Le saline di Trapani – uno scampolo di natura profondamente contaminata dall’uomo che oltre ad un paesaggio rilassante, con forte richiamo estetico è tuttora luogo di produzione.
Di una vacanza al mare ognuno può farne uno strumento di riposo o di apprendimento culturale. O entrambe le cose se giacere lungamente sulla sabbia e sulla roccia può parere noioso.
Non vi parlerò infatti delle e vacanze a San vito lo Capo dal punto di vista ludico ma conoscitivo: sono infatti stata attratta dalle vicine ( 30 min di strada da San Vito lo Capo) bellezze della Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco istituita dalla Regione Sicilia nel 1995, che si estende per quasi 1000 ettari. Fu fondata dai Fenici, che con il commercio del sale, l’oro bianco, fecero di Trapani il centro del mediterraneo.
All’interno della riserva si esercita l’antica attività di estrazione del sale. E’ un’ importante zona umida gestita dal WWF Italia che ospita numerose specie di uccelli migratori, tra i quali il fenicottero rosa.
Si estende da capo Lylibeo a San Teodoro con la sua laguna e le sue isole, alcune raggiungibili anche a piedi.
Lo specchio di mare accanto alle saline è navigabile ed è molto godibile: i mulini eretti servono a pulire il sale lì accumulato e prodotto.
Quello di Trapani è il più antico mulino a sei pale meglio conservato o restaurato d’Italia ed è ancora utilizzato nelle saline per la macinazione del sale o per il pompaggio dell’acqua marina da una vasca all’altra della salina.
E’ presente anche il Museo del sale in contrada Nubia, comune di Paceco (TP), nato per volontà del suo proprietario, Alberto Culcasi, Inserito nella guida ufficiale dell’Unione europea dedicata ai musei del Mediterraneo, è posto lungo l’itinerario denominato la Via del Sale, un progetto turistico-culturale nato con l’intento di valorizzare quel particolare ambiente umido che caratterizza con le saline e i mulini la zona costiera della Sicilia occidentale.
Collocato all’interno di un baglio, un’antica fattoria-fortezza del Seicento adibita alla molitura del sale, con il grande mulino a vento annesso, il museo raccoglie e conserva gli antichi strumenti di lavoro dei salinari e tante vecchie foto in bianco e nero, testimonianza di un lavoro che con i tempi si è anch’esso adeguato alle nuove tecnologie
http://www.museodelsale.it/storia.php
Alla fine della visita non poteva mancare un bagno nelle acque del canale di Sicila su cui si affaccio Trapani. Siamo andati a Marausa, semplice e popolare spaggia dal mare cristallino e con temperatura più fresca rispetto agli altri litorali dell’isola.
La visita vale il bagno:)