L’opportunità offerta dagli Stati generali è stata proprio questa: non ghettizzare singole battaglie nei territori ma renderle patrimonio di tutte le donne italiane.
Stati generali delle donne – Roma 5 dicembre 2014
dal mio punto di vista
Importante occasione quella offerta dagli Stati generali di Roma, organizzati da Isa Maggi, per poter mettere in relazione quanto prodotto, in Italia, dalle donne in questi anni.
Diversi i temi trattati: democrazia paritaria, lavoro, imprese, start/up, donne e politica, stili di vita , giovani donne confronto tra generazioni, donne e territori, comunicazione, innovazioni e nuove tecnologie, processi di integrazione, le famiglie migratorie , leadership, politiche ed azioni intorno al mediterraneo, cambiamento, potere , creatività, fragilità economica e sociale, sport, formazione/educazione, un sguardo di genere spesso dimenticato quando le scelte di sviluppo del nostro paese sono sempre appaltate da un finto neutro maschile.
Eravamo in tante con il proprio vissuto, con le singole conoscenze con il proprio lavoro condiviso da compagne di percorso.
La possibilità di allargare i confini regionali e condividere con tante altre è stata una occasione di grande valore
Il mio piccolo contributo, compresso in un intervento di 3 minuti ( come dicevo eravamo tante ed era giusto che tutte parlassimo)è stato sulla esperienza della legge elettorale regionale in Puglia una storia che ha portato tante donne ed uomini di Puglia a firmare per la legge di iniziativa popolare sul riequilibrio di genere nelle elezioni per il Consiglio regionale.
Il tempo era dettato dalla insignificanza dell’offerta politica dei partiti impegnati ormai a gestire l’esistente o ciò che di esso rimane, ed il luogo è stato la Puglia dove più si è sviluppata l’ incredibile collisione tra rinnovamento e antiche, pessime consuetudini. Abbiamo strutturato un percorso in cui il cambiamento dovrà trasformarsi da ipotesi e suggestione a reale trasformazione .
Abbiamo raccolto più di 30.000 firme in meno di 3 mesi ma quando la legge che prevedeva la doppia preferenza e liste composte al 50% da uomini e donne è giunta in Consiglio regionale è stata cancellata dal voto segreto!
Adesso con il sostegno di alcuni/e consiglieri /e, attraverso emendamenti che riprendono i temi a noi cari, proviamo a rintrodurli nella legge elettorale in via di modifica, non sarà semplice
La platea di Roma ha offerto la possibilità di un generale ripensamento per una azione che non fosse più circoscritta alle singole regioni.
Proviamo a farne una battaglia comune per tutte le leggi elettorali, disegniamo assieme una legge elettorale, replicabile nelle singole regioni, che offra più possibilità alle donne di arrivare nei luoghi dove si decide.
L’opportunità offerta dagli Stati generali è stata proprio questa: non ghettizzare singole battaglie nei territori ma renderle patrimonio di tutte le donne italiane.
La sfida delle elezioni regionali prossime sarà un ulteriore banco di prova, anche se i dati appena raccolti dove per la prima volta il numero degli astenuti – 2,1 milioni – ha superato quello dei voti validi, 1,2 milioni, non offrono positive aspettative
Il 37,7% di affluenza registrato in Emilia è inferiore al picco negativo del 40,9% registrato alle regionali sarde.
Purtroppo non siamo in grado di sapere ad oggi quante donne e quanti uomini hanno votato, sta di fatto che invece abbiamo ben chiaro il risultato ottenuto nell’insieme dei voti espressi e di genere: 1 maschio su 9 è eletto, 1 su 74 tra le donne.
Ed è altrettanto chiaro ed evidentemente sconfortante che ogni lista punta a vincere, tralasciando il valore della rappresentanza di genere.
Per questo sarà necessario trovare una strada diversa dalle stantie dichiarazioni “Facciamo rete, facciamo rete!” e poi non la facciamo,
la situazione senza una azione incisiva di tutte noi rimarrà uguale, se non peggiore.
Cogliamo questa occasione per essere più forti convochiamoci al più presto per una azione forte e comune