VINCENT RIOTTA: “U mussumolisi alla conquista del Mondo”
Attore di fama internazionale, Vincent Riotta, nato a Londra, da genitori italiani, è fiero delle sue origini siciliane. Potremmo definirlo: “u mussumolisi” alla conquista del Mondo.
La passione per la recitazione, per il teatro, che ha sin da bambino, lo porteranno a frequentare a Londra la prestigiosa Royal Academy of Dramatic Art, dove nel 1982 vincerà il premio come migliore attore. Il suo talento gli permette di interpretare tantissimi ruoli, in varie parti del mondo: Italia, Inghilterra e Stati Uniti.
Scorrere la sua filmografia è incredibile ed impressionante per la quantità di titoli e di lavori che ha realizzato. Impossibile citare tutti i ruoli da lui interpretati, in ambito teatrale, televisivo e cinematografico… qui ne voglio riportare solo alcuni: Tommaso Buscetta nella serie di gran successo “Il Capo dei Capi”, diretto da Alexis Sweet; “Nine” nel ruolo di Luigi (marito di Penelope Cruz) diretto da Rob Marshall; “Sotto il sole della Toscana” nel ruolo di Martini, diretto da Audrey Wells; “Rush” nel ruolo di Mauro Forghieri, ingegnere progettista di auto di formula1, diretto da Ron Howard.
Essendo lei un grande attore, che stimo, in questa intervista, le domande che vorrei sottoporle sono veramente tante, ma mi rendo conto che sarebbe impossibile farle tutte. In alcune sue dichiarazioni, l’ho sentita citare il termine pazzia, quindi, incuriosita da cio’ inizio chiedendole: caro Mr. Riotta, cos’è per lei la follia?
Grazie per i tuoi gentilissimi complimenti…
Dunque la Follia di cui parlo io e quel tipo di ‘follia’ che certi artisti, che certe persone, dimostrano nella loro creatività; nella loro capacità di pensare diversamente, di poter rischiare e calcolare che quel rischio che corri in qualità d’artista o di sportivo o di scienziato è un qualcosa di efficace e originale.
Mi elenca tre principi base che fanno parte della sua vita?
Disciplina, sincerità e gioia.
Parliamo per un attimo di lei e Ron Howard. Sappiamo che nelle scorse settimane è tornato a lavorare con lui. Ci puo’ dire qualcosa in merito al vostro rapporto e a questo nuovo lavoro?
Mi sono sentito molto apprezzato da Ron, soprattutto, quando ho saputo che mi ha voleva per un cameo nel suo nuovo film (avevamo già lavorato insieme in Rush). Ron Howard è una bella persona e un grande professionista, un uomo leale e buono, almeno con me. Spero che il nostro rapporto professionale avrà modo di crescere ancora. Succede raramente che ti trovi realmente in sintonia con una persona, soprattutto con un grande come lui. A maggio mi sono ritrovato a Budapest sul set del suo nuovo film, Inferno, con Tom Hanks. Sono stati giorni piacevoli, ero emozionato, come 33 anni fa quando interpretai il mio primo ruolo. Il film Inferno diretto da Ron mostrerà ancora una volta, di più, il suo talento.
Forse non tutti sanno che lei per alcuni anni ha diretto la Hollywood Boulevard Acting School a Hollywood, Los Angeles. Cosa ha significato questo periodo nel suo percorso artistico?
La direzione della scuola mi ha dato tanta soddisfazione, ma ero a Los Angeles perché volevo, soprattutto, incrementare la mia carriera di attore. Quindi alla fine ho dovuto fare una scelta: lasciare la direzione della scuola. A distanza di 20 anni sono ancora in contattato con alcuni miei allievi di quel periodo. La scuola, l’insegnamento, mi ha permesso di capire quanti sbagli può fare un attore, ma anche come evitarli.
Lei ha alle spalle una lunga carriera: basta digitare il suo nome su Google ed ecco uscire un elenco di titoli, di lavori, di ruoli, incredibile. A proposito di ruoli, qual è stato quello che lo ha maggiormente coinvolto ed emozionato?
