…non gliene frega niente se non sai nuotare!
In un mondo sempre più caotico, frenetico, dove sei facile preda dei condizionamenti, delle mode e dello stress, molto spesso non ti rimane il tempo per comprendere il senso della vita. La gente muore senza aver avuto la possibilità di crescere veramente. La televisione, il computer, la tecnologia sempre più in rapida evoluzione ti impediscono di pensare, di creare una realtà che sia diversa da quella che domina ogni tuo singolo giorno. Passiamo le nostre giornate come degli automi che fanno di tutto pur di impedirsi di pensare perché, se lo facessimo, ci chiederemmo che senso ha la nostra esistenza.
Quante di noi realmente vivono? Quante si sentono bene nella propria pelle? E quante invece sono insoddisfatte, vorrebbero cambiare, ma non sanno come? La frenesia è il miraggio che ci impedisce di pensare, il sentirsi importanti la malattia che acceca la nostra umiltà, il volere sempre di più, la catena che ci immobilizza alle dipendenze di un datore di lavoro e ci rende schiave di una busta paga. Abbiamo realmente bisogno di più soldi? Per fare cosa, esattamente? Come può, una persona, anche solo pensare di indebitarsi per 30 anni per comperarsi una casa? Trenta anni sono una vita intera nella quale può capitare di tutto e l’imprevisto è all’ordine del giorno.
Siamo accecate da falsi miti, siamo diventate il prodotto di condizionamenti esterni al punto di riprodurre schemi non nostri. Diciamo persino cose in cui non crediamo. E ci sentiamo importanti perché siamo parte del sistema.
C’è chi resta bloccata nel meccanismo “lavoro, spendo, lavoro di nuovo per spendere ancora” per tutta la vita perché non ha gli strumenti per uscirne. Viviamo nel terrore di una scelta diversa. Molto spesso non tentiamo nemmeno un’altra via per mancanza di una visione a lungo raggio. Non ci rendiamo conto che la nostra vera rovina è restare intrappolate esattamente dove siamo. Il cambiamento ci spaventa, come se il nostro modo di vivere non fosse di per sé terrificante. Abbiamo paura che cambiare possa essere pericoloso: ma non lo è anche non aver mai vissuto, cioè quello che stiamo facendo? L’idea di abbandonare il posto fisso ci scatena il panico, quando quello che dovrebbe terrorizzarci è l’idea che quel posto fisso ci condannerà a 40 anni di prigione aziendale e a 30 anni di mutuo per una casa. Cos’è, dunque, peggio? Desiderare di vivere libere avendo il coraggio di affrontare scelte diverse da quelle delle altre donne o sottostare ad una serie di obblighi che ci incatenano ad una misera realtà? Ci illudiamo di essere sicure perché qualcuno paga il nostro tempo. Ma il nostro tempo viene barattato con dei soldi che qualcuno ci convincerà a spendere per restare nella “normalità”.
Potereconomico.com è una società con sede a Milano che ha fatto dell’educazione finanziaria rivolta alle donne il proprio credo e lotta quotidianamente per sconfiggere l’ignoranza economica che porta inesorabilmente le donne a rovinarsi con le proprie mani. Con Dol’s Magazine pubblica regolarmente “pillole” di finanza personale per debellare la scarsa cultura finanziaria ancora oggi presente in Italia.