La prima giornata del Convegno Toponomastica femminile) il 3 ottobre 2014 avrà carattere itinerante, con l’obiettivo di svelare le tracce femminili nel tessuto urbano e diffondere la consapevolezza che l’operato delle donne è stato ovunque vivace ed eclettico, seppure spesso nascosto.
Gli studi di genere sul territorio sono ancora sporadici, a conferma di una secolare lontananza del sapere geografico femminile dalla cultura italiana, solo parzialmente risolta in tempi recenti. Resoconti, lettere e diari scritti da viaggiatrici dell’Ottocento e del Novecento, a cui è stata negata la scientificità nonostante l’interesse socio-antropologico delle loro osservazioni, hanno mantenuto il carattere di scritture private.
È il momento di recuperare le identità femminili sommerse, celate nelle opere artistiche e letterarie, chiuse nelle soffitte e nei bauli, sedimentate nei flussi dell’immaginario collettivo, tramandate da racconti orali e scritture ritenute minori; è il momento di ripercorre lo spazio seguendo le voci, i volti, le parole e le azioni delle donne… lungo strade di parità.
Tre sono le visite proposte: la villa della Regina, il quadrilatero, la Manifattura tabacchi.
Nei prossimi giorni vi proporremo in questo spazio le tre sintesi elaborate dalle rispettive guide.
La visita alla villa della Regina sarà guidata da Valeria Moratti, storica dell’arte e docente di ruolo, in posizione di comando presso la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte.
A chi non potrà essere con noi a Torino suggerisco una visita virtuale: http://www.cultorweb.com/VR/VilladellaRegina.html
La villa della Regina
La Residenza, corredata di vigna e giardini, fu costruita a inizio Seicento per volontà del principe cardinale Maurizio di Savoia, figlio del duca Carlo Emanuele I, su modello delle ville romane.
Passata in successione nel 1657 alla moglie del cardinale, Lodovica di Savoia, diventa da quel momento una ‘villa al femminile’, perché destinata a dimora delle sovrane sabaude. Lodovica amplia fabbricati e giardini, aggiornando decorazioni e arredi; Anna d’Orleans, moglie di Vittorio Amedeo II, alla fine del Seicento dispone importanti interventi con la guida iniziale di Filippo Juvarra, ridefinendo spazi e rapporti con il giardino e rinnovando l’interno grazie all’opera di artisti di rilievo quali Crosato, Seiter e Giaquinto, già impegnati negli importanti cantieri regi di Torino.
L’unitarietà di villa e giardini si conserva anche quando cessa di essere una proprietà della casa reale e passa nel 1868 all’Istituto per le Figlie dei Militari, ente che sarà soppresso solo nel 1957.
La mancata manutenzione del delicato equilibrio fra costruito e giardini, seguita da un graduale abbandono, da ingenti danni di guerra e da interventi impropri successivi, compromise pesantemente lo straordinario complesso. Con la consegna nel 1994 alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, che seguì i restauri realizzati con fondi pubblici e privati, si recuperarono l’edificio, i giardini, la vigna e la stretta connessione con la città, di cui dall’inizio del Seicento la villa costituisce il fondale scenografico oltre il Po, sotto la direzione di Cristina Mossetti, direttrice della Villa fino al 2013. Attualmente la Villa è diretta da Alessandra Guerrini, coadiuvata dalle conservatrici Paola Nicita e Angela Farruggia.
La Residenza fa parte del circuito delle Residenze sabaude in Piemonte ed è inserita nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.