Quante volte sentendo di un neonato abbandonato tra i rifiuti, incelofanato, lasciato a se stesso e nella maggior parte dei casi morto, ci si torcono le budella? E v0rremmo dire : no, non è giusto!
Ecco che Marzia Frateschi parla del Diritto e tutela del parto anonimo.
Legge molto dibattuta nel passato ma a tutt’oggi poco conosciuta.
Parliamo dell’art. 30 del DPR 396/2000 che garantisce l’anonimato per la puerpera.
In concreto significa la garanzia dell’assistenza al parto in segretezza.
Nonostante le perplessità, molte donne ricorrono a questa possibilità ma non abbastanza; le cause possono essere molteplici, da una violenza subita, depressione, grave indigenza. Il fine ultimo della legge è di portare a zero l’abbandono dei neonati.
Per tale scopo la Fnco – Federazione Nazionale Collegi Ostetriche– sostiene l’obiettivo di una maggiore e capillare conoscenza della normativa vigente ritenendo che “un’adeguata informazione sul diritto all’anonimato avrebbe come immediata conseguenza una maggiore tutela della libertà della donna e la salvaguardia della salute, della sicurezza, della vita del bambino”.
La federazione ha richiesto quindi al Ministro della Salute, la messa in atto di campagne di informazione e iniziative che possano aiutare la Categoria a diffondere informazioni idonee ai cittadini e alle stesse strutture ospedaliere.
Due sono state le esperienze positive segnalate in Italia: il progetto Madre Segreta a Milano e Toscana , e il Progetto Salvamamme – Salvabebè a Roma, “che tra il 2006 e il 2007 hanno elaborato un manuale di comportamento per gli operatori sanitari elencando le procedure e gli strumenti adeguati per la gestione di questi casi”.