C’è infedeltà e infedeltà, recentemente una sentenza della Suprema Corte di Cassazione ha ribadito con dovizia di motivazione ed ampia argomentazione, la differenza tra un adulterio e un altro.
di Avv. Simona Napolitani
In pratica, i Giudici affermano che la relazione di un coniuge con estranei rende addebitabile la separazione non solo quando si sostanzi in un tradimento ma anche quando, in considerazione degli aspetti esteriori con cui è coltivata e dell’ambiente in cui i coniugi vivono, dia luogo a plausibili sospetti di infedeltà e comporti offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge. Nella caso in esame i Giudici hanno ritenuto che nella condotta della moglie non fossero ravvisabili i connotati di una relazione sentimentale adulterina, né che l’intercorso rapporto platonico, limitato a contatti telefonici o via internet, con altro uomo – peraltro residente a notevole distanza – e privo di un reciproco coinvolgimento affettivo fosse suscettibile di tradursi in comportamenti offensivi per la dignità e l’onore dell’altro coniuge. La relazione tra la moglie e “l’altro” si può, in sostanza ascrivere ad una relazione platonica, che non ha avuto ricadute sulla figura del marito, si è trattato, in sostanza, di un contatto su internet, con condivisione e ricambio da parte di lei, dell’eventuale infatuazione di lui.
E’ singolare verificare come l’evoluzione e lo sviluppo dei mezzi informatici abbia interferenze anche sull’assetto dei rapporti sociali, in particolare di quelli familiari, i cui partner oggi vedono nella telematica una risorsa per ovviare alla loro solitudine – che spesso si avverte anche all’interno della vita matrimoniale – intrecciando relazioni e rapporti che negli anni passati non avevano modo di realizzarsi. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione ha, pertanto, creato delle nuove figure, come quella dell’adulterio platonico, assurte ad esame e all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria.
In questo solco, trova spazio una particolare ipotesi di violazione del dovere di fedeltà coniugale: l’adulterio cd. “apparente” (chiamato anche platonico o sentimentale), che si sostanzia in un comportamento che crei l’apparenza di continue e sistematiche violazioni del dovere di fedeltà, anche se l’adulterio, in concreto, non si sia verificato.
Comunque, la giurisprudenza non ha dato il via libera ai rapporti platonici extra coniugali, senza se e senza ma, in quanto ha posto dei requisiti; in particolare ha affermato che esso costituisce causa di addebito qualora:
a- la condotta del coniuge infedele sia tale da ingenerare nell’altro coniuge e nei terzi il fondato sospetto di tradimento;
b- il comportamento sia animato dalla consapevolezza e dalla volontà di commettere un fatto lesivo dell’altrui onore e dignità;
c- dalla condotta dell’infedele sia derivato un pregiudizio per la dignità personale dell’altro coniuge, attesa la sensibilità del tradito e dell’ambiente in cui vive.
Insomma, il fine è quello di tutelare l’onore e la dignità del coniuge non solo nella dimensione più intima e privata della violazione subita, ma anche – e soprattutto – nella sua dimensione pubblica.
Ho sempre difeso i principi Costituzionali posti a presidio della persona e della famiglia, tuttora fermamente validi e meritevoli di rispetto, per cui ritengo di condividere il pensiero espresso dalla Giurisprudenza, anche se, ripeto, i sistemi informatici sono talmente entrati nella vita e nelle relazioni private tra coniugi, che spesso si verificano situazioni assai dolorose, che meriterebbero particolari tutele anche se non ledono la “dimensione pubblica” dei partner.
2 commenti
Molto reale. Penso che accada più spesso di quanto non si pensi, anche perché, ad una “amica/o del cuore” virtuale, con davanti non una persona ma una tastiera, cioè come se fosse un alter ego, spesso si confidano cose del proprio pensiero sul proprio rapporto di coppia che mai uno o una avrebbe facilmente confidato non solo all’altro coniuge, ma neanche ad un amico e neanche a se stesso o stessa che sia. L’autrice chiarissima nell’esposizione di questo nuovo fatto sociale.
L’adulterio via internet è una condizione reale che può generare dissapori nell’affidabilità di coppia soprattutto se questa presenta delle fragilità e incomprensioni.
Il confidarsi con una persona fuori dal menage familiare, anche se a distanza, rende più evidente una condizione di solitudine vissuta da uno dei partner in quanto si basa su confidenze che al contrario non sarebbero rese manifeste e che possono sfociare in separazioni.
Quindi che fare, vivere l’incubo di essere scoperti seppure senza un reale tradimento o non farsi coinvolgere?
Questo è un dilemma!