L’agricoltura come benessere e come ricchezza sta riportando i giovani (ma anche maturi signori e signore) alla terra…
..terra dalla quale erano partiti i loro nonni che avrebbero poi mandato i figli a fare gli operai e questi la loro prole ad impiegarsi.
Un ciclo che si chiude e ricomincia da dove era partito di vichiana memoria? (“La Storia è un ciclo e riciclo di eventi…” G.B. Vico)
L’Expo stesso che si terrà a Milano nel 2015 ha scelto come tema fondante il cibo e quindi la terra. Del resto l’agricoltura è una delle poche vere eccellenze italiane.
Anche sul forum di dol’s abbiamo aperto un topic dedicato all’agricoltura e Rosa Amorevole dichiara quanto segue:
”I Piani di Sviluppo Rurale regionali (tutti in attesa di approvazione dall’Unione Europea) hanno previsto di destinare specifici finanziamenti per il ritorno dei giovani nel settore agricolo.
Di fatto gli estensori regionali hanno formulato le proposte tenendo conto delle priorità indicate dall’Europa: gli under 35. Su questo tema alcune Consigliere di Parità regionali tra cui la sottoscritta, che hanno partecipato alla procedura di formulazione in raccordo con gli Enti Regione, hanno sottolineato l’importanza di avere anche una specifica attenzione alle tematiche di genere e al lavoro delle donne in agricoltura.
Siamo riuscite, laddove presenti, a far acquisire l’importanza di declinare – successivamente all’approvazione UE – programmi regionali in cui la presenza femminile come imprenditrici ad esempio, possa essere valutata tra le priorità.
L’agricoltura oggi par essere ritornata di moda, nel bene e nel male. Nel bene, grazie alla valorizzazione della qualità e dell’innovazione nella produzione (anche in vista dell’Expo 2015 si moltiplicano gli eventi incentrati sul km 0, sulla valorizzazione delle produzioni autoctone, sul raccordo agricoltura e salute, sulla filosofia dello slow food sia nel food che nello street food).
In un mondo della produzione sempre meno recettivo per coloro che hanno perso il lavoro, talvolta si assiste al passaggio di donne e uomini alla produzione agricola, magari ritornando sulla terra lasciata dai nonni o investendo gli incentivi all’esodo per uscire dalla città e tentare un nuovo lavoro in un settore diverso dove un’età non più giovane non rappresenti un limite alla speranza. Abbiamo bisogno di un rinnovato lavoro nell’agricoltura, non solo perchè potrebbe essere un nostro settore di punta, ma perchè ne abbiamo bisogno.
Ne abbiamo bisogno perchè la perdita di addetti e di presenze ha lasciato incustodito il territorio e questa mancanza di cura – unita a scelte scellerate di altro genere – sono la fonte del disastro idro-geologico a cui assistiamo. Prendiamoci cura della terra, e la terra saprà essere generosa con noi. Donne e uomini.”
Sul forum stesso è possibile leggere la storia di un imprenditore agricolo (contadino felice) proveniente dal mondo della finanza che oltre ad utilizzare le sue conoscenze di marketing, convoglia sul progetto i propri intenti solidali: prodotti agricoli km O, abitazioni per anziani e supporto per disabili http://www.solesolidale.org/
Quindi la Greeneconomy o Bioeconomy non è solo per giovani volenterosi, ma anche per maturi signori e signore che amano la terra.
Del resto Salgado e la moglie Leila lo hanno insegnato con la loro fondazione Terra che si propone il reintegro della Foresta pluviale amazzonica distrutta delle terre di famiglia.