La tensione verso la crescita è biologica: crescono i bambini, crescono le piante e tutti gli organismi viventi. La crescita non può e non deve rappresentare un problema.
Nel libro “Crescita felice. Percorsi di futuro civile”, edito da Egea, Francesco Morace racconta come il concetto di crescita esprima la speranza responsabile per la costruzione di un futuro migliore, sganciato dalla progressione lineare e materiale dei nostri standard di vita, non più sostenibile.
Il testo è stato presentato alla Triennale di Milano il 19 febbraio davanti ad una platea attenta e partecipe di più di 300 persone che hanno partecipato all’ evento culturale di 2 ore rimanendo in ascolto e in contatto. Ciò testimonia che l’argomento è molto sentito e che Moace è stato capace di cogliere lo spirito del tempo.
Giovanni Anversa ha animato la serata ospitata dalla Triennale. Hanno partecipato Franco Bolelli prezioso compagno di avventura di Morace, Andrea Illy che ha regalato uno scenario di speranza, e Cristina Tajani che dimostrato come la politica possa volare alto.
Perchè crescere e non decrescere per creare un mondo felice per tutti?Perchè la crescita è codificata nel nostro codice genetico: non si può chiedere ad un bambino o ad una pianta di non crescere. La sfida che noi affrontiamo deve essere sempre vista in un panorama di crescita. E se il modello di crescita finora sviluppato e creato non va più bene, bisogna cambiarlo.
La tensione verso la crescita è biologica e non può deve rappresentare un problema, ma deve forse evitare un modello di sviluppo aggressivo, solo finanziario, non sostenibile.
Ma l’attuale sistema è in crisi!
Che il modello di crescita degli ultimo 30 anni sia da rivedere , ma non si può parlare di decrescita perchè ciò implica una modalità restrittiva che non è nel nostro codice umano. Sono d’accordo che il modello attuale è inadeguato, ma la crescita felice fa leva su dinamiche compatibili con il bene comune, si alimenta di economie circolari e pomuove relazioNi generative.
La crescità ci stimola, mentre la decrescita è dissuasiva e ci porta ad un ripiegamento su noi stessi, sul passato, su dei territori limitati. Anche se condivido talvolta l’analisi fatta dai decrescenti, non ne condivido la terapia.
Cosa propone il tuo libro?
Parto da una lettura che contrasta il pessimismo antropologico. Studi approfonditi come quello dei neuroni specchio dell’univversità di Parma, fanno capire che l’essere umano è programmato nel rispecchiarsi nell’altro, ad una visione civica dell’economia. Purtroppo le incrostazioni culturali ci hanno spesso fatto credere con ”Homo Homini lupus” che siamo portati a sbranarci tra di noi se non c’è controllo dall’alto.
Invece se siamo qui è perchè siamo tra le specie più cooperative del mondo (come le formiche e le api). La crescita felice quindi contempla la condivisione e la collaborazione.
Programmi per il futuro?
Saremo di nuovo tutti insieme in ottobre per la prima edizione del Festival della Crescita, che lanceremo tra qualche settimana! A Milano. 4 giorni dedicati ad argomenti multidisciplinari sui 6 temi della Crescita: Educare (alla crescita), Coltivare, Creare e Intraprendere, Investire e Comunicare. La manifestazione è’ collocata verso la fine dell’Expo e serve per fare da ponte tra l’Expo ed il futuro da questa lanciato e spinto.
Ci saranno molte presenze femminili tra gli speaker?
Sì, ci saranno, forse non molte e soprattutto non pari agli uomini, ma purtroppo le sociologhe non hanno ancora quella visibilità ed influenza che hanno gli uomini. E speriamo che nei prossimi appuntamenti del festival ci sia un avvicinamento femminile.
Ultima domanda: perchè spingere sempre alla crescita, alla fine la spinta non si esaurisce?
E’ una domanda molto importante e l’ho trattata anche nell’intervento al convegno. L’importante è distinmguere tra crescita e consumismo. Quest’ultima è diventata una vera e propria malattia che nasce da insoddisfazioni personali che vengono colmate con gli acquisti. Però le donne che sanno ben gestire il mondo degli acquisti, comprendono bene quando questi sono fatti d’impulso e possano essere necessari o rimandati se non cancellati senza cadere vittima della spinta incontrolalta.
Francesco Morace sociologo, giornalista e autore di pubblicazioni tradotte in diverse lingue sul tema delle tendenze di consumo e del cambiamento sociale. Fondatore e presidente dell’Istituto di ricerca Future Concept Lab partecipa a convegni e seminari in tutto il mondo. Lavora con molte aziende italiane sull’eccellenza del made in Italy.
1 commento
Non sono d’accordo e in questo articolo spiego perché: http://www.lindipendente.eu/wp/it/2011/12/10/ma-e-davvero-necessario-continuare-a-crescere/