La cooperazione è il centro delle azioni positive e dei progetti che vogliono avere storia, piccola o grande che sia. Lo racconta Livia Turco a Catania.
di Pina Arena
La cooperazione è il centro delle azioni positive e dei progetti che vogliono avere storia, piccola o grande che sia: lo sanno le donne di Toponomastica femminile che fanno crescere, con le loro battaglie per le intitolazioni, azioni compartecipate, “sentite insieme”, la cui forza è la condivisione di risorse, professionalità, competenze diverse.
Così, dopo il lavoro “dentro il gruppo”, c’è il lavoro con gli uomini e le donne delle Istituzioni, delle Associazioni, del Volontariato, con gli altri e con le altre che condividono lo stesso progetto di democrazia paritaria.
Sotto questo segno è nata a Catania l’idea di un seminario dedicato a “Nilde Iotti, donna della Resistenza” con la collaborazione tra il gruppo Toponomastica femminile, la Fondazione Nilde Iotti , con Livia Turco, le donne dell’ UDI di Catania, con Giovanna Crivelli e Adriana Laudani , nell’ambito del progetto Stereotipa e delle attività per il 70° anniversario dei Comitati di Difesa della Donna. Al centro dell’iniziativa ci sono, ancora una volta, gli \le studenti , destinatari e insieme protagonisti delle azioni civiche e culturali di Toponomastica femminile.
Sotto lo stesso segno della condivisione allargata, entra nel gruppo di progetto l’Amministrazione catanese che, con i Consiglieri Ausilia Mastrandrea e Sebastiano Arcidiacono, abbraccia e fa propria la domanda di intitolazioni femminili e di revisione del regolamento toponomastico cittadino, sviluppando così la bella azione di cooperazione già avviata da Toponomastica femminile nella città etnea nel 2012. Ora si va oltre e al Sindaco Bianco, neonominato Presidente del Consiglio Nazionale dell’ANCI, si chiede di sostenere la domanda di intitolazioni femminili su tutto il territorio nazionale.
In questo modo- in un mondo che, altrove, continua ad essere litigioso, individualista, fazioso, piramidale e partitico- le donne di Toponomastica femminile compongono, in nome della memoria femminile e per un progetto culturale di cittadinanza pari, un’ armonia di intenti e di risorse che magicamente si incontrano.
In questo senso, si muove anche il racconto di Livia Turco, perché “questa è la direzione dell’idea politica di Nilde Iotti” .
La Presidente della “Fondazione Nilde Iotti” racconta ad un platea di liceali la storia esemplare della nostra prima Presidente della Camera: dall’educazione all’antifascismo agli studi all’Università Cattolica del Sacro Cuore; dalle lotte insieme alle staffette e alle partigiane, all’adesione al Pci; dall’amore scandaloso per Togliatti all’impegno di Madre Costituente e poi di deputata e Presidente della Camera, alle battaglie per le leggi per la famiglia, sull’aborto, per il divorzio.
Nel racconto di Livia Turco due ordini di storie si sovrappongono: la storia pubblica di Nilde, donna della politica nazionale, e la storia privata dell’altra Nilde, della ragazza cresciuta in una famiglia operaia che le ha insegnato il valore dello studio e l’amore per le persone, il piacere di stare con gli altri e con le altre, ascoltando e osservando innanzitutto. Si sofferma poi sul valore dell’opera delle altre Madri Costituenti, coese e combattive, unite nelle battaglie comuni che ci hanno dato la Costituzione più bella del mondo. E’ avvincente il racconto di Livia Turco, che parla sorridendo anche con lo sguardo: le sue parole consentono agli\alle studenti di entrare nella casa e nella vita di un personaggio pubblico e lo rendono vicino. Arrivano, così, numerose le domande poste dagli studenti, ragazzi soprattutto. E qui si ritorna al tema-chiave della condivisione. “Perché tante giovani donne al governo non sanno cambiare la politica?”, “Quale lezione viene da Nilde Iotti a chi fa politica oggi?”. Le risposte fanno riemergere il tema forte del valore della collaborazione e della relazione: chi vuol fare politica deve saper confrontarsi con gli altri, sarà un primus o una prima che ascolta i\le pari; sono fondamentali la capacità e la volontà di condividere e spesso le donne non sanno essere alleate; la politica di cui abbiamo bisogno deve essere “colta”, al servizio delle persone, capace di ascolto, di relazione con la gente; chi fa politica, come chiunque voglia operare bene in un campo, deve far tesoro della lezione di chi l’ha preceduto, farla sua, appropriarsi dell’esperienza altrui, non rinnegarla: “non si rottama” chi ha lavorato prima di noi per il bene comune, ci si appropria della sua lezione e se ne fa tesoro insieme. Così l’idea- guida implicita dell’incontro ritorna come filo conduttore del racconto di Livia Turco, delle sue risposte agli e alle studenti.
Si chiude e, come sempre nelle pratiche didattiche di Toponomastica Femminile, si suggerisce un percorso da costruire insieme: Livia Turco invita a tener viva la memoria delle donne partigiane e delle Madri Costituenti, la scuola di Toponomastica accoglie l’invito e progetta di avviare nelle scuole percorsi di ricerche e studi, azioni civiche per proporre intitolazioni. L’Amministrazione catanese promette collaborazione e sostegno. Anzi, come è giusto e bello, ringrazia per l’opportunità di cooperazione che le viene offerta.
E così, si apre un nuovo capitolo, tutto da scrivere, in nome della cultura femminile della condivisione.