La solitudine può essere una tremenda condanna o una meravigliosa conquista.
(Bernardo Bertolucci)
Meglio in solitudine che soli con la persona sbagliata
(Lifecoach)
Quando ero bambina vicino a casa mia vivevano due sorelle che erano rimaste sole, senza parenti e frequentavano pochissime persone. Il grande desiderio che avevamo, con il gruppo di amici del quartiere, era quello di visitare la loro casa, avvolta, a detta dei più, in un’atmosfera misteriosa e quasi magica.
La loro solitudine scelta o subita era per noi fatto inspiegabile e talmente inusuale da essere considerato molto strano o addirittura sospetto. Nel collegio che ho frequentato durante le scuole primarie una delle suore minacciava continuamente quelle di noi dal carattere più ribelle ripetendo che nessuno ci avrebbe volute e che saremmo rimaste sole quindi condannate all’infelicità eterna.
Sono passati oltre quarant’anni d’allora e la solitudine oggi, non essendo più fortunatamente una situazione sospetta, è pur sempre fatto che viene vissuto con una certa mitigata diffidenza e dovuta circospezione.
Quella signora vive sola, strano, sarà vedova o forse non avrà voluto maritarsi o peggio ancora nessuno l’avrà voluta come moglie. Quell’uomo vive solo? Potrebbe essere stato abbandonato dalla compagna o essere omosessuale, come fossero condizioni che condannano ad una vita in singolo.
Tutte queste fantasie corrono spesso sulla bocca dei benpensanti con la facilità di un vento che passa veloce e determina errate censure o sciocche credenze prive di qualsiasi forma di cultura.
La solitudine cercata dai filosofi e dai maestri come primo elemento di elevazione spirituale, come primo momento in cui si fa i conti con se stessi per misurarsi col mondo e auto valutarsi è stata troppo spesso bollata alla stregua del ghetto in cui venivano rinchiusi streghe e i maghi nei secoli passati, lontani e soli, nel loro antro, con corvo e gatto nero, come unici compagni.
Quante sono le persone single nel 2015 in Italia?
Da una stima recente del Censis oggi vivere la soli è la forma familiare più diffusa e quella che nel tempo cresce di più. I single sono quasi 7 milioni di italiani ovvero il 13,6 per cento della popolazione.
Scelta di indipendenza o motivo di depressione?
Sono talmente tante le persone che vivono sole e non parlo degli anziani che hanno perso il partner, da formare una nuova categoria sociale.
E’ pur vero che le relazioni e i rapporti tra i generi sono sempre più frettolosi e difficili, che molti sono rimasti tanto delusi da affetti gettati velocemente e rapporti consumati in fretta che non pensano più nemmeno un attimo a riformare una coppia per il timore di soffrire di nuovo o restare nuovamente delusi o abbandonati
La solitudine è interrotta dalla digitazione sullo Smartphone che ci collega, sempre a debita distanza, con mondi virtuali nei quali a nessuno è dato di entrare se non coll’avviso accettato di un sms.
Teniamo il mondo fuori dalla porta e permettiamo a pochi, veramente pochi, di conoscere la vera essenza delle nostre giornate e soprattutto ci mascheriamo dietro tanti profili del desiderio…
(continua)