Raffaela Giannini racconta il grande cambiamento della sua vita. Aveva in mente di fare l’avvocato, ma oggi si occupa delle sue due figlie e di un bed and breakfast.
“Mi sono sentita per anni incompiuta. Forse perché ho lasciato il canto e il pianoforte dopo dieci anni e la Facoltà di Giurisprudenza dopo tre. Non riuscivo a superare l’esame di diritto privato. Così ho deciso di lasciar perdere. Ma per troppo tempo ho vissuto di rimpianti. Sino a quando non ho capito che la mia strada era un’altra”.
Così Raffaella Giannini, 43 anni, di Cetraro, in provincia di Cosenza, racconta il grande cambiamento della sua vita. Aveva in mente di fare l’avvocato, ma oggi si occupa delle sue due figlie e di un bed and breakfast. Qualche anno fa ha lasciato la casa di Cetraro, di proprietà di suo suocero, morto nel ’79 ed è andata a vivere in campagna.
“Mi sono buttata – spiega – in un’impresa onerosa e rischiosa. Ho ristrutturato a mie spese la famosa Casa del vicario, di proprietà della famiglia di mio marito Angelo, che era stata data in comodato d’uso all’Abazia di Montecassino, perché lo zio di Angelo era abate. Ne ho fatto un agriturismo. Appunto, La Casa del Vicario, situata a 500 metri sul livello del mare e circondata da una sughereta, che si estende per 74 ettari. Questo luogo era frequentato in età preromana dalle antiche popolazioni del Bruzio. La casa era in origine l’abitazione estiva del vicario di Montecassino, che amministrava il feudo di Cetraro per conto dell’abate cassinese”.
Nello stesso tempo la casa a Cetrara di Raffaella diventerà tra breve un centro in cui, i medici che lo vorranno, potranno accudire gratuitamente ragazze madri, persone povere ed extracomunitari. L’idea è venuta a don Ennio Stamile, presidente non solo della Caritas regionale, ma anche di “Sorgente di vita”, un’associazione che si occupa di ragazze madri.
“Il parroco – afferma Raffaella – si era accorto anni fa che era necessario creare un ambulatorio, in cui dare a medici disponibili la possibilità di svolgere volontariato e offrire consulenze gratuite ai bisognosi della zona, agli stranieri, ed in particolare alle donne in difficoltà e alle ragazze madri. Questo centro verrà dedicato a mio suocero, Giovannantonio De Caro, meglio noto col nome di Nino De Caro, ex primario all’ospedale di Cetraro, un professionista straordinario, morto all’età di 52 anni, oltreché marito e padre esemplare, che curava gratis le persone meno agiate. A lui si deve l’apertura del nuovo ospedale di Cetraro”.
Per questo progetto la Caritas diocesana ha avuto da quella nazionale seimila euro. “Per noi – conclude – è un motivo di orgoglio. Non penso più ai miei vecchi sogni. Il canto, però, l’ho ripreso grazie al coro della parrocchia”.