Erica Vagliengo web giornalista amante di Internet e caffè ha dato alla luce Emmatravet, sua alterego sempre a spasso sul web, un romanzo ”Voglio scrivere per Vanity Fair” e negozi online.
Erica è nata nel ’77 a Pinerolo (quella che lei stessa chiama ridente cittadina nel suo romanzo), mentre Emma è nata il 7 settembre 1982. Sposata con due figli piccoli. Emma, è sposata, e – per il momento- non ha figli (ma la situazione cambierà nel seguito, che sta scrivendo).
Di cosa ti sei occupata finora? Giornalismo cartaceo o web?
Dal 2002 al 2012 ho collaborato con un mensile locale, diventando direttore responsabile e scrivendo anche per Oggi7 (settimanale cartaceo di Americaoggi). Due anni fa ho deciso di cambiare. Così ho lasciato la carta e sono ripartita da zero sul web, tenendo una rubrica sul sito di Marie Claire, pubblicando pezzi spot anche su PUNKT, Scenario magazine e la Rivista Intelligente, web magazine che mi danno la possibilità ancora oggi di sperimentare nuove strade e nuovi approcci con i lettori.
Com’ è nata l’idea di Emma Travet e di ‘’Voglio scrivere per Vanity Fair’’?
Ce ne parli?
L’idea è nata nel 2007. Avevo deciso di scrivere un romanzo, sul genere chick lit, ma all’italiana, un libro di intrattenimento lieve, non stupido, condito da tanta ironia. Sapevo, sin da subito, che non sarebbe stata una “faccenda normale”: prima ancora di scriverlo, infatti, ho creato il mio alter ego, la mia eroina facendola vivere prima su Internet, per avere un riscontro immediato. Così è nata Emma Travet su Myspace, a giugno 2007, corredata da gadget come: adesivi, spillette, specchietti per borsetta, portachiavi/apribottiglie che ho venduto bene in America. Poi è arrivato “Voglio scrivere per Vanity Fair”, pubblicato in cartaceo dalla Memori nel 2009. Sono trascorsi ben sette anni, densi di incontri, eventi, viaggi (ho presentato il libro anche a New York), esperienze arricchenti che hanno superato ogni mia aspettativa iniziale, e, grazie alla mia agente, Maria Cristina Guerra della Thesis, ho trovato anche la casa editrice giusta (la goWare di Firenze), per rilanciare la storia di emmat, in ebook, lo scorso aprile, con tanto di hyperlink che permettono al lettore di entrare nel mondo della protagonista, guardando le sue foto su Instagram, facendo shopping nei suoi negozietti, interagendo con me su Fb e Twitter, leggendo i post sul blog etc…
Non solo la storia è stata rilanciata: anche il progetto emmat si è arricchito di molti spunti, catturati sul web. Adesso, non manca che il seguito: nella versione cartacea e digitale.
E il tuo negozio online di abiti e accessori vintage?
Sono da poco diventati due: il primo l’ho aperto su blomming (http://www.blomming.com/mm/emmatravet/items ): si posso acquistare i capi e i bijoux che Emma Travet indossa nel romanzo, oltre alla collezione di collane, anelli e orecchini, ideati da Mariella Serra, “Matelier per emmat”. Su depop (dove mi diverto molto a scrivere le descrizioni dei pezzi in vendita) www.depop.com/ericavagl ci sono abiti e accessori vintage e non, scovati spesso nei mercatini delle pulci, in giro per la mia zona. A dirla tutta, dovrei avere una terza vita, o un’assistente che mi segua l’e commerce per promuovere al meglio questi due nuovi tasselli del progetto emmat.
Molti abbandonano il web perché non rende, ma tu vivi nel web, una vera geekgirl.
Come sopravviverà il giornalismo all’ondata web?
Io sono drogata di internet (dolci e caffè). Prima di essere fulminata sulla via di Miami, nel 1998, quando ho scoperto le potenzialità di internet ed ho creato la prima e mail su hotmail, mi sono annoiata moltissimo. Grazie al web ho potuto realizzare tutte le idee che avevo in mente, cosa che accade ancora oggi. Ho scritto un pezzo sul mio blog, dove parlo anche di questo.
