Nadine Gordimer ha avuto il coraggio della denuncia, la forza di avere fame di verità e di giustizia. E come affermava lei stessa “Se sei un lettore, sai che ciò che hai letto ti ha influenzato la vita”.
da Wisteria
Questa settimana WISTERIA avrebbe dovuto parlare d’altro. Il titolo che avrei voluto condividere con voi voleva essere un consiglio per le letture estive. Volevo raccontarvi l’ultimo romanzo di Banana Yoshimoto, autrice che riesco a leggere solo d’estate. Poi è arrivata la notizia della morte di Nadine Gordimer e uno sguardo al calendario mi ha suggerito che oggi avremmo celebrato il Nelson Mandela Day. Insomma il caso voleva che oggi si parlasse dell’Africana Bianca: attivista per i diritti umani, impegnata contro l’apartheid, Premio Nobel per la Letteratura nel 1991.
Ho quindi deciso di condividere con voi l’ultimo romanzo di Nadine Gordimer dal titolo “Racconti di una vita” edito da Feltrinelli. Sono stata spinta ad acquistare questa raccolta dopo aver letto una sua intervista in primavera dove rendeva pubblico il suo cancro “mangia energia”. Si descriveva provata. Nonostante tutto le sue risposte trasferivano una carica di forza, quella propria delle guerriere che non si sono mai risparmiate ma che con lucidità preavvertono l’arrivo della fine.
I racconti sono diciassette, inediti in Italia e scritti tra il 1952 ed il 2007 (la sua prima “short story”l’aveva scritta all’età di 14 anni!). L’Autrice raccoglie così storie di politica, di sessualità, di razza e religione con spirito artistico e con il suo consueto stile, molto ricco senza essere barocco. Descrive luoghi e persone, ripercorre le dinamiche dell’umanità varia sempre con compassione, ne celebra i momenti eroici tanto quanto quelli di agonia. Nadine Gordimer racconta ciò che ha toccato con mano, una società divisa in fazioni avverse in modo violento ed estremo. Nei suoi romanzi ritroviamo tanto Sudafrica ai tempi dell’Apartheid. Ne rappresenta una voce sobria e appassionata, una voce obiettiva e anche artistica.
Leggendo queste storie appare molto chiaro il perché appena liberato Nelson Mandela volle incontrarla. Con la sua arte ed il suo impegno ha contribuito a generare un cambiamento epocale in Sud Africa. Nadine Gordimer non ha mai perso il senso dell’obiettività ed ha più volte dichiarato il suo dissenso rispetto alla politica attuale di Zuma. Ha denunciato i pericoli e le insidie di un certo approccio post apartheid. Una grande donna che ha saputo interpretare l’esprit du temps.Una grande donna sempre molto presente a se stessa, vera che mai è caduta nella sua glorificazione.
In un intervista aveva affermato qualcosa di estremamente interessante riferendosi ad uno dei suoi tanti personaggi (forse interessante per una non credente e anticlericale) che può essere cibo per la mente, anche per affrontare i titoli di cronaca internazionale di questi giorni: “In uno dei miei primi romanzi uno dei personaggi diceva di essere nato in un paese in cui c’erano ancora eroi. Credo che ciò fosse molto insolito nel mondo, non sono più molti i paesi con eroi. Ci sono forse persone che sembrano vivere una vita da santi, ma non da eroi, i santi sono in qualche modo passivi, gli eroi affrontano rischi, sono attivi.”
Il 15 ottobre uscirà per Feltrinelli ‘Tempi da raccontare’, una raccolta di saggi, articoli e conferenze, scritti nell’arco di mezzo secolo, in cui sono al centro le sue passioni, convinzioni, letture, l’impegno e la lunga lotta di contro l’apartheid. Una raccolta per interpretare anche il futuro post apartheid, una raccolta che promette di fornire tante chiavi di lettura contro le ingiustizie economiche, di genere, religiosi, di razza a cui Nadine Gordimer era molto sensibile.
#buonalettura
2 commenti
ho letto molto della gordimer e mi piace molto
ho letto e riletto. ne sono stata subito affascinata e ho sentito molto vicina la sua necessità di giustizia e di uguaglianza. lascia un vuoto ma anche tante pagine amiche… 🙂