Lo Zoo di Marilù Oliva (Elliot Edizioni) è l’ultimo romanzo di Marilù Oliva. Dopo Le Sultane, Lo Zoo. Un noir dove il tempo non si può arrestare
di Federica Belleri
Silvana Pampanini, Gina Lollobrigida, Sofia Loren, Moira Orfei, Milva. La castellana della tenuta di Pescoluse a Lecce, nel Salento, mi ha ricordato un mix fra queste donne ben note; gli occhi fieri e attenti, la caparbietà e il potere.
Ma anche il terrore del tempo che passa e la difficoltà nell’accettare i cambiamenti del proprio corpo. Non me ne vogliano le persone che ho nominato, in vita o dal cielo. La Contessa Clotilde è così. Ha settant’anni ed un passato da star; è ancora piuttosto influente. Il caldo di luglio è torrido, ma la vicinanza con lo splendido mare salentino, spezza l’afa. Il suo Castello è allo stesso tempo sfarzoso e aristocratico. I pranzi sono abbondanti e succulenti, il “must” è ostentare. La donna ha scelto personalmente i suoi più stretti collaboratori, che si comportano da sudditi.
La seta di cui spesso si ricopre, scorre sinuosa lungo il suo corpo abilmente ricostruito, mal celando la sua crudeltà e il suo egoismo. La tenuta è luogo di incontri, di sussurri e di progetti, di accordi siglati da uno sguardo. Sembra un’isola protetta, sicura, inespugnabile. Clotilde favorisce, ascolta, ordina e non ammette errori. Pretende che tutto venga ricambiato. È egocentrica e il suo gioco di potere la fa sentire una regina, inattaccabile. Ha una missione per soddisfare il suo ego: costruire uno Zoo per ospitare creature uniche. Sette gabbie indistruttibili, sorvegliate da un Guardiano. Sette fenomeni da esporre, in un misto fra museo vivente e Show dei Record. Sette individui, scherzi della natura o della scienza, che non hanno possibilità di scelta. Vengono rinchiusi e osservati da pochi fortunati spettatori. Sono grotteschi ma reali. Sono indifesi ma vivi.
L’Uomo Scimmia, El Pequeño, la Donna Anfora, l’Angelo, la Sirena, il Ciclope e la Strega. Personaggi di questa storia assurda di complicità e sospetto.
Ne siete convinti? E se non fosse così? Ammirerete anche voi le creature con occhio chirurgico e sezionatore? Oppure le osserverete come se fossero esposte in vetrina? Da che parte vorreste essere? Riuscireste a fissare quelle gabbie con distacco o vi sentireste in colpa? Opportunismo o opportunità? Quale sarebbe per voi la linea di confine?
Questo è il romanzo di Marilù Oliva. Dopo Le Sultane, Lo Zoo. Un noir dove il tempo non si può arrestare, dove è possibile un patto fra normalità e diversità, dove il prestigio si desidera ad ogni costo. In un Castello, dove tutto diventa solenne, anche la musica e la cucina salentina. Esiste un colpevole, un perverso, uno sciacallo? Chi lotta allo stremo con la propria coscienza? Chi è disposto ad andare fino in fondo?
Marilù Oliva mescola le carte e riavvia il gioco. La verità diventa bugia, la morte e la vita questioni di un attimo; come un secondo, un minuto, un’ora. Tutto si dilata o si restringe a seconda dell’importanza data o dal punto di osservazione scelto. Tutto si rimette in discussione, si intreccia e si svela, per ciò che è.
Lo Zoo. Carnale, perverso, viscido. Decisamente sconvolgente. Tutti sono protagonisti, iniettati come un veleno, difficile liberarsene. Forte la denuncia, forti i toni, dissacranti i pensieri (forse più delle parole scritte). Dolce il sentimento, marcata la pulsione sessuale. Disarmante l’ignoranza, triste la crudeltà. Il risentimento impregna le pagine, la rabbia trasforma gli spigoli in armi taglienti. La dipendenza è nebbia per la mente e per gli occhi, la debolezza è palpabile. L’ironia alleggerisce alcuni passaggi. Ma tutto, davvero tutto, torna. Come la risacca del mare, come le domande senza una risposta. Questo romanzo resta, presente, sconquassa le viscere e provoca tachicardia. Lo Zoo delle oscenità, che sappiamo mascherare in modo magistrale. Un luogo dove tutto è davvero possibile. Ottima lettura.