“Basta con i veli, gridate la vostra libertà”
L’8 Maggio, al teatro comunale di Limbiate ha avuto luogo uno spettacolo che ha visto con il ruolo di protagonisti o testimonial don Mazzi e don Rigoldi, Massimo Di Cataldo, Marco Baldini, Jo Squillo, Francesco Testi , Pino Campagna, Marcos Vinicius e molti altri.
Ma quello che preme sottolineare è la finalità di questo evento, ovvero la raccolta fondi per una associazione di nascita recente, Senza Veli sulla Lingua (SVLS) il cui slogan, con funzione di incoraggiamento ed esortazione è: “Stop Veils Shout Liberty”, che potrebbe essere reso con: “Basta con i veli, gridate la vostra libertà”. E questo incitamento è tanto più significativo in quanto gridato, si potrebbe dire, in primis da due donne (presidente e vicepresidente) di diversa cultura, religione e formazione.
Ebla Ahmed, ha tripla nazionalità (anglo-italo-yemenita), è avvocato con laurea a Londra, è corrispondente per Yalla Italia, il blog delle seconde generazioni, e per Frontiere News ed è infine autrice del controverso e-book “L’amore ai tempi di Bin Laden” (Lite Edition), in cui ha affrontato il tema della sessualità e dell’amore nel mondo musulmano: la scoperta del proprio corpo e della propria femminilità, i desideri e le pulsioni sono le stesse delle donne occidentali; quello che è diverso è il passaggio dalla originaria libertà dello Yemen, dice l’autrice, al suo essere stretto, ora, nella morsa di Al Quaeda; il libro ha suscitato forti polemiche soprattutto nelle comunità arabo-musulmane.
Anita Madaluni è speaker radiotelevisiva, addetta stampa e PR internazionale, creativa pubblicitaria, collaboratrice di molte testate nazionali ed estere e organizzatrice di eventi. Collabora, fra le altre, con la FAO e con la Fondazione Levi Montalcini.
Al loro fianco è anche l’imprenditore Alessio Sacco, competente sulle questioni legate ai diritti, delle donne in particolare ma anche degli omosessuali e di altre categorie emarginate. Ed è dunque da questo sodalizio che SVSL è nata, presentandosi come Associazione no profit internazionale e interetnica, di supporto a vittime (donne in particolare ma non solo) di violenze, abusi, discriminazioni di genere. Dunque le barriere che si vorrebbero tentare di abbattere sono non soltanto quelle a livello sessuale ma anche quelle a livello religioso, nel rispetto-confronto fra Oriente e Occidente.
Ciò che SVSL vuole sottolineare è infatti che nonostante le diversità ci si può conoscere e riconoscere nell’altro; si possono parlare lingue differenti, professare culti in totale antitesi, crescere in ambienti lontani e tuttavia capirsi in nome di un linguaggio unico, che non è la parola, non è l’etnia, non è la religione; e questo linguaggio è quello dell’apertura e del rispetto della libertà e dell’opinione dell’altro che ha come conseguenza la ferma condanna di qualsiasi tipo di discriminazione e, in particolare, del gravissimo fenomeno del femminicidio. Anche perché, sostengono le due fondatrici, la Religione, di qualunque natura e provenienza essa sia, non può tollerare atti di violenza e odio di alcun tipo. Non può essere pretesto per compiere crimini e atti sessisti e/o di estremismo. Ma bisogna essere vigili, denunciare e difendere poiché anche il linguaggio dell’odio per il diverso, spesso radicato in profondità, è uno solo ma è anch’esso trasversale a tutte le culture.
L’associazione da circa due anni opera concretamente offrendo assistenza gratuita –legale, psicologica, fiscale– attraverso 6 sportelli dislocati in tutta Italia (due a Milano, uno dei quali in collaborazione con Donne In Rete; uno a Montecatini in collaborazione con Comune e CRI; uno a Rimini presso la clinica MondoSole; uno a Roma presso il Centro Studi Crime Cafè) e attraverso una Casa Rifugio che sarà ristrutturata con i proventi della serata a Limbiate.
Tutti gli aspetti di cui gli sportelli si occupano sono fondamentali per il processo di guarigione ma anche di liberazione a autonomia dal punto di vista pratico di una vittima di abusi; inoltre sono presenti al loro interno mediatori culturali in grado di assistere gli utenti su dieci lingue.
Interessante è inoltre il fatto che, come riferiscono le operatrici presenti durante la serata, agli sportelli iniziano a rivolgersi anche alcuni uomini che, consapevoli e pentiti di ciò che hanno fatto in passato, non vogliono più ricadere nelle stesse dinamiche di violenza.
Gli obiettivi che si pone Senza Veli Sulla Lingua sono importanti e onorevoli; il fatto che si sia messa in moto così velocemente significa che risponde a una esigenza esistente e urgente, poiché abusi e discriminazioni provocano immensi dolori privati ma anche disagi e tensioni sociali.
Certo, l’augurio per il futuro è che associazioni come questa e settori di competenza dello Stato lavorino così bene, che infine di questo tipo di assistenza ci sia sempre meno bisogno. È utopia?
Bisogna credere che non lo sia.
www.senzavelisullalingua.com – FB- Twitter tel. 339 4850540