Un titolo apparentemente scontato che invece racchiude in sé la definizione del rapporto più indissolubile, complesso e viscerale che possa unire due persone.
di Clara Arosio
I figli “so’ piezz’ e core”, come dice un’espressione napoletana: pezzi del cuore e della carne di una madre; e da una madre non “si sfugge”: che la si ami, la si odi, la si contrasti, la si idealizzi o ci si allontani da lei, o che si facciano tutte queste cose in diverse fasi della vita, lei c’è. È in un luogo fisico, magari anche lontano dai suoi figli, ma è anche dentro i figli stessi, anche se a volte questi non lo sanno; e un giorno uno di loro si accorge all’improvviso che dalla bocca gli è uscita una frase usata da lei, ha assunto una sua posa, ha espresso istintivamente un giudizio simile in una situazione…e in alcuni casi si tratta proprio delle frasi, delle pose, dei giudizi, che occasionalmente infastidivano i figli.
E tutto questo complesso intrigo di sensazioni, emozioni e pensieri si addensa e si carica di domande e possibili bilanci quando la madre inizia a diventare debole, si ammala, potrebbe andarsene…questa la situazione descritta dal nuovo film di Nanni Moretti uscito ad Aprile 2015. Giovanni (Nanni Moretti) e Margherita (Margherita Buy) sono due fratelli sui 50 anni che vivono il declino fisico e mentale della madre (Giulia Lazzarini), la sua degenza in ospedale fra speranza, attesa e una finale consapevolezza dell’inevitabile. C’è una specie di inversione dei ruoli riguardo a ciò che ci si potrebbe aspettare: Giovanni accudisce, prepara a casa pasti caldi per la madre, si prende una pausa dal lavoro, accorre al capezzale e non riesce a staccarsene; Margherita è disorientata, confusa, insofferente; deve rimanere aggrappata al suo lavoro (in cui crede ancora? O incomincia a non credere più?) per stare in piedi; è in precario equilibrio fra i sui atteggiamenti a volte pungenti e distaccati e quelli che dimostrano la sua fragilità. Ma entrambi i fratelli sono accomunati da incombenze pratiche e scelte da prendere, ma soprattutto da un dolore profondo e disarmante, sordo e spesso straniante e silenzioso, che non si esprime con urla e pianti strazianti, perché di parole ancora non ne ha.
C’è tanto dolore e c’è tanto amore; c’è ansia per un futuro da orfani, nonostante l’età, e c’è il ritrovamento delle proprie radici nella casa della madre, nelle foto, nei ricordi.
Moretti si confronta con una storia in gran parte autobiografica e intima e riesce a raccontare con sensibilità, esattezza e realismo una situazione che è quella di Giovanni e Margherita nella Roma di oggi, ma al tempo stesso omaggia tutte le madri e tutti i figli.
di Nanni Moretti
con Nanni Moretti, Margherita Buy, Giulia Lazzarini, John Turturro