(Il potere di chi guarda su chi è guardato)
Le effimere e la fortezza
Da piccola sognavo di diventare bella.
Non lo sono ancora diventata e così ancora aspetto.
Non mi guardo con attenzione allo specchio perché scappo e non poso quasi mai lo sguardo. Quando lo poso, però, di solito non mi piaccio perché trovo troppi spigoli sulla mia faccia.
L’altro giorno però, mi sono guardata e mi sono vista. Ero bella.
E’ accaduto che una estetista ha deciso di regalarmi il suo tempo e il suo sguardo su di me. Sì, dico davvero: Rita mi ha regalato un pomeriggio. E’ una cosa rara (ma vi debbo confessare che nella mia vita sono accadute più cose rare che cose normali) ed è stato per me un potente esercizio. C’erano il bucato da stendere e la lavastoviglie da svuotare, c’erano mille cose da fare ma… il suo fermarsi per me ha fermato me.
Mi sono fermata.
E quando lei mi ha detto che mi potevo guardare… mi sono vista bella.
E il trucco era leggero, curiosamente non era una maschera ma il suo contrario: aveva aggiunto ma non per coprire, per rivelare.
Rita è una estetista particolare: non lavora solo con le mani, ma anche con gli occhi. Credo che questo sia un dettaglio cruciale: dovremmo saperlo tutti che chi lavora con le persone – sia che usi le mani sia, come me, che usi le parole – lavora innanzitutto con gli occhi.
Eppure un sacco sono chiusi. Un mondo di orbi: tra estetiste, professori, assistenti sociali, insegnanti, capi del personale… pochissimi sanno del potere degli occhi quando guardano.
Gli occhi che guardano insegnano come guardare.
Grazie a Rita per avermelo ricordato.
I miei spigoli – sia quelli di fuori che quelli di dentro – ora sono un po’ più tondi.
Mi sono vista.