L’Università delle Mamme, nata a Firenze nel 2000 e da poco sorta anche a Pisa, è una scuola per genitori per offrire formazione e informazione per genitori.
Il 13 giugno 2015 è avvenuta l’ inaugurazione e presentazione della sede pisana presso l’Auditorium Toniolo dell’Opera Primaziale Pisana.
Ne parliamo con Francesca Lemmi, Psicologo Clinico, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Sessuologa che ha collaborato alla formazione della sede pisana.
Come sei arrivata a partecipare all’università delle mamme?
L’Universita delle Mamme ha la sua sede principale a Firenze, dove è stata costituita nel 2000 dalla psicopedagogista Anna Borgia D’Oriano. E adesso è nata una sede anche a Pisa, dove è stata inaugurata sabato scorso. Abbiamo inoltre l’obiettivo, forse ambizioso ma comunque sentito, di aprire una sede anche a Livorno nell’autunno prossimo.
L’idea di costituire una scuola per genitori era presente da molti anni tanto in me quanto nella Dr. Graziella Baracchini Muratorio, già primario della U.O. Di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale di Pisa, in virtù di una lunga esperienza con genitori, famiglie, bambini e ragazzi sia in ambito clinico e giuridico sia in ambito formativo. In tutti questi anni ci è capitato e ci accade spesso di essere chiamati da genitori o da alcuni responsabili istituzionali, scolastici o associativi particolarmente sensibili, al fine di approfondire tematiche pedagogiche e educative.
Tuttavia nel tempo ci siamo rese conto che i genitori hanno bisogno di una sede di riferimento e di una continuità formativa, al fine di poter contare nel supporto di specialisti disponibili a offrire risposte a domande, dubbi e preoccupazioni che possono venire a presentarsi nelle diverse fasi evolutive dei propri figli.
Non per ultimo, osserviamo con allarmante preoccupazione la crisi anche dell’istituzione della famiglia, in una società sempre più precaria e fluida, con inevitabili e critiche ripercussioni sui soggetti coinvolti, in modo particolare sui soggetti più deboli, i figli.
Di qui nasce l’idea di creare una scuola per genitori, che rappresenta un progetto di prevenzione primaria, nll’ottica di collaborare e creare sinergie con le altre associazioni e realtà locali e nazionali che operano al servizio di famiglie, genitori e bambini.
Qual è l’obiettivo?
E’ quello di costituire una sede di riferimento per genitori e famiglie, al fine di offrire informazione e formazione ai genitori come anche ai nonni, con specialisti che mettono a disposizione il proprio sapere senza fini di lucro e con la possibilità di poter contare anche sull’opportunità di uno spazio di confronto e di condivisione con altri genitori.
L’offerta formativa che proponiamo e ad ampio raggio: un biennio di formazione suddiviso in un primo anno dedicato ai bisogni evolutivi della fase evolutiva da 0 a 6 anni e in un secondo anno che interessa la seconda infanzia e l’adolescenza. Poi sono previsti brevi corsi formativi tesi ad approfondire tematiche specifiche, che possono nascere anche dalla proposta e dalla richiesta dei genitori stessi.
Inoltre organizzeremo almeno un convegno all’anno centrato su un tema di interesse sociale, in cui coinvolgere anche specialisti esterni ed esperti a livello nazionale.
Infine proponiamo uno spazio di formazione e confronto anche con i nonni, molto spesso coinvolti, se non fagocitati, nel percorso di crescita dei nipoti, trovandosi ad affrontare, spesso disarmati, tematiche e bisogni diversi rispetto al passato.
Perchè solo delle mamme e non dei papà?
L’Universita delle Mamme e una scuola per genitori, pertanto, in quanto tale, rivolta sia ai padri sia alle madri. Tuttavia la scelta di chiamarla “delle Mamme” nasce per iniziativa della Presidente Anna Borgia proprio dalla constatazione che spesso le donne casalinghe che fanno le mamme full time, se interrogate su che cosa fanno e di cosa si occupano, la risposta più comune che danno e “niente”… Come se fare la mamma fosse cosa da poco, che richiede poco impegno e poche energie.
Allora il proposito è quello di dare valore al difficile e complesso ma anche affascinante mestiere di madre e di genitore, di aiutare le madri e i padri a svolgere il proprio compito educativo in modo consapevole e sicuro.
Ad oggi se è vero che i padri necessitano di riappropriarsi del proprio ruolo paterno e della funzione paterna di dare regole e limiti, è altresì vero che anche le mamme necessitano di essere aiutate e supportate a recuperare o raggiungere un proprio equilibrio fra la spinta alla realizzazione personale e professionale e la cura della famiglia, mentre la società le induce spesso a scelte dicotomiche (famiglia o lavoro) e ad allontanarsi dalla propria dimensione di maternità, come se fosse una debolezza che non garantisce spazio di autonomia e di auto realizzazione professionale.
D’altra parte le stesse ricerche scientifiche evidenziano come la maternità induca allo sviluppo di abilità e all’acquisizione di capacità che possono essere funzionali e importanti anche nel lavoro. Da questo punto di vista, mi trovo molto vicina al progetto Maam di Riccarda Zezza.
Le mamme devono imparare a fare le mamme? Non è naturale lo spirito materno?
Essere e diventare mamma, o comunque genitore, non significa saper fare la mamma. Fare il genitore è un mestiere e come tale, richiede l’acquisizione di conoscenze, informazioni e strumenti pedagogici e psicologici. Se ci pensiamo, però, è l’unico mestiere che non richiede un corso di formazione e tutto ciò è paradossale, se non assurdo, se consideriamo che il genitore ha la responsabilità di crescere bambini e ragazzi che rappresentano le generazioni del futuro e che l’ambiente educativo, in particolare il rapporto con le figure primarie di attaccamento, e anche la base principale per una crescita serena e per prevenire lo sviluppo di disagi.
Proprio per questo motivo, la formazione dei genitori dovrebbe essere una responsabilità e una necessità personale ma anche sociale e politica…ma purtroppo la nostra politica non è family friendly.
Ci sono molti uomini con lo spirito materno?
Più che parlare di istinto materno, forse sarebbe più opportuno parlare di “generativita”, intesa come la spinta a generare e dedicarsi a, che non necessariamente confluisce verso i figli. E questo riguarda tanto le donne quanto gli uomini.
I padri di oggi stanno mutando la loro identità, alla stregua delle madri, seppur in termini diversi. I padri di oggi sono padri presenti e partecipi fin da subito nella vita dei figli, padri affettivi e amorevoli, capaci di ascoltare e di esprimere le emozioni e gli affetti ma in contrapposizione alle ePoche passate, necessitano di riappropriarsi della funzione paterna regolamentativa.