Concita De Gregorio ha presentato il suo nuovo romanzo “Mi sa che fuori è primavera” ( la Feltrinelli ), al castello di Bitritto sulla storia delle gemelle Schepp e del dolore e rinascita della loro madre Irina.
Al Castello di Bitritto, il Festival Cinema&Letteratura “Del Racconto, il Film”, nell’ambito di “DEL RACCONTO, LA LIBERTA’ “ ha ospitato Concita De Gregorio con il suo nuovo romanzo “Mi sa che fuori è primavera” ( la Feltrinelli ), sulla storia delle gemelle Schepp e del dolore e rinascita della loro madre Irina.
Ha letto un toccante brano dal libro sull’amore fraterno, l’attrice Gaia Saitta.
Bitritto è diventato luogo di ascolto e condivisione con Concita De Gregori: “Ciò che mi interessa raccontare è come Irina possa incollare i cocci rotti. Noi spesso usiamo l’Attack, una colla che fa sembrare il vaso come nuovo. E invece il vero valore di una persona sta nel riuscire a mettere a posto tutti i cocci. L’oggetto, la persona rotta e rimessa a posto vale di più di una sempre intatta. Le persone dopo essersi rotte sono più forti di prima perché hanno visto il confine…”.
Poi ha ricordato il principio, non nostro, delle Ferite d’oro. “Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un’antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore.
Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l’ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l’uomo si uccide. Delle bambine non c’è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l’amore che salda e che resta.
Si può dimenticare ciò che si ha nella mente, ma non ciò che si ha nel cuore, che si ricorda sempre, perché si ama. Una persona vivente si può dimenticare, anche per attimi, ma una scomparsa rimane custodita nel cuore sempre e non si può più dimenticare.
Concita ha anche raccontato aneddoti dall’intervista effettuata ad Irina come anche le dichiarazioni della polizia sull’essere lei italiana ed il marito della svizzera tedesca e non brasiliano, quindi preciso ed attendibile. Così si è soffermata sul significato di pre-giudizio, sintomo di superficialità.
Dal libro:” Mi ha logorata nell’attesa, perché sa, giudice, l’attesa delle persone amate non è una pausa: è un lavoro incessante, una fatica mostruosa, una lotta contro i peggiori dei pensieri. E’ uno spazio che si riempie di mostri e ti sorprende alle spalle. Gli anni passano, i minuti no. Il tempo della vita vola via e insieme ti dice a ogni istante che proprio quel momento avresti voluto e dovuto passare con chi ami, quello e non un altro, non ce ne sarà un altro uguale, e allora perché non è lì, perché ti lascia nell’angolo la persona che da sola darebbe luce e forza alla tua vita, a cui vorresti affidare intera la tua? Dove altro è, e perché? Perché: questa la domanda alla quale nessun libro, nessun luogo, nessun farmaco, nessun mago dà pace.”
CONCITA DE GREGORIO
Concita De Gregorio è una giornalista e scrittrice italiana. Firma di punta della Repubblica, è stata direttrice dell’Unità dal 2008 al 2011.