“… Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini sono soltanto degli attori che hanno le loro uscite e le loro entrate. E ognuno , nel tempo che gli è dato recita molte parti …” W.S.
Viviamo in un mondo di apparenza. Oggi, al di là di una tiepida inversione di tendenza, apparire ha ancora una valenza maggiore che l’essere. Se è vero (come è vero ) che l’abito sicuramente fa il monaco, lo è nella sua dimensione apparente e importante perchè immediatamente spendibile; la moda dei tatuaggi , che imperversa da diversi anni nelle ultime generazioni, ne è un esempio eclatante.
E’ l’apparire che risulta essere importante nei primi momenti relazionali in quanto l’immagine è la prima cosa che si “spende” nel contattare l’altro. Viviamo nella cosiddetta “civiltà dell’immagine” e non ci stupiscono i dati secondo i quali solo il 33% dei ragazzi tra i 18 e i 25 anni si piace così com’è, mentre il 56% esprime l’aspirazione a migliorare il proprio aspetto a cui viene attribuita troppa importanza nelle varie occasioni della vita di società. Mai come oggi siamo stati così circondati da figure ed immagini.
Essere è l’identità della persona, la sua intima natura, ciò che si è; Apparire è il mettersi in vista, avere l’apparenza, sembrare ma anche mostrarsi. Attraverso l’essere esprimiamo la nostra identità, un modo di vivere personale e necessario, la nostra unicità, il nostro gran contenuto, ma vivendo di relazioni anche l’apparire diventa una manifestazione necessaria. Viviamo quindi in una società in cui conta di più l’apparire rispetto all’essere o meglio dove l’essere coincide con l’apparire? La nostra è una società che fa riferimento ad immagini-idolo,una cultura fatta di modelli e icone generati dal mondo della pubblicità, dello sport, dello spettacolo, della televisione,fino ad arrivare alle nuove tecnologie per le quali la condivisione di immagini è un aspetto fondamentale, un mondo “preconfezionato” in cui esistono regole e format che ti inquadrano in un target o in un’altro. Basta accendere la tv!.
Ciò ha portato innegabilmente ad un mondo che troppo privilegia l’apparire sull’essere che è un qualcosa di profondamente diverso, l’essere è come siamo veramente, nel profondo, cosa e come pensiamo, è la parte di noi stessi con la quale dialoghiamo interiormente, ma essa raramente è mai esposta nella sua completezza, ciò perché spesso l’essere può collidere severamente con l’apparire.
Perché, secondo voi, l’apparire è così importante in questa società? perché è l’emblema di uno status, di un’appartenenza,in fin dei conti tutto cio’ deriva da molta solitudine,apparendo come o meglio di altri forse ci sentiamo meno soli, o credendosi migliori ci illudiamo e ci costruiamo una maschera in cui crediamo veramente. Ma è un bluff ,alla fine la vita presenta il conto mettendo in condizioni di riflettere e capire come effettivamente andrebbe vissuta. Apparire significa mostrarsi agli altri e, dunque, essere ACCETTATI, ammessi, legittimati al bisogno d’amore.
Così inizia quel lungo e doloroso percorso che conduce al travestimento per la recita di un copione. “Uno, nessuno o centomila”? Inseriti in un determinato contesto o società, a noi stessi assegniamo una maschera, obbligandoci a muoverci secondo schemi ben definiti che accettiamo per convenienza senza avere mai il coraggio di rifiutarli, anche quando contrastano con la nostra natura, ma sotto la maschera il nostro spirito freme , ma lo freniamo per non urtare contro i pregiudizi della società,o per la nostra tranquillità, perché nel mondo in cui viviamo, quella nostra «forma», o maschera fissa, è l’unico punto fermo al quale ci aggrappiamo disperatamente per non essere travolti dalla tempesta. Ma a volte capita che l’anima istintiva che è in noi esploda facendo saltare ogni pudore e freno inibitorio. Allora la maschera si spezza e siamo come un violino stonato, come un attore che si mette a recitare sulla scena una parte del copione che non gli è stata assegnata .Potremmo definire tutto ciò come malattia sociale? L’uomo E’ un essere sociale, ha bisogno di essere accettato, amato e stimato, l’inversione di tendenza può essere attuata con il riscoprire tutto questo ed accettarlo. Chi ha tutto, ma non è, può perdere, in un solo istante, tutto ciò che ha. Chi è, ma non ha niente, può avere tutto ciò che vuole. Il vero potere dell’uomo è nell’essere non nell’apparire. Come ti sentiresti se comprassi una bellissima confezione ma vuota? Ed un bel contenuto in una bruttissima confezione? Valgo perchè sono,non perchè appaio. La via del cambiamento inizia proprio da qui, dall’amore di se stessi. Ricordiamoci sempre che nessuno può veramente amare qualcuno se prima di tutto non ama se stesso! Ricordatelo sempre…..