Il 31 dicembre si affronta con un salto…ma alla fine abbiamo sempre quella certa paura di non farcela
A Roma c’e’ grande confusione sotto il cielo, la gente e’ in quella sorta di bilico…in mezzo al guado.
In fondo il 31 dicembre si affronta con un salto, come quando si deve attraversare un torrente, magari l’abbiamo fatto tante volte, ma alla fine abbiamo sempre quella certa paura di non farcela, di cadere in acqua, di bagnarci i piedi.
Guardiamo l’acqua limpida che scorre, vicino ai nostri piedi e sappiamo che per continuare il viaggio dobbiamo saltare, prendere i nuovi sentieri che partono dalla nuova riva eppure, come per l’ Anno Vecchio a volte rimaniamo fermi ad aspettare qualche minuto.
Nella nostra escursione per la vita, siamo stati abituati a camminare, a percorrere sentieri impervi, ma come come accade in montagna, finche’ si marcia, la fatica non si sente, ma quando ci si ferma ecco che arrivano i dolori alle gambe, pero’ anche lo stupore per avere fatto cosi’ tanta strada.
E’ cosi anche negli ultimi giorni dell’Anno iniziamo a guardare indietro, rendicontando a noi stessi quanto accaduto, a volte troppo dettagliatamente e fissandoci su un percorso che ormai abbiamo alle spalle. Per un giorno ci fermiamo a fissare la linea di confine tra il Vecchio ed il Nuovo Anno, immobili su quel torrente da guadare.
Ce la faremo? Cosa troveremo sull’altra riva ? Come continuera’ il sentiero ? Sono le stesse sensazioni che si provano a Capodanno, poi si conta a ritroso e si parte, con un salto verso il nostro futuro.