I compositori che hanno fatto la storia della musica, per quello che la maggior parte di noi conosce, in effetti, sono uomini. Tuttavia ciò non significa che compositrici donne, e anche di eccelse qualità, non ne siano esistite
di Emiliana Lopes
AlterAzione o il genio femminile nella storia:
giornate di studio al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo
E’ usanza diffusa credere, erroneamente, che il comporre musica sia arte limitata al genere maschile. I compositori che hanno fatto la storia della musica, per quello che la maggior parte di noi conosce, in effetti, sono uomini. Tuttavia ciò non significa che compositrici donne, e anche di eccelse qualità, non ne siano esistite, anzi. Ma la situazione storico-sociale non ha mai permesso, fino agli ultimi decenni, di dare spazio a tali indiscutibili doti femminili, limitandone da sempre non solo la libertà artistica ma, anzitutto, l’umanità.
Nel XVIII secolo, nei rinomati “Ospedali” veneziani, orfane o figlie di famiglie indigenti venivano accolte e cresciute, e veniva loro insegnato a suonare uno o più strumenti, a cantare, a dirigere. Ma era loro vietato, appunto, comporre. Certo, se un divieto esiste, vuol dire che qualcuno deve averci almeno provato. Così, tra ricerche di studiosi e musicologi, vengono trovate una gran quantità di musica scritta da monache o da fanciulle cresciute in questi luoghi. Questo nella musica, ma così anche nelle altre arti: secoli di espressione negata.
Con questo intento di diffusione, visibilità e valorizzazione del genio femminile nella storia, al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo nasce “Alterazione, progetto donne per la musica”, idea sviluppata e coordinata dalle docenti: Anna Maria Sollima, Donatella Sollima, Fulvia Ricevuto, Elena Ponzoni, Loredana Metta, Claudia Galli, Pierina Cangemi, Maria Paola Altese.
Negli ultimi giorni, proprio su questi argomenti, “Alterazione” ha presentato due eventi: venerdì 29 Maggio si è svolto presso il Conservatorio una Giornata di Studi intitolata “Puta/Putana, declinazioni del femminile nella scena teatrale e musicale tra XVI e XVIII secolo” , con interventi, relazioni ed esibizioni musicali delle fondatrici del progetto e di altri personaggi di rilievo, tra cui Angela Fodale, Vittorio Ugo Vicari, Alessio Ruffatti, Ilaria Grippaudo e Maria Teresa Lietti; si sono esibite Edvige Correnti al fortepiano e alcune delle studentesse della classe di quartetto del Conservatorio insieme alla loro insegnante Elena Ponzoni.
In questo contesto viene introdotto il personaggio protagonista della giornata successiva: Maddalena Lombardini. Compositrice, violinista e cantante del XVIII secolo, cresciuta ed istruita presso l’Ospedale dei Mendicanti a Venezia, la Lombardini è un esempio di donna che, nonostante tutti i limiti dell’epoca, esce dagli schemi e si imbarca in una carriera ai tempi proibita. La sua indole indipendente e il suo grande talento la spingono oltre i confini italiani, a Parigi, dove, dopo aver sposato il violinista Lodovico Sirmen, pubblica le sue musiche, continuando poi la sua carriera a Londra.
Così, il 30 maggio si svolge, nella chiesa di Santa Maria in Valverde, uno spettacolo di natura particolare, sperimentale, almeno per chi lo ha eseguito: un concerto con musiche della Lombardini (i suoi 6 quartetti, eseguiti per la prima volta in Sicilia e, probabilmente, per la prima volta al mondo tutti in una sera) interpretati da Elena Ponzoni insieme alle sue allieve, con l’elaborazione scenica di brani liberamente tratti dal racconto “Lavinia Fuggita” della scrittrice italiana Anna Banti (1895-1985), recitati da Diandra Selvaggio. La protagonista del racconto, personaggio di fantasia ma dalla vicenda del tutto verosimile, è anch’essa cresciuta negli Ospedali veneziani e si trova a dover combattere contro il tormento di un desiderio che accresce in lei ma che non può essere esplicato, né rivelato: la composizione musicale. Così, tra i meandri dell’azione scenica, Lavinia decide di comporre e di far conoscere il suo talento al mondo. Diandra Selvaggio, studentessa di canto e recitazione, ha sapientemente rielaborato e recitato il testo in sei monologhi collegati semanticamente alle musiche della Lombardini ( eseguite dalle ragazze, simboleggianti le compagne dell’Ospedale) e, così, ha realizzato il parallelismo tra la compositrice reale e il personaggio di fantasia. Fulcro del progetto, dal montaggio scenico e musicale al coinvolgimento delle studentesse, è stato il maestro Elena Ponzoni, docente di Quartetto presso il Conservatorio di Palermo e per anni secondo violino del “Quartetto Borciani”, la quale ha, con dedizione, curato l’evento, condividendone profondamente le finalità storiche, musicali e, soprattutto, umane.