Ritornando alla domanda: posso dedicarmi al giornalismo e alla scrittura sul web (una passione che porto avanti ogni giorno, nonostante le incombenze famigliari e gli impegni quotidiani ai quali non ci si può sottrarre), perché ho sempre avuto un altro lavoro (nel campo della progettazione europea), che mi ha permesso di avere uno stipendio mensile fisso e il tempo libero per riuscire a dedicarmi al giornalismo. Quando collaboravo con il cartaceo, la mia era una passione retribuita, ora, ammetto di avere acquistato molta più visibilità, grazie al web, ma le entrate sono irrisorie. Immagino sia chiaro che, se lo facessi per soldi, sarei una pazza perché, nella maggior parte dei casi, è vero, il web non rende. MA permette di sperimentare e di metterti in gioco come mai era accaduto prima. Quindi, a conti fatti, io sono soddisfatta e non rimpiango di aver lasciato il giornale di carta.
Certo, sopravvivrà quel giornalismo e quei giornalisti che si adatteranno ai grandi cambiamenti in atto.
Cosa ne dici di Matera? Così lontana dalle rotte turistiche e di traffico aereo?
Matera vale un viaggio apposito?
Matera è stata una vera sorpresa: è un posto suggestivo quanto surreale. Camminando tra i sassi, in certi momenti, la luce sembrava quella di The Passion di Mel Gibson, e in alcuni scorci potevi trovare le scene girate da Pasolini ne “Il Vangelo secondo Matteo”. Ho avuto la fortuna di poter trascorrere tre giorni, per un’occasione speciale. Il fatto che sia lontana dalle rotte turistiche classiche e dal traffico aereo, la rende ancora più sospesa e affascinante. Sì, vale un viaggio apposito. Consiglio di vivere l’esperienza di due notti presso l’albergo diffuso Sextantio, grotte della Civita (qui la mia recensione su Tripadvisor: http://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g187772-d1234089-r220221338-Sextantio_Le_Grotte_della_Civita-Matera_Province_of_Matera_Basilicata.html#UR220221338 )
foto: Angela Grossi
BIO
Erica Vagliengo (1977)
Web journalist, blogger e writer di Torino.
Collabora con marieclaire.it , punktmagazine. La Rivista Intelligente, è direttore responsabile di Scenario.
Ha scritto per donnareporter.com,excelsiormilano.com, notenews.it,Oggi7 (il settimanale di Americaoggi).
Adora lasciare tracce su internet, prendere appunti sul Moleskine, i dolci, l’arte contemporanea, collezionare borsette, abiti e accessori second hand, New York,il caffè macchiato (rigorosamente italiano) e ha una spiccata tendenza a incasinarsi la vita.
Da piccola si sentiva un mix tra Mary Poppins e Virginia Woolf e la maestra delle elementari le predisse che sarebbe diventata un’autrice Harmony.
Ora che è diventata grande: ha creato Emma Travet, ha firmato“Voglio scrivere per Vanity Fair” con la casa editrice Memori nel 2009, facendo parecchio baccano sul web (e non solo) con il suo “progetto emmat“ per qualche anno.
Non paga si è auto pubblicata la versione in american-english di “I Want to Write for Vanity Fair” su Amazon.com, Smashwords, Lulu.com il 7 settembre 2013 , compleanno di emmat, oltre a farsi tradurre il comunicato stampa in cinese (perché nella vita non si sa mai).
Ad aprile 2014 è uscita la nuova versione, rivista e aggiornata, di “Voglio scrivere per Vanity Fair”, in ebook, edita da goWare.
Ha pure aperto due shop on line (perchè si diverte tanto a scrivere le descrizioni degli abiti e bijoux vintage che vende): uno su blomming e l’altro su depop.
Al momento sta studiando per diventare una geek girl e pare stia lavorando al suo secondo romanzoche le darà fama e ricchezza, in tutto il mondo, specialmente in Cina, così potrà regalarsi una Pekaboo color ginger, un iPad mini, una 500 Fiat color avio e tante altre cose (sì, ha sempre avuto uno spiccato senso dell’umorismo…)
Info
Parla tanto, dorme poco, scrive parecchio. Combatte le nevrosi quotidiane “drogandosi” di internet, dolci e caffè.
Dove trovarla
off line:
Spesso al bar, a intrattenere relazioni sociali, a fare interviste, a postare foto di caffè&chantilly su Instagram.
on line: un po’ ovunque, ma specialmente qui www.ericavagliengo.com
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