Che orrore signora D’Urso quel selfie con Renzi. Con quello che vuol far passare come amico di merende. Per noi, invece e ci piaccia o no, è il nostro Presidente del Consiglio e questo dovrebbe fare la differenza.
Matteo, dai, permettiamoci anche noi una confidenza, ci ha abituato ad uno stile diverso da quello eccessivamente imbalsamato dei suoi predecessori e siamo abituati ai suoi modi, un po’ copiati e un po’ personalizzati, misti di americanismo all’Obama e alla Fonzie, di giovanilismo in jeans, di modernità informatica, di tweet, selfie e strette di mano. Consenso. E’ questo quello che Matteo insegue e sta raccogliendo.
Questo Paese ha tanto bisogno di una spolverata! Dunque ognuno ha il Presidente del Consiglio che si merita. Se ci siamo meritati Monti ora è il momento del cambiamento. Matteo siamo con te, sembra gridare un popolo affranto. A noi, poveri osservatori di ciò che accade, perché la storia ci avvolge e si svolge per nostra responsabilità ma anche per nostra inazione, non resta che riconoscere la forza e la potenza della comunicazione di massa attraverso i suoi strumenti tradizionali o meno.
Fra questi certamente l’immagine e il potere della televisione. Ci sono studi approfonditi sulla forza della comunicazione, lungi da noi entrare nel merito. Ne riconosciamo la forza, ci spaventa la forza. Dunque il nostro Presidente del Consiglio è fatto così, come lo era Berlusconi, come ognuno nella propria caratterialità.
Nell’ultima apparizione televisiva presso il programma della conduttrice di Canale Cinque, Barbara D’Urso, meglio nota per portare, usare, intervistare, manipolare i casi più pietosi per attirare l’attenzione, Matteo è stato, come al solito, un protagonista ed insieme a lui è esplosa la capacità della conduttrice di ricavarne tutto il meglio o il peggio che ci si poteva aspettare.
Facimm ammuina! Buttiamoci tutto dentro. Pubblico, privato, cose serie, cose facete, programmi politici, speranze da soddisfare, difficoltà da attenuare, muscoli da gonfiare, intese, occhiatine, sospiri, bacetti, promesse. Come è bello, come è bravo, quanto lo vorrei, peccato sia sposato. Ecco il maschio italiano, il capo, l’uomo per tutte/i. Inquietante. Affiorano cupi ricordi. Verrebbe da dire alla signora d’Urso che non è necessario vendersi l’anima. Si può fare buona televisione, senza per questo essere cupi presentatori; si può parlare, scherzare ma mai dimenticare che mandiamo messaggi a chi ci guarda.
Se Matteo ha ancora una volta dato l’immagine di un giovane leader a cui piace esporsi ma che ha anche cose da dire, della conduttrice ne è uscita l’immagine di una sciantosa di altri tempi. Sorrisi increspati da codice a barre, voluttuosi e ridicoli; uno zerbino ad immagine femminile su cui ci si può pulire qualsiasi cosa calpestata. Che brutta immagine signora D’Urso. Pareva aver dato il meglio/peggio di sé già con la drammatica vicenda del bambino di Cainano, invece ci ha sorpreso ancora una volta.
1 commento
Un giornalismo serio non ha bisogno di tutte le moine e smancerie durante una trasmissione come quelle che siamo abituati a vedere o meglio a subire
Per questo c’è un teatro satirico, fatto anche di comicità e leggero se proprio lo desideriamo.
Se al contrario, facciamo informazione è necessario far emergere la personalità del soggetto intervistato e le sue idee possibilmente senza ricorrere a smorfie o scimmiottamenti.