I ruoli sono due:
Buscetta nel Capo dei Capi, un personaggio particolare… ho sentito una grande responsabilità nell’interpretarlo, una responsabilità nei confronti della storia che si andava a raccontare, si rappresentava una pagina importante della storia d’Italia. Il ruolo di Buscetta era difficile, ma sono stato felice di averlo interpretato e di aver lavorato con attori e registi così bravi. Eravamo tutti molto coinvolti. Ricordo che provai una forte emozione nella scena del maxi processo … percepivo la rilevanza del mio personaggio nella storia della lotta alla Mafia.
E poi c’è Martini nel film Sotto il Sole della Toscana, un ruolo diverso, romantico. Un’importante produzione Americana, il film ebbe grande successo negli States e in molti paesi del mondo. Andando a Hollywood per la Prima, camminando sul red carpet, mi accorsi, realmente, del riscontro positivo che aveva avuto: mi chiedevano foto, autografi, interviste… è stata sicuramente un’esperienza speciale. Inoltre, in sala, sono rimasto piacevolmente sorpreso per un grande applauso diretto al mio personaggio e quindi indirettamente a me. Un momento che porterò per sempre nel mio cuore.
Il set sul quale si è divertito di più?
ul set del Capo dei Capi, giravamo in Sicilia… la mia terra d’origine. Che gioia parlare il dialetto, quanto abbiamo scherzato… e poi il cibo, la gente… una terra meravigliosa.
Lei ha una mimica facciale fantastica, che le permette di passare da un ruolo all’altro, quasi con “nonchalance”. Le cito due lavori completamente diversi: Da Vinci’s Demon e Amanda Knox . Questo, direi, essere uno degli ingredienti base, in un’ipotetica ricetta del bravo attore. Gli altri quali sono?
La faccia giusta viene istintivamente quando hai fatto determinate ricerche, hai studiato bene il ruolo, il periodo, il contesto… con queste premesse il personaggio appare automaticamente… la chiave è sempre nel lavoro e nell’impegno dell’attore… questo purtroppo non tutti lo comprendono e chi non lo capisce non lo fa. Ammetto che è difficile, io per primo faccio fatica ad incominciare, ma so che se non faccio il lavoro dovuto non avrò altro che frustrazione e delusione… la disciplina è fondamentale…..il talento e la sensibilità sono un dono: o li hai o non li hai.
Ha lavorato con tantissimi registi, un po’ in tutto il mondo. Se potesse scegliere, oggi, da chi essere diretto nel suo prossimo film, chi nominerebbe e perché?
Credo, con Audrey Wells, che mi ha diretto nel film Sotto il Sole della Toscana. La Wells è una professionista sensibile e paziente, una regista che conosce la mente dell’attore. Ma mi piacerebbe molto anche lavorare con Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Steven Spielberg …
E’ figlio di siciliani, emigrati in GB. C’è differenza tra l’emigrante degli anni ’50 e l’emigrante di oggi?
L’emigrante di oggi conosce meglio il mondo; per i miei, trasferirsi dalla Sicilia a Londra, è stato un pò come lasciare la Terra per andare sulla Luna… per ritrovarsi, una volta arrivati, su Marte.
Se fosse nato e rimasto a Musumeli pensa che avrebbe fatto lo stesso l’attore?
Senza dubbio la mia strada sarebbe stata un’altra, ma con l’amore dei miei genitori e ciò che mi hanno trasmesso sarei stato sicuramente un combattente… è nel nostro dna: lottare per ottenere qualcosa di buono; cosa che fanno tanti Mussumulisi nel mondo.
Al cinema la vedremo nel nuovo film di Ron Howard. I suoi prossimi progetti?
Adesso sto facendo un bel ruolo in una serie tv in Inghilterra, molto conosciuta, dal titolo: ‘Mr Selfridge’ … poi mi attende il mio corso di recitazione a Roma, mi piace insegnare. Inoltre spero di tornare in Sicilia per qualcosa di bello e con l’occasione ritornare anche a Mussomeli.
Siamo alla fine della nostra bella chiacchierata, posso chiederle qual è o quali sono i sui sogni nel cassetto?
Allora professionalmente il sogno di ogni attore: vincere un Oscar. Inoltre mi piacerebbe invitare degli attori italiani, a Londra, al mio corso di recitazione. Lo studio è importante, ma anche la conoscenza della lingua inglese lo è per chi fa il nostro mestiere. Per quanto riguarda, invece, la mia vita personale il mio sogno è quello di dare un futuro alla mia famiglia, a mia figlia. Ed infine, ma non ultimo, invecchiare serenamente insieme a mia moglie.