Seconda settimana della 4^ edizione del Festival delle Donne e dei Saperi di Genere a Bari, organizzato dal Centro Interdipartimentale distudi sulla Cultura di Genere- UniBa “A. Moro”.
Il Tavolo Tecnico LGBTQI del comune di Bari e l’associazione Avvocatura per i diritti LGBTI Rete Lenford, all’interno del Festival “nel segno di Audre Lorde“, hanno organizzato un incontro su orientamento sessuale e genitorialità.
Ha coordinato gli interventi Rosy Paparella (Garante Minori Regione Puglia).
Ne hanno parlato Giuseppina La Delfa (Famiglie Arcobaleno), Alessandro Taurino (CISCuG-UniBA-“A. Moro”), Antonio Rotelli (Avvocatura per i Diritti LGBTI-Rete Lenford) e Michela Labriola Laterza (Osservatorio Nazionale Diritto di Famiglia-sezione di Bari).
E’ intervenuta anche Pasqua Manfredi (Tavolo Tecnico LGBTQI del Comune di Bari)
Clarissa Veronico ed Antonio De Mattia, per Punti Cospicui, hanno ideato e progettato un corto dalle lettura di alcuni brani da “Chi si occuperà dei bambini queer ?” di Beatriz Preciado, tramite la voce di Roberto Corradino.
Rosy Paparella ha posto il quesito se per caso la domanda più pertinente non fosse “Chi si occupa di bambini, figli di coppie queer ?”
Giuseppina La Delfa di “Famiglie Arcobaleno”, gruppo non ancora esistente a Bari, ha contaminato la vasta platea eterogenea con la sua felicità nell’aver condiviso con la sua compagna di vita l’esperienza di creazione di una famiglia con due figli.
Entrambe con doppia cittadinanza, italo-francese, si sono sposate in Francia e cullavano una naturale voglia di maternità.
Spesso nei luoghi comuni (errati) si pensa che le lesbiche siano donne non fertili, ma loro non se ne davano pace e dopo ricerche hanno scoperto un vasto mondo di famiglie “Arcobaleno” completate dalla genitorialità, da loro anelata. Ciò che oltre 10 anni fa, per loro, sembrava impossibile, si è concretizzato con due maternità assistite ed ognuna di loro, in diversi momenti, ha concepito un figlio che, però per le leggi italiane risulta figlio solo della madre che li ha partoriti, negando la gioia della doppia maternità.
Allora Rosy Paparella si è chiesta se avere due madri, o due padri, crei delle problematiche. Alessandro taurino ha raccontato, allora, due eventi che evidenziano incertezze ma facilmente superabili col buon senso. Una maestra di fronte all’asserzione di una bimba che ribatteva ad una sua compagna di classe, figlia di coppia omosessuale, ”la mia mamma mi dice che non si può avere due mamme”, era rimasta indecisa, scegliendo la peggiore delle soluzioni: il silenzio. Il consiglio dell’esperto invece in quel caso è stato di indire un incontro fra tutti i genitori per consentire a quella mamma di scoprirla possibilità della presenza di due mamme per la stessa bimba. L’insegnante rimase sconcertata non per la soluzione ma per non essere riuscita lei a pensare ad una soluzione così normale e semplice. Non ci sarebbero differenze e ripercussioni nei bimbi di coppie queer se si pensasse ad una normalità per tutti.
Sono seguiti gli altri interventi in un clima di grande partecipazione.