Lezione di tolleranza e democrazia, ma anche di solidarietà tra i popoli di ogni razza e religione a Castellana con il Nobel per la Pace Shirin Ebadi.
L’avvocata iraniana Shirin Ebadi, Nobel per la Pace nel 2003, per la prima volta in Puglia, ha
incontrato istituzioni e giornalisti nella Sala Giunta del Comune di Castellana, prima di presenziare come ospite illustre al terzo ed ultimo appuntamento del cartellone Episodi nella Grave delle Grotte di Castellana. Ricevuta dal primo cittadino, il prof. Franco Tricase, nella Sala delle Cerimonie del Comune, le sono stati consegnati alcuni riconoscimenti per il suo incessante impegno nella lotta per i diritti umani. Contestualmente i giornalisti le hanno rivolto alcune domande.
Un incontro con la stampa che, fin da subito, si è trasformata in una vera e propria lectio magistralis, una lezione di vita, tra la pratica dell’esperienza e la teoria della filosofia, per la prima volta di un premio Nobel a Castellana. Tutti a lezione di tolleranza e democrazia, ma anche di solidarietà tra i popoli di ogni razza e religione. La Ebadi, avvocato e pacifista iraniana, prima iraniana e la prima donna musulmana a ottenere un Nobel, è stata accompagnata dal presidente della Grotte di Castellana srl, Domi Ciliberti e dalla direttrice artistica de Il Libro Possibile, Rosella Santoro.
La questione immigrazione nel Mediterraneo, la pace nel mondo, l’atteggiamento dei Paesi europei verso i dittatori, il razzismo e le disuguaglianze ribaltate nel rispetto e nella solidarietà e molto altro: la Ebadi a 360 gradi su temi scottanti e di grande attualità. Significativi alcuni passaggi. Sulla questione profughi: “Trattate i profughi che arrivano dal mare come persone, molti sono figli delle vostre politiche errate“. Poi un monito all’Europa: “L’Italia da sola non può farcela, va solo ringraziata per l’opera che sta facendo. Ma la soluzione è internazionale e devono contribuire anche altre nazioni come Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Germania”. Poi alcune soluzioni: “L’accoglienza dei profughi sia gestita con i soldi che i dittatori rovesciati hanno lasciato nelle grandi banche europee e che sembrano spariti“. Alla domanda su come poter contribuire alla democrazia degli stati islamici: “La democrazia non è un qualcosa da esportare, ma è un principio da trasferire con l’esempio. Alle istituzioni europee dico: ‘non accettate i soldi sporcati dalla corruzione portati qui da certi dittatori’. Infine sulla questione di una nuova ondata di razzismo in Italia e un Europa: “E’ causata dalla paura della diversità, perchè si ha paura di quello che non si conosce. Io sono musulmana, vesto come voi, sono come voi, dimentico che voi siete cristiani, dimentico le differenze. La mia speranza è che sparisca l’intolleranza. Con i Talebani l’uso delle bombe ha creato maggiori adesioni nelle loro file. Lo stesso errore si sta compiendo con l’Isis. La cattiva ideologia si sconfigge con l’insegnamento della democrazia. Non bombe, ma libri vanno buttati sugli integralisti “.
Domi Ciliberti ha ricordato un proverbio di Teheran: “un albero dai frutti ricchi di contenuto si piega verso il basso”. Shirin Ebadi ci sta insegnando a guardare con occhi benevoli verso il basso, verso chi ha meno di noi.