Mettiamoci nei panni di un turista straniero pronto per un viaggio in Italia. I musei sono una delle prime cose che cerca di visitare. Ma cosa trova? E soprattutto come lo trova?
Quante volte trovandomi in un museo (e ne visito tanti poiché ne sono appassionata) mi sono chiesta: perché non sono utilizzate le tecniche multimediali? Sarebbe un futuro molto prossimo in cui le innovazioni informatiche potrebbero davvero essere d’aiuto.
Poi un giorno navigando in rete scopro ‘’ Svegliamuseo” e la sua ideatrice è Francesca De Gottardo, ventinovenne, friulana di Pordenone, archeologa. Studiare il passato è la sua passione, ma al tempo d’oggi, non si può escludere il web anche dal tempo più remoto.
Francesca come è nato sveglimuseo?
Da una mia esperienza personale. In un momento in cui stavo mappando i musei del nord est per una webagency che lavorava per la candidatura europea di Venezia a Città della cultura, mi sono resa conto che molti musei erano inesistenti o comunicati malissimo. Moltissimi addirittura non avevano un sito proprio usavano quello regionale, altri non erano presenti sui sociamedia.
Ho analizzato i siti dei maggiori poli mondiali. Il panorama nel nostro Paese non è dei migliori. Home page vecchie, informazioni carenti, poca attenzione ai disabili e spirito commerciale inesistente.
C’è qualche caso positivo?
La Venaria Reale di Torino, il Maxxi e i Musei Capitolini di Roma oltre a un layout funzionale presentano una buona integrazione con i social network. È possibile scaricare anche un’app per smartphone per rendere la visita più interattiva. Lato commerciale valorizzano bene il servizio di ristorazione e puntano anche sull’organizzazione di eventi privati
Anche per esempio il Palazzo Reale di Milano che spesso ospita molte grandi mostre?
Sì, ospita molte mostre ed ognuna di queste realizza la comunicazione per se stessa. Tuttavia Palazzo Reale stesso non ha un sito proprio, ma si serve di quello del comune di Milano.
Non c’è interattività con il visitatore?
Un anno fa ( quando ho condotto la ricerca) erano quasi tutti insufficienti. Un mese fa poi avevo controllato il museo archeologico di Napoli (tutto in italiano) o i musei siciliani che hanno una presenza online inesistente È paradossale la situazione del capoluogo toscano. Con tre musei nella top 100 delle eccellenze mondiali non è in grado di offrire ai potenziali visitatori un sito web d’eccellenza come le opere esposte nelle gallerie. Così gli Uffizi, la Galleria dell’Accademia e Palazzo Pitti finiscono nel calderone del Polo museale fiorentino dove non è possibile fare acquisti, utilizzare un form per i commenti e soprattutto sapere le attività educative per famiglie legate a ogni singolo museo.
Anche la Trienanle di Milano ospita moltissime mostre, ma non ha un sito proprio. I siti in Italia servono solo per comunicare gli orari ma non per interagire e coinvolgere il visitatore.
Siete presenti sui social media?
Sì certo, con il gruppo su Facebook seguito da più di 2000 persone. L’ho cominciato a fare io per gioco, un sito con wordpress, facendo interviste ai vari musei nel mondo per capire come li gestivano. Credevo che sarebbe durato pochi mesi ma poi i miei colleghi della webagency hanno voluto aiutarmi ed è nato l’attuale svegliamuseo. Il sito poi si è evoluto e non facccio più solo interviste.
E nel Sud Italia?
Grazie all’online molti musei si stanno facendo conoscere. Molto interessante il museo Salinas di Palermo, parzialmente riaperto dopo la ristrutturazione e di cui si parla già tanto perché presente sui social media.
Infine cosa dire del museo Muba di Matera, la città vincitrice della candidatura a città europea della cultura?
Non è molto presente online ma speriamo che ora che si è aggiudicata il ruolo di città dela cultura, lavorino di più per renderlo più visibile e alla portata degli utenti web.
Qual è il vostro obiettivo?
Vogliamo essere un punto di riferimento per coloro che credono ancora nei musei. Stiamo raccogliendo un e-book nato dai suggerimenti, di persone che operano nei musei. E’ stato scaricato da 1500 persone.
Il primo problema incontrato? E l’accessibilità? Quella della lingua, la maggior parte dei musei è solo in italiano. Inoltre alcuni portali trascurano anche l’accessibilità per i disabili. Sul sito del Museo del Novecento di Milano non c’è una riga sui percorsi e i servizi offerti. Nella città dell’Expo anche la Pinacoteca di Brera non brilla per ospitalità, nel menù delle informazioni generali questo è l’unico messaggio “accesso per disabili al piano terra, presso l’ingresso della Soprintendenza”..
Per approfondire e per scoprire obiettivi, nuovi progetti e attività trovate tutte le interviste complete qui :http://www.svegliamuseo.com/it/category/interviste/