Il nome di Nadia Verdile è assurto agli ”onori” della cronaca da quando insieme all’ex ministro Massimo Bray è stata minacciata per il suo interessamento al Reggia di Carditello (Caserta).
Nadia Verdile, napoletana del ’65 vive a Caserta dove lavora per «Il Mattino» e insegna Italiano e Storia al Liceo Artistico del capoluogo.
Le sue radici però sono molisane. Giornalista ed insegnante ed innamorata della Reggia di Carditello, ne ha scritto un libro ”La reggia di Carditello. Fasti e feste, furti ed aste, angeli e redenzioni ” nel quale racconta con passione, la vicenda della Tenuta reale di Carditello, in provincia di Caserta. Voluta da Carlo di Borbone alla metà del Settecento, divenne luogo di sperimentazione agricola e di fasti con Ferdinando IV. La piccola reggia fu progettata dall’ architetto Francesco Collecini e affrescata da J.P. Hackert. Nel secolo successivo fu teatro di scontri e avvenimenti storici di grande rilevanza. Dalla metà del Novecento passò nella proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno conoscendo un lento quanto inesorabile declino. Dal 2002 in vendita e poi dal 2011 all’asta, è ritornata dopo essere stata depredata di ogni ricchezza, nella proprietà dello Stato il 9 gennaio 2014. Il libro contiene anche i contributi di Massimo Bray, già ministro per i Beni Culturali, che ha salvato dall’asta la Reggia, di Annamaria Romano, storica dell’arte, di Aldo Balestra, direttore della sede casertana de “Il Mattino”. Il volume e arricchitoda fotografie e piante anche inedite consente la lettura sia in italiano che inglese.
Nadia, quando hai cominciato ad interessarti della Reggia di Carditello e perchè?
Ho iniziato ad occuparmi della Reggia di Carditello nel 2010, per Il Mattino.
Nel 2010 la reggia, nel comune di San Tammaro, allora di proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, per i debiti contratti e non onorati da quest’ultimo, andò all’asta. Prezzo base venticinque milioni di euro. Si moltiplicarono le azioni della collettività, le associazioni tenevano alta l’attenzione su quanto accadeva a Carditello. Un tam tam che ha valicato i confini nazionali e portato le telecamere di tutto il mondo in quella terra fino ad allora sconosciuta. Un volontario della protezione civile del comune di San Tammaro, Tommaso Cestrone, agricoltore e allevatore, a partire dal 2011, si prese cura degli esterni e degli interni della reggia. Alla sua dedizione si deve la rimozione di tonnellate i rifiuti, sterpaglie, scarti di ogni genere.
Dopo anni di abbandoni, passerelle di politici inadeguati e incapaci, il 26 ottobre 2013, il ministro per i beni culturali, Massimo Bray, raggiungeva, in privato, con la sua utilitaria, la piccola reggia. Allarmato dagli ultimi crolli aveva deciso di verificare di persona lo stato dell’arte. Guidato da Tommaso conobbe il dramma del luogo e promise che Carditello sarebbe tornata allo Stato. Nella notte di Natale, Cestrone si spegneva, a 48 anni, per un infarto, durante l’ultimo giro di perlustrazione nella reggia. Alla dodicesima battuta d’asta, prezzo base ormai 10 milioni di euro, lo Stato, grazie alla forte volontà di Massimo Bray, si aggiudicò la piccola reggia. Facendo quello che nessun altro politico aveva mai fatto nel corso degli anni, dopo decenni di abbandono, Bray restituì alla Nazione e alla collettività un bene di straordinario valore. Stanziò tre milioni di euro per i primi restauri (in corso di aggiudicazione proprio in questi giorni), iniziò le procedure per l’istituzione della Fondazione di gestione. Bray ora non è più ministro. Le riunioni per la Fondazione sono ferme da settembre. Se di rinascita si tratterà sarà il futuro prossimo a raccontarlo per il momento la Icores di Pozzuoli si è aggiudicata i lavori di restauro e da dicembre ha issato i ponteggi. A Natale del 2015 dovrebbe essere restituita alla collettività. Senza un progetto, al momento, di rilancio e riuso.
Sei arrivata a scriverne addirittura un libro. Credi che la cultura sia oggigiorno premiata?
In questa Italia alla ricerca dell’arca perduta non c’è spazio per la bellezza. Siamo circondati dal brutto e dalle brutture. Eppure c’è una società civile meravigliosa che crede ancora che con la cultura si potrà fare la rivoluzione. Il mio libro su Carditello vuole raccontare la storia di un luogo meraviglioso, fatto di arte e storia, salvato dall’oblio e dai vandali, dall’amore per la bellezza e per la cultura.
Tu sei giornalista ed insegante di Lettere. Cosa prevale maggiormente nella tua professione, l’amore per la cultura e l’arte o la necessità di indagare, sapere e corroborare con notizie attendibili le tue informazioni?
Convivono in me, armoniosamente, due facce della stessa medaglia. Insegnare significa, prima di tutto, suscitare la curiosità e poi comunicare il valore della bellezza. Queste due cose convivono nei due splendidi lavori che faccio.
Sia tu che l’ex ministro Bray siete stati minacciati. Credi che la cultura riesca a vincere il malaffare mafioso
E forse è proprio questo che i malavitosi temono? Non so se sia stata la camorra, ma chi ha interesse a far sì che Carditello non diventi il centro propulsore di una nuova terra sì. Tanti, troppi interessi su quel territorio e la Reggia di Carditello è nel bel mezzo di un crocevia di strade, secondarie, che sono troppo dentro la terra dei fuochi. La criminalità, di qualsiasi tipologia sia, teme sempre la cultura. La cultura insegna ad essere liberi. La Libertà con la criminalità ha in comune solo la rima.
Molti beni della nostra Italia sono ancora sconosciuti e lascati andare a se stessi. Cosa credi che sia possibile fare? Fare pagare i biglietti in modo congruo, creare un fondo per i beni culturali, utilizzare il 5% delle tasse?
O che? Siamo la patria della cultura, dell’arte e della bellezza. La valorizzazione dei beni culturali sarebbe la grande risorsa economica di quest’Italia in affanno. Ma far funzionare i beni culturali richiede anni. Chi fa politica per vivere ha bisogno di risultati immediati. Abbiamo molti politi e pochi statisti, questa è la verità. Destinare risorse all’istruzione e alla cultura è da statisti.
Guardate questo brevissimo filmato e ditemi come non si può amare un posto così….