A un vestito affidiamo il compito di rendere visibile la nostra identità: è il più eloquente raccontastorie delle storie delle donne.
Le effimere e la fortezza
La mia amica Silvia non c’è più eppure le sue collane, rigogliose come lei, ci sono ancora.
In questo mistero doloroso da anni cerco qualcosa di amabile.
Ecco perché onoro i mercatini dell’ usato. Mia madre mi guardava sinceramente turbata quando fiera tornavo col mio tesoro, faticosamente conquistato con ricerca e pure qualche lotta talvolta. Si, è vero: è roba appartenuta a chissà chi.
Abbandonata.
Ma ora adottata.
Morta. Ma adesso resuscitata. Come se un vecchio tornasse giovane, mutando repentinamente forma al cospetto del mutare dello sguardo che gli si posa.
Magia di trasformazione. Avevo 20 anni e mi affascinava quella resurrezione degli abiti.
Mi sentivo persino importante, una fata nel rivitalizzare.
Ecco, oggi vi racconto di una fata. Pamela resuscita i vestiti. Non è la sola nel mondo. Conosciamo tante magiche mani che guidate da magici occhi fanno magie coi vestiti. Partorendoli di nuovo.
Ma lei ci ha fatto un negozio.
Per la verità è una bottega in cui mescola creatività ad impegno sociale. Ma la fata non è sola. Aveva bisogno di un… cavaliere. Stefania é così: anche lei donna e moglie e mamma ma… col talento della cavalleria: sostiene i miracoli dell’immaginazione di Pamela con l’intelligenza del suo pragmatismo.
Sicché la fata e la cavaliera hanno aperto la loro bottega al mondo. Il progetto – i cui utili sono condivisi con chi in corsie dolorose porta bellezza – è noto al mondo ma nella mia città sono le prime e sono rivoluzionarie per l’Italia (http://www.charitychicitalia.com)
Sicché le fate vendono abiti e accessori che a loro sono stati donati dagli armadi svuotati ad ogni stagione da chi come me mutando d’abito cambia pelle ed ha salutare bisogno di questo rito periodico del lasciar andare.
Alcuni abiti sono trasformati, altri restano esattamente come sono: pezzi di storie per nuove sceneggiature. Perché a un vestito affidiamo il compito di rendere visibile la nostra identità: è il più eloquente raccontastorie delle storie delle donne.
Così indossi un vestito e ti senti te stessa come un’altra prima di te: e allora non hai più solo stoffa addosso. E’ l’eternità. La sola che ci ha data qui, adesso.
(E così forse fa meno male che i vestiti sopravvivano alle persone).