Se si scorre uno stradario trentino, ci si rende conto che le donne presenti sono davvero poche
di Luciana Grillo
PRIMA PARTE
Se si scorre uno stradario trentino, ci si rende conto che le donne presenti sono davvero poche! Incontriamo Sante, Madonne e qualche partigiana, intellettuali pochissime. Eppure si sa di giovani donne, nate in famiglie benestanti e qualche volta “illuminate”, che hanno ricevuto un’educazione ed un’istruzione in linea con i modelli pedagogici del loro tempo e che sono diventate punto di riferimento per intellettuali e letterati.
Bianca Laura Felicita Gioseffa Anna Saibante ne è un chiaro esempio: nacque a Rovereto nel 1723, quarta dei quattordici figli di Girolamo e Caterina Sbardellati. Studiò nel collegio delle Orsoline, imparò sia il tedesco che il francese, si dedicò a letture e ricami. Il suo interesse per la pittura la mise in contatto con il pittore veronese Girolamo Costantini, mentre apprese filosofia e letteratura dall’intellettuale roveretano Gerolamo Tartarotti. Dopo il matrimonio con Giuseppe Valeriano Vannetti, Bianca occupò un ruolo di primo piano nella vita sociale e culturale della sua città, detta in quel tempo “l’Atene del Trentino” e fondò – unica donna – insieme con il marito e altri intellettuali, l’Accademia degli Agiati, istituzione culturalmente ancora oggi molto vivace.
Bianca scrisse versi e prose e fu elogiata persino da Pietro Metastasio. Ma seppe essere anche una osservatrice attenta e sorprendentemente moderna della condizione femminile che analizzò puntualmente nei suoi scritti.
Morì nella sua Rovereto nel 1797.
Anche nella Trento ottocentesca ritroviamo figure femminili interessanti, come le due amiche Giulia Turco Turcati Lazzari e Luisa Anzoletti: Giulia si interessò di arte e gastronomia, letteratura e scienze naturali. I suoi genitori erano il barone Simone Turco Turcati e la contessa Virginia Alberti Poia: dunque visse fin dall’infanzia in un ambiente aristocratico, del quale facevano parte anche pittori noti come Eugenio Prati che la ritrasse nel 1873, quando aveva 25 anni. La sua passione per la natura la spinse a dipingere numerose tavole ad acquerello con i funghi del Trentino. Le piaceva anche scrivere, ma perché i suoi articoli fossero pubblicati, fu costretta a ricorrere allo pseudonimo maschile Jacopo Turco. Viaggiò molto, da Firenze a Monaco di Baviera, da Roma a Venezia, in occasioni di varie edizioni della Biennale. Spesso accompagnava al pianoforte il marito violinista e compositore Raffaello Lazzari. La sua casa nel sobborgo di Sopramonte fu aperta ad artisti e intellettuali, fra i quali anche Antonio Fogazzaro che, secondo una tradizione orale, proprio lì avrebbe iniziato a scrivere “Piccolo Mondo Antico”.
Giulia morì nel 1912.
Una delle sue amiche più care fu Luisa Anzoletti, nata a Trento nel 1863: la sua era una famiglia di musicisti e compositori; Luisa crebbe fra note e spartiti, ma studiò con passione la letteratura latina e italiana, tanto che si dedicò alla scrittura e vinse numerosi premi.
Non si limitò alle lettere, si occupò anche di condizione femminile e sostenne, da cattolica praticante, che il Cristianesimo aveva liberato la donna dalla schiavitù, restituendole dignità. Fu invitata, in nome di questo duplice impegno, di intellettuale e di cattolica, a tenere numerose conferenze in varie città italiane. Anche Luisa viaggiò molto, soprattutto per accompagnare il fratello Marco, violinista molto noto e compositore; ebbe così occasione di incontrare personaggi come Verga, Carducci, Fogazzaro ecc.
Morì nel sobborgo di Mesiano nel novembre 1925.
In prossimità dell’Ospedale Santa Chiara e del Parco di Gocciadoro, la città di Trento ha intitolato una strada a Luisa Anzoletti.