La Cambogia ti conquista per la dolcezza e la gentilezza del suo popolo, per il silenzio e la mancanza di caos, quasi ovunque
di Alba Angiola
I Khmer Rossi hanno fatti fuori tutti prima che diventassero vecchi, quindi, l’impatto appena si arriva è con una popolazione molto giovane.
La Cambogia ti conquista per la dolcezza e la gentilezza del suo popolo, per il silenzio e la mancanza di caos, quasi ovunque.
E’ un paese ancora semplice e genuino in cui spesso si è sorpresi dal profumo di gelsomino, i cambogiani sono sempre sorridenti e disponibili, il cibo è ottimo in un sapiente equilibrio agro-dolce. Dal pesce delizioso ai risi dalle mille salse, il palato gioisce e i profumi inebriano.
Al ristorante il servizio è lento perché cucinano tutto sul momento e la varietà di verdure, miste ad anacardi e frutta, è sorprendente!
Abbiamo viaggiato fra dicembre e gennaio stagione secca, con l’eccellente Emirates, arrivati a Siem Reap al nord del Paese, si è travolti dalla massa di “Tuk Tuk”, taxi locali, una specie di tre ruote che ti portano ovunque con un massimo di 3 dollari!
Alberghi deliziosi e spettacolo mozzafiato nel Sito Archeologico di Angkor Wat, in una giungla di mangrovie. Sito Unesco di circa 400 km quadrati con il Tempio Bayon che da solo, vale il lungo viaggio dall’Italia. Templi in architettura Khmer , alcuni costruiti con l’intento di conciliare la religione Induista con quella Buddista, si specchiano in laghi costellati da ninfee.
Se si vuole visitare bene Angkor Wat, con la calma e il senso di relax che merita, bisogna calcolare dai 3 ai 5 giorni di soggiorno a Siem Reap.
Il paesino di Siem Reap è delizioso nella sua semplicità, con poche testimonianze rimaste dello stile Coloniale, senza essere mai chiassoso o invadente, offre una vasta scelta di ristorantini, locali, bar, alberghi, resort e un simpatico mercato anche notturno.
Si possono fare percorsi sul fiume per fermarsi nei villaggi galleggianti nella giungla e familiarizzare con i suoi ospitalissimi abitanti o fare un percorso in barca(alquanto rumorosa) per arrivare via fiume a Phnom Penh.
Phnom Penh è una città che ho amato molto, anche qui i Tuk Tuk sbucano da tutte le parti e gioiosi ti portano ovunque, le strade sono poco asfaltate e la polvere di rimanda indietro nel tempo, è come essere in un film.
Dal Palazzo Reale alla sua rinomata Collina, la città brulica lungo il fiume e nel vivace dedalo di stradine che intesse la città. Mercatini coloratissimi e zeppi di cose che porteresti via con te, ottundono i sensi e fanno perdere la cognizione del tempo.
Anche di notte i mercatini offrono spezie, frutta deliziosa e rara, verdure profumate e oggetti di ogni tipo.
Anche qui nella capitale i ristorantini offrono cibo vario e delizioso e gli alberghi sono molto belli.
A sud per un po’ di mare, meglio in auto con autista che non parla nessuna lingua tranne la propria, ma si fa in quattro per accontentarti. Le strade non sono un gran che e la segnaletica è letteralmente inesistente.
Il mare e le spiagge bianche del sud da Sianoukville in giù, sono molto belli e rilassanti, in particolare Otres Beach 2 è un vero paradiso. La brutta notizia è che cinesi e russi hanno avuto il coraggio di costruire veri e propri eco mostri, enormi, brutti e volgari, in questa cittadina sul mare, piena di verde e dai tramonti che ti tolgono il respiro.
Credo che non ci sia più tempo per andare al sud, quando siamo partiti, pur cercando di volgere lo sguardo da un’altra parte, quattro eco mostri cinesi, dalle dimensioni spropositate, erano quasi pronti ad accogliere masse di turisti stipati in bus granturismo, giunti a depredare senza cuore, né rispetto e senso della magnifica
Natura, che rimane lì, inerme testimone, del proprio inaudito scempio!