Per il vantaggio di pochi, Imola non possiede più il suo più importante monumento
Continua l’Italia dimenticata
dal Massimo Bray su FB
L’anfiteatro di Imola risale al I secolo d.C. e misurava 108 per 80 metri. Dal 1953, è semplicemente ignorato dal piano regolatore della città, come se non fosse mai esistito, nonostante un vincolo del 1925, nonostante la documentazione di alcuni scavi. Oggi è sepolto sotto una zona residenziale “semi-intensiva”.
Per il vantaggio di pochi, Imola non possiede più il suo più importante monumento, e l’unico che potrebbe testimoniare la sua identità romana, quando era conosciuta col nome “Forum Cornelii“. Così, uno dei simboli più importanti non solo di una cultura passata, ma anche della possibilità stessa, per una comunità, di identificarsi intorno alla propria storia, purtroppo è sepolta, a pochi metri dai cittadini, senza che possano fruirne.
La professoressa Maria Alessandra Gambetti Bizzi, insieme ad altri cittadini imolesi che condividono missione di affermare l’importanza del patrimonio archeologico per la storia e l’identità di un territorio, ha deciso di lottare perché gli enti preposti alla cura del patrimonio culturale, tutelino e valorizzino in tutti i modi possibili questo bene comune. Maria Alessandra, per questo, ha fondato e presiede il “Comitato per la valorizzazione dei beni archeologici della città di Imola”. Il suo lavoro, coraggioso e determinato, culminato di recente nella pubblicazione di un volume molto ben documentato, dal titolo: “L’Anfiteatro romano di Imola”, è un esempio straordinario di cittadinanza attiva che lotta per ricostruire la sua comunità intorno ai valori della cultura. Io sono con Maria Alessandra e con tutti gli imolesi che credono ne #laculturachevince [Anfiteatro Romano d’Imola Supporters]