A tu per tu con Francesca Amodio, giovane rivelazione de “La grande bellezza”
di Nuccio Franco
Ci sono artisti che la statuetta dell’Oscar la bramano, la sognano, la desiderano con tutte le proprie forze ma solo pochi di loro, seppur affermati e protagonisti di opere di eccellenza, riescono a stringerla tra le mani.
Ce ne sono altri, invece, che a soli 11 anni realizzano quello che per altri è il fine di una vita.
Stiamo parlando di Francesca Amodio, talento in erba emerso in tutto il suo fulgore ne “La grande Bellezza” di Paolo Sorrentino che ne ha fatto ormai la sua piccola musa.
Ma la vita di Francesca va avanti dividendosi tra scuola e professione, tra amici ed responsabilità di altra natura ben più attinenti alla giovane età ma sempre con un occhio attento alla sua grande passione: il cinema.
Ospite d’onore alla cena privata conclusiva della settantaduesima Mostra del Cinema di Venezia, Francesca ha mantenuto la propria serenità, quello sguardo romantico e riservato senza cedere alle luci della ribalta ma perfettamente consapevole che il percorso è ancora lungo, anche se presto si arricchirà di un nuovo capitolo.
Il prossimo anno, infatti, affiancherà i due protagonisti dell’opera prima dei registi Sebastiano e Francesco Boschiero e sarà madrina junior al Festival del cinema legato all’ ambiente cui hanno partecipato 52 paesi del Mondo con 900 film.
Dalla tranquilla vita di provincia alla notorietà, il salto è stato notevole. Ci racconteresti le tue sensazioni soprattutto quando hai saputo che il film cui avevi partecipato aveva vinto l’Oscar?
Effettivamente il salto è stato grande ma la mia vita non è affatto cambiata, circondata come sempre dall’affetto della famiglia. Continuo a vivere la realtà di tutti i giorni con assoluta serenità, a studiare ed a tenere i piedi per terra. Quando ho saputo che “La grande bellezza” aveva vinto l’Oscar è stato un susseguirsi di alterne emozioni, sensazioni, un moto di felicità indescrivibile mentre davanti alla televisione seguivo la Notte degli Oscar.
Hai lavorato con Sorrentino e con un cast di attori di livello assoluto. Quali “segreti” sei riuscita a carpire e quanto questa esperienza ti ha formata?
Essere diretta da un maestro come Sorrentino è stata un’esperienza unica con una persona che fa della dedizione al lavoro e dell’assoluta professionalità un valore imprescindibile, dentro e fuori dal set. Insomma una persona perbene, umile ed un grande professionista dal quale ho imparato tanto. Come lui tutti gli altri mi hanno fatto sentire il loro affetto e calore, umano innanzitutto oltre che professionale. E poi non potrò dimenticare l’abbraccio con Carlo Verdone in occasione della Mostra del Cinema di Venezia; quando mi ha vista, mi ha riconosciuta e scansando il body guard è corso ad abbracciarmi. Ecco, questo è il clima che si è respirato durante le riprese e l’affetto di cui mi sono sentita onorata.
Quali sono, se ci sono, i punti di affinità con Carmelina, il personaggio che interpreti e quali quelli che da lei ti differenziano?
Sento di essere assolutamente diversa da questa ragazzina che, malvolentieri, viene costretta ad esibirsi dalla famiglia di fronte ad uno stuolo di amici. Personalmente amo quel che faccio ed in questo la famiglia mi sostiene nelle mie scelte ma sempre con discrezione e mai con imposizione, è contenta di quel che faccio, mi incitano e per questo li ringrazio infinitamente.
Che consigli daresti ai giovani che aspirano a fare questo lavoro o, più in generale, per realizzare i propri sogni?
Di continuare a lavorare duro giorno dopo giorno nella convinzione di potercela fare ma sempre attenti a restare con i piedi per terra e di non sentirsi mai arrivati, di proseguire negli studi e, in generale, di continuare e non abbandonare mai quelli che sono i proprio sogni ma di assecondarli il più possibile.