L’associazione Salvamame opera da 15 anni per assistere bambini e mamme indigenti. Di recente è partito un nuovo progetto Nursery in Rete con l’ obiettivo principale di fornire alle madri e ai loro figli (0-12 mesi) e alle donne in stato di gravidanza dei beni essenziali alla salute dei propri bambini e, nel contempo, sostenere queste madri nel difficile percorso di crescita e accudimento dei loro figli (0-12 mesi).
Secondo il rapporto Save the Children del 2013, in Italia circa un milione di bambini, quindi 1 minore su 10, vive in uno stato di povertà assoluta, dove povertà, salute, livello d’istruzione e opportunità diventano situazioni sempre più indissolubilmente collegate.
A Roma ci pensa l’associazione Salvabebè Salvamamme onlus (la cui creatrice e presidentessa è Maria Grazia Passeri), che opera da più di 15 anni.
Ci parla dell’associazione?
L’associazione è come una grande famiglia pronta a dare una mano a chi ne ha davvero bisogno ponendosi. E’ come un oasi in cui mamme e neonati possano riappropriarsi della dignità attraverso il soddisfacimento dei bisogni primari.
In questi giorni è stata inaugurato il progetto Nursery in rete, un negozio gratuito, il più grande d’Europa per il rifornimento di beni di prima necessità per bebé da 0 a 12 mesi.
Avete avuto finanziamenti ?
L’iniziativa è stata sostenuta dal bando “Un taglio alla povertà” della Regione Lazio, che darà all’associazione 250mila euro, di cui 68mila esclusivamente mirati all’acquisto di alimenti, capi di vestiario, prodotti per l’igiene. Il resto destinato a coprire le spese per logistica, pulizia, sicurezza, trasporti, tintoria.
Il quartier generale di Nursery in rete di via Carlo Ramazzini 15 a Roma.
Avete assistito già delle famiglie?
Sì circa 400 finora da quando siamo attivi in rete con la nursery, ma vogliamo allargare il nostro impegno tanto da arrivare a quota 1000,
Ma come funziona?
Raccogliamo i prodotti provenienti da famiglie donatrici (circa 2000) e li distribuiamo agli indigenti. Finora sono stati distribuiti circa 7500 prodotti, in particolare vestiti, carrozzine, passeggini e pannolini fasciatoi. La procedura parte un appuntamento telefonico: le mamme vengono indirizzate all’associazione indirizzate dai servizi sociali dei municipi, delle Asl e degli ospedali, oltre che da Associazioni del Terzo settore, ma spesso facciamo a meno di loro.
In molti si rivolgono a voi, non sono imbarazzati?
Sono sempre di più man mano che la crisi aumenta e stringe. A volte capita che s’imbarazzino a rivolgersi ai servizi sociali e allora arrivano direttamente a noi.
Come scegliete chi aiutare e chi no? Compilano una richiesta?
Valutiamo caso per caso e interveniamo quando riteniamo che il bisogno sia effettivo. Le carte poi le compiliamo in un secondo momento, perché la burocrazia non può essere più urgente di un bambino malato e denutrito o di una donna in gravidanza in evidente stato di bisogno.
Molti extracomunitari?
Sì’, oltre alle famiglie italiane che si rivolgono al servizio ce ne sono molte straniere, appartenenti a quarantacinque nazionalità differenti
E ragazze madri?
Molte. Circa il 12 per cento, e ci sono anche diversi casi di donne coniugate che si ritrovano a portare avanti da sole la famiglia, dopo l’abbandono del compagno che pure ha riconosciuto il figlio, ma senza contribuire economicamente al mantenimento. In0ltre
il 47 per cento delle donne che si rivolgono a Nursery in reteè disoccupato, nonostante abbiano un alto livello di scolarizzazione.