole dei figli…, pensaci, potrebbe essere la soluzione sia a livello economico che per ovviare alle regalie dei libri alle scuole. Gisella Pesce