Daniela de Rosa, giornalista online già dal 200o con Permesola.com, sito diretto alle donne vaggiatrici, passa alla cross-culture sia cartacea che online. In Inghilterra.
Sei da molto tempo sul web con la tua Permesola.com. dedicato alle donne in viaggio. Cosa è cambiato nel modo di viaggiare delle donne sole o con bambini?
Permesola e’ stata fondata nel 2000, quando di donne che viaggiano da sole o con le amiche si parlava pochissimo o niente. E’ cambiata la consapevolezza delle donne (posso viaggiare da sola, non devo aspettare che sia un fidanzato/marito a portarmi in giro) ma e’ cambiato ancora poco nel modo in cui le donne vengono accolte. Il supplemento singola e’ ancora una realtà’ dura a morire e i servizi specifici alle donne da parte delle strutture ancora pochi, soprattutto in Italia.
D’altra parte siamo il paese delle “mamme italiane’ e del buon cibo ma se vai in un ristorante quante volte trovi un seggiolone o un baby-menu?
Cosa suggerisci con la tua permesola?
Suggerisco idee, itinerari, luoghi suggestioni. Ma soprattutto cerco di infondere l’idea che se si ha voglia di partire bisogna farlo, anche se manca un compagno di viaggio.
E la tua tua nuova creatura cartacea? Vuoi parlarcene?
Da quando vivo a Londra mi sono interessata al concetto di cross-culture, vivere in bilico tra due culture. Con il nostro magazine, The IT Factor, cartaceo ma sfogliabile online (www.issuu.com/theitfactor) cerco di scandagliare proprio questo, cosa fa degli Italiani un popolo così’ “cool”, almeno in alcune cose, agli occhi della comunità’ internazionale e quali sono le similitudini/differenze tra gli (ormai) miei due Paesi, Italia e UK.
Ti vivi da molto tempo in Inghilterra. Come percepiscono gli inglesi il nostro paese?
Ci sono ancora tanti stereotipi, che noi cerchiamo di combattere con il magazine. Siamo eleganti e mangiamo bene, ma per il resto siamo poco affidabili, simpatici ma poco seri nel lavoro, e un po’ pigri. Gli italiani che arrivano a Londra ormai non sono i penny-ice che vendevano gelati a un penny ma sono laureati, capaci, coraggiosi e determinati. E spesso finiscono a lavorare alla City, o fanno gli imprenditori, i medici, i professori universitari.
Ora ti trovi a Venezia per la mostra del cinema. Quanto è cambiato il cinema italiano negli ultimi anni?
Riesco a seguirlo poco, perche’ in UK arriva ancora poco cinema italiano. Vedo ottimi giovani registi e attori anche se noto che sia nel cinema che in letteratura, per esempio, si cade sempre un po’ nel difetto di guardare il proprio ombelico e ritenerlo il centro del mondo.
Meno soldi e più idee? E le donne?
Meno soldi di sicuro. Quanto alle donne c’e’ ancora il velinismo ma, per fortuna, ci sono anche le Alba Rohrwacher…
Ci sono molte registe straniere che si fanno avanti? E la regia in Italia premia le donne?
Tra le straniere mi piacciono molto Sofia Coppola, Katryn Bigelow, Mira Nair. Pensa che domani vado a vedere un film di una regista iraniana, un paese dove le donne devono ancora portare il velo ma una regista come Rakhshan Banietemad arriva a un festival come quello di Venezia. Mi pare che di film diretti da registe italiane qui ci sia solo quello di Sabina Guzzanti, che nasce come comica.
Qual’è la regista che ami maggiormente? Italiana o straniera?
Devo dire che i film della Bigelow mi hanno sempre colpito moltissimo. Zero Dark Thirty ha un ritmo incredibile, Strange Days mi aveva incantato. Se mi passi il termine li trovo tutti film particolarmente “maschili” e questo dimostra che donna o