Il giornalismo è una passione che colma il cuore e non lascia molto tempo per la vita. Ne parliamo con Paola Bottelli famosa giornalista del Sole24Ore che da poco ha lasciato la grande testata.
Conosco Paola Bottelli da un po’ di anni anche se le nostre frequentazioni non sono state assidue a causa dei diversi stili di vita, lei single e giornalista, io mamma e redattrice online. Però ho sempre seguito la sua storia professionale che mi ha oltremodo interessato, affascinato e sorpreso. Milanese, è entrata al Sole 24 Ore nel ’78 come stenografa dopo il diploma di ragioniera. A quei tempi gli unici modi per entrare in un giornale era come stenografo/a o redattore.
Allora (quando non c’era ancora internet) gli stenografi erano figure fondamentali in un quotidiano: al Sole ce n’erano sette, oggi neppure uno, eliminati dalle tecnologie.
Interpretando e trascrivendo i testi degli altri Paola impara il mestiere, scrive pezzulli, poi pezzi, poi pezzoni. Quando nell’88 nasce l’edizione del lunedì è già professionista e Gianni Locatelli la chiama nella redazione giornalistica. Nel ’91 passa all’economia italiana e nel ’98 diventa inviata potenziando le competenze già coltivate negli anni precedenti in quei settori come la moda, il turismo, lo sport che cominciano a rivelare l’importanza delle loro radici economiche e finanziarie.
Paola è stata la prima donna ad avventurarsi in un mondo completamente maschile come era allora quello del calcio, occupandosi dei bilanci societari delle squadre negli anni 90. Poi la moda ed i grandi marchi in giro per l’Italia ed il mondo ad intervistare industriali e manager. Paola Bottelli ha anche rivestito importanti posizioni nel campo del testate su luxury e design (è stata per tre anni direttore del Ventiquattro). Passò poi alla Condenast per divenire direttore di Uomo Vogue e poi Vicedirettore di Vanity Fair. Le cose non ebbero un buon risultato e tornò al Sole per occuparsi di due Tabloid (tra cui Casa24) contemporaneamente.
Un giorno non molto tempo fa, aprendo uno dei social media che ci connettono ad amici e conoscenti, facendo sembrare le loro vite, molto vicine alle nostre anche se non lo sono, scopro che Paola sta dando le dimissioni dal sole24ore. Cosa che mi ha colpito e sorpreso dato che ricordo quanto per lei questa professione fosse importante. Ho preso il telefono ed ecco le sue parole.
Paola perché lasci la tua professione?
Sono 37 anni che lavoro in questo settore e chi lo conosce sa che questa professione che può essere massacrante anche se piena di soddisfazioni. Però il nostro lavoro è fatto anche di ascolto ed i indagine, di incontro con altre persone, di creatività. Vedere le foglie degli alberi, gli uccelli che volano. Mi sono voluta riappropriare del mio tempo. Dieci ore al giorno di lavoro sono tante. Troppe.
Domanda che non si pone mai ad una donna. Quanti anni hai adesso?
Ne compirò 56. E lavoro da quando ne ho 19. Quando facevo la stenografa volevo fare la giornalista e per riuscire nell’intento mi adattavo anche ad frequentare conferenza stampa dove non andava nessuno. Poi tornavo a casa e scrivevo i miei pezzulli e alle 15.00 cominciavo a lavorare in redazione. In quei tempi preistorici non c’era il computer ed io scrivevo tutto a mano ed a macchina anche gli articoli che gli inviati dettavano per telefono. Sono diventata giornalista quando è stato lanciato il Sole24Ore del lunedì. Poi sono passata ad Economia e Finanza ed ho cominciato ad occuparmi del settore economico di alcune industrie, principalmente tessili. Sono diventata inviata, ma non avevo dimenticato il mio primo amore, il calcio.
Ho sempre lavorato tantissimo e non avevo il tempo per fare nulla al di fuori del lavoro. Da quando è cominciato lo stato di crisi al Sole 24Ore in cui avevamo dei contratti di solidarietà e lavoravamo solo alcuni giorni alla settimana, ho iniziato ad assaporare il gusto della libertà. Ed alla fine ho deciso di lasciare tutto. Ne ho parlato con amici e parenti e tutti erano d’accordo. Adesso quando m’incontrano mi dicono: come sei solare..!
A qualcuno che volesse fare il giornalista cosa consiglieresti?
Di non fare il giornalista, perché è un lavoro per cui ti dovresti far mantenere dalla famiglia per molto tempo. Accettando anche lavori a 500 euro o in siti ‘’minori’’. Questo è il grande problema della disoccupazione dei nostri giorni.
E gli uffici stampa?
E’ un lavoro come un altro e si può esser portati proprio per quello. Ma cercano persone skillate nel digitale e non tutti lo sono.
Per specializzarsi in qualcosa è comunque sempre studiare, per conoscre l’argomento a 360 gradi. Altrimenti si corre il rischio di parlare di argomenti che non conosci. E’ la reputazione quella che i giornalisti devono crearsi.
Il tuo blog è molto bello..
Ma non avevo tempo per curarlo adessso spero di riprenderlo in mano.