Paola Natalicchio è una giornalista professionista, nel 2005 è stata la capo ufficio stampa del Comitato nazionale per il Sì ai referendum sulla procreazione medicalmente assistita.
La pagina che da ieri (18 luglio ) compare su FB è: Paola non mollare
https://www.facebook.com/pages/Paola-non-mollare/951033224918189
Chi é Paola?
Paola Natalicchio è una giornalista professionista, nel 2005 è stata la capo ufficio stampa del Comitato nazionale per il Sì ai referendum sulla procreazione medicalmente assistita.
Nel 2006 è stata capo ufficio stampa e portavoce del Ministro per le Politiche giovanili e le Attività sportive Giovanna Melandri.
Nel 2008 è diventata portavoce di Patrizia Sentinelli, viceministro agli Esteri e coordinatrice romana de La Sinistra L’Arcobaleno, con funzioni di addetta stampa e responsabile della comunicazione.
Poi è arrivato l’impegno all’Unità di Concita De Gregorio, cui seguono altri incarichi professionali di rilievo nel campo dell’informazione.
Nel 2013 firma il romanzo “Il regno di Op” (ed. Einaudi), che raccoglie i post dell’omonimo blog nel quale ha raccontato le vicende autobiografiche di genitori di bambini oncologici, esperienza che l’ha personalmente coinvolta.
Nello stesso periodo è arrivata la scelta di tornare nella sua Molfetta, per tentare l’avventura civica a capo di una coalizione di centrosinistra.
Paola, noi donne, l’abbiamo amata subito per il suo coraggio e determinazione.
Molfetta è una bellissima cittadina del nord barese dove imperversava il potere assoluto del sindaco Antonio Azzolini, (Antonio Azzollini è un politico italiano di lungo corso, già senatore di Forza Italia e del Popolo della Libertà esuccessivamente del Nuovo Centrodestra che ora è in altre vicende coinvolto)
Un Sindaco un po’ misogino che per il suo Governo, formò una Giunta comunale tutta al maschile, infischiandosene anche della norma antidiscriminatoria presente nello Statuto cittadino.
Con le donne delle associazioni pugliesi e degli organismi di parità della regione Puglia, facemmo ricorso alTar che ci dette subito ragione ma, fu impugnata dello stesso Sindaco, che pur di non inserire neanche una donna nel Governo della città, portò il giudizio fin in Consiglio di Stato ottenendo una sonora sconfitta
Come non amare quindi Paola Natalicchio che a sorpresa, due anni fa, a capo di una coalizione di centro sinistra, candidata in una lista civica, diventò La nostra Sindaca.
Ora Paola Natalicchio si è dimessa da sindaco di Molfetta. Lo ha fatto nella tarda serata del 17 luglio e lo ha dichiarato lei stessa con un post sul suo profilo facebook: “Non è un tradimento – scrive -. Se l’ho fatto è proprio per non tradire il patto del 2013, messo in crisi da un Partito Democratico che dopo le dimissioni prima di un assessore e poi del presidente della commissione urbanistica ha dimostrato di volersi porre come elemento di destabilizzazione del nostro progetto”.
Pare siano strascichi della appena terminata campagna elettorale riposizionamenti, divisioni e richieste di modificare l’assetto politico in giunta insomma, nulla di più lontano da un necessario e buon Governo Comunale
“Ho fatto argine finché ho potuto – aggiunge Natalicchio – credetemi, finché ho potuto. Ho amato con ogni mia cellula questo lavoro di servizio alla città, ho stravolto la mia vita per 25 mesi indimenticabili in cui ho vissuto solo in funzione del bene di Molfetta. Spero di aver lasciato un umile segno di impegno civico – ha concluso – e di aver seminato un pò di speranza nella buona politica
Dov’è l’amore per la città? Non chiedetelo a me, non sbagliate indirizzo. Mi hanno terremotata, per settimane. Non c’è niente di personale nelle mie dimissioni. Niente di psicologico. Sono dimissioni politiche. Che piaccia o no. Ci sono le carte sul tavolo, ci sono i fatti. Chi lavora per la pace e per l’unità rinuncia agli strumenti di guerra. Il Pd da 16 giorni non mi ha dato il piacere di valutare alcuna richiesta senza un ricatto sul tavolo. Porgo i miei sinceri complimenti. E le mie scuse alla città se non sono più disponibile a fare questa vita. Un sindaco non è
una monade. Deve avere una squadra dietro che rema nella stessa direzione della corrente. Queste condizioni sono venute a mancare. Alzo le mani, con grande dolore”. Ora le dimissioni che, per legge, sono revocabili entro 20 giorni. tra le tante testimonianze di solidarietà vi è questa di Elvira Zaccagnino molfettese nostra compagna di tante battaglie: “Non molliamo noi e soprattutto non molliamola noi Paola Natalicchio
Oltre i partiti e le maggioranze ci siamo noi cittadini, di Molfetta e non, che in lei e nel suo percorso politico e amministrativo abbiamo visto una speranza e una possibilità di una politica efficace per tutti e non per i soliti o per pochi.
Più siamo, più chi vuole rappresentanze e posti da occupare, sentirà che accanto a lei c’è un popolo di cittadini. Non un partito
Se una come Paola Natalicchio molla, lei che ha sfidato i draghi e le tempeste, vuol dire che il potere della politica è proprio una cosa marcia dentro.
Se lei che ha abitato Il Regno di Op e lo ha raccontato e ci ha detto che da lì si esce, dice basta al Regno del Potere (che sia Molfetta o un’altra città poco importa), non una ma diecimila domande dobbiamo farci noi.
Le tattiche rendono marginali gli onesti. Che si dimettono.
Anche nel vangelo è previsto: ‘scuoti la povere dai calzari’ e lascia quella casa.
L’onestà resta ancora una colpa.