Un imprenditore che si rispetti se non va in ferie non ha calcolato l’impatto in termini di costi sulla produttività aziendale.
La cultura e l’educazione catto-lavoratrici hanno creato danni anche nella gestione del tempo aziendale. Spesso ho sentito affermare da imprenditori “no quest’anno niente ferie, si lavora anche sotto l’ombrellone”.
E ho letto post tipo “sono al bar del paesino lucano sul mare, connessione intermittente, famigliola alle spalle con bambini capricciosi che non si decidono tra una ciambella e un ciambellone, sudo copiosamente già alle 8 del mattino, devo lavorare e non ho uno spazio tranquillo…”.
L’ansia sale. L’impatto sull’eco sistema è gigante. Tutti coloro che entrano nell’orbita dell’imprenditore che ha abolito dal proprio vocabolario la parola “ferie” sostituendola con “sacrificio, abnegazione, 24/24” vengono risucchiati nel vortice infausto della depressione e l’effetto è immediato. Nel migliore dei casi l’espressione più comune è “non vedo l’ora finisca l’estate”. Passando per desideri di pioggia anti calore, di nuvolaglia che ispiri altre ore di sacrificio. Finalmente i post degli amici non imprenditori, tramonti sul mare, aperitivi in spiaggia, scalate di pareti verdeggianti, sorrisi e occhiali da sole saranno sostituiti da post di traffico urbano, scuole ricominciate, occhiaie da sveglie all’alba. E tutto tornerà nell’alveolo della (falsa e falsata) produttività.
“Un imprenditore che si rispetti non va in ferie”.
Il problema è che molti hanno davvero preso sul serio questa affermazione e ne hanno fatto un solido principio o stile di vita. Il fatto è che non hanno calcolato l’impatto in termini di costi sulla produttività aziendale.
Se è vero che chi decide di fare l’imprenditore deve essere ben consapevole che non sia una condizione a intermittenza, cioè faccio l’imprenditore dalle 9 alle 18, escluso il sabato e la domenica, perché si sa che non è così; si sa che si va a letto con il pigiama dell’imprenditore e lo si è anche quando si nuota coi delfini, perché è una condizione totalitaria, che permea tutti i pori della pelle e tutti gli spazi di vita. Se questo è vero e io posso dire che lo è, allora nel business plan della propria impresa dovrebbe essere contemplata una voce fondamentale: “ricarica” o “rigenerazione dei tessuti connettivi” oppure “tempo per nutrire l’ispirazione, la visione, la tenacia, la caparbietà, la leadership, la voglia di continuare a fare impresa. Tempo per non mollare”.
Questo tempo signori e signore ha un nome, e guarda caso così come Impresa, anche questo è un Sostantivo Femminile: FERIE.
Ebbene si.
Anche le FERIE sono da contemplarsi in un Business Plan alla voce Investimenti.
Le NON Ferie, sia starsene in azienda anche quando tutti, pure il portiere dello stabile e il bar all’angolo sono chiusi per ferie, sia accompagnare la famiglia al mare o in montagna per poi imprecare come ossessi perché non si riesce a lavorare in pace, produce solo danni (ansia diffusa, disequilibri psicofisici, cefalee e cattiva digestione) ma soprattutto non genera valore.
Nessuna nuova prospettiva o visione, nessuna dinamica produttiva, nessun nutrimento, niente di nuovo.
L’Imprenditore Senza Ferie e tanti Sensi di Colpa ha inferto un altro colpo all’eco stabilità del sistema azienda senza rendersene conto.
Finchè un giorno sul suo cammino speriamo appaia il Guru delle Ferie, quel personaggio simpatico e un po’ istrionico, una via di mezzo tra un Coach e un Bagnino, che con la scusa di un nuovo imperdibile deal, riesce a trascinarlo altrove. Sul pennacchio di un monte verdeggiante vista mare e click! gli fa scattare la molla della passione, gli ricorda i prodromi del suo fare impresa, gli fa risentire quel quid che viene da dentro e che distingue un vero imprenditore da un “non avevo alternative”, e gli ricorda che l’origine del tutto stava proprio in quell’idea originaria, venuta a galla dal mare delle sensazioni, quell’idea che va continuamente nutrita e su cui occorre investire, quell’idea meravigliosa che per essere tale deve riprodursi, crescere e confermarsi.
Come?
Prendendo le Ferie senza Sensi di Colpa, vivendo le Ferie in quanto tali, evitando di cercare impossibili connessioni al bar di Gino on the beach o sul pullman che porta a Rovereto o peggio evitando di trascorrere da soli le ferie degli altri lavorando in azienda.
Come sto facendo io in questo momento.
Quindi, aggiungete una cella al vostro BP.exc foglio Investimenti, chiamatela senza alcuna esitazione Ferie. Non abbiate paura di dichiararlo. Metteteci pure un valore economico. Poi a fine anno ne riparliamo. Se siete d’accordo potremo fare una comparazione tra l’anno delle Ferie Godute e gli anni delle Ferie mancate o camuffate da lavoro sotto l’ombrellone. Sono sicura di aver ragione.
E quindi ora me ne vado in ferie 😉
Per conversazioni disimpegnate mi trovate fino al 20 agosto su facebook.
Per conversazioni impegnate dopo il 20 agosto su Linkedin.
Buone Ferie a Tutti.