Alessia Mosca, neo-europarlamentare italiana, è convinta che l’Europa sia la vera, grande opportunità per l’Italia, a livello economico, sociale, politico, ma soprattutto per tutti i cittadini europei, per essere tutelati in un mondo sempre più grande e globale.
Brianzola doc, si è trasferita dopo la sua elezione a Bruxelles, per essere più vicina alle istituzioni europee di cui ora fa parte. L’on. Mosca, è sempre stata molto attiva e presente da parlamentare italiana del PD quando era in Italia, tessendo la sua tela di donne e uomini che la stimano.
Laureata in filosofia all’Università Cattolica di Milano nel 1999, negli anni successivi ho conseguito il Master Ispi in Diplomacy, il Diploma in International Relations alla Johns Hopkins University e il Dottorato di ricerca in Scienza della politica all’Università di Firenze. Dal 2004 è ricercatrice all’Arel, Agenzia di ricerca e legislazione fondata da Nino Andreatta. ha lavorato al Parlamento europeo e nell’Ufficio relazioni istituzionali e internazionali di Alenia Aeronautica.
Ha curato il volume Europa senza prospettive? Come superare la crisi con il bilancio Ue 2007-2013 (Il Mulino, 2006) e pubblicato diversi articoli sulle politiche dell’Unione europea.
Alle elezioni politiche del 2008 sono stata eletta deputato e nominata segretario della Commissione lavoro.*
E’ stata vice presidente dello Yepp (Youth of the European People’s Party) nel 2001, dal 2009 fa parte degli Young Global Leaders (del World Economic Forum), nel 2010 è stata nominata Rising Talents (Women’s Forum for the Economy and Society) e nel 2013 ho ricevuto il World of Difference Award (The International Alliance for Women).
Il 31 maggio 2011 è uscito per ADD Editore il mio libro “Senza una donna” un dialogo con Flavia Perina su “potere, famiglia, diritti, nel paese più maschilista d’Europa”.
A fine gennaio 2014 ho presentato una proposta di legge sullo smart working, perfezionata anche grazie alla consultazione pubblica indetta appositamente. A fine marzo è uscito il suo nuovo libro, L’Europa in pratica
Essere Europarlamentare è una grossa impresa soprattutto se lo si fa seriamente. Quali difficoltà ha incontrato finora?
Diciamo che abbiamo proprio appena cominciato. Ci sono state le quattro settimane di luglio, dove però non siamo entrati nel vivo del lavoro parlamentare, che abbiamo, invece, preso in mano dall’inizio di settembre. Si lavora molto e molto nel dettaglio, i dossier che ci vengono assegnati sono molto tecnici e bisogna essere costantemente aggiornati.
Le eurodeputate collaborano o sono divise sul tema di genere?
Con molte mie colleghe di S&D e di altri partiti ho già avuto modo di parlare di questo argomento e cominciare un percorso di azione comune. La mia esperienza nel Parlamento italiano è stata molto positiva e tutti i successi che abbiamo conquistato sono stati possibile anche grazie a questa collaborazione bipartisan.
Trasferirsi a Bruxelles è stato un problema per la famiglia?
Come ogni trasferimento, è stato un po’ problematico all’inizio: mia figlia Maria ha due anni e la coincidenza del nuovo lavoro con la nuova città e il nuovo asilo è stata sicuramente una sfida intensa! Ora però va tutto bene, vivere qui mi permette di lavorare molto meglio.
Ma le mancano i progetti portati avanti in Italia: carceri, quote rosa e smart job?
In realtà non c’è stata nessuna discontinuità, continuerò ad occuparmi di tutti questi temi anche da qui.
Come pensia di collaborare dall’estero?
In realtà non mi ritengo proprio “all’estero”, nel senso che nel fine settimana torno spesso nel mio collegio: credo molto a questa mia funzione di “ponte” tra Bruxelles e l’Italia, per cui sarò molto presente, sia a livello politico sia proprio come presenza fisica! Con il gruppo di persone che lavora con me stiamo immaginando già alcune possibilità da attuare per rendere questo collegamento il più fluido e facile possibile.
Che aria si respira a Bruxelles? Per l’Italia e per l’Europa?
Sono fermamente convinta che l’Europa sia la nostra vera, grande opportunità. Per l’Italia, a livello economico, sociale, politico, ma soprattutto per tutti i cittadini europei, per essere tutelati in un mondo sempre più grande e globale.
Sarebbe necessario un sito informativo dell’attività parlamentare a favore delle donne?
E’ un’ottima idea! La proporrò alle mie colleghe e cercheremo di immaginare una comunicazione “tematica” in questo senso.