La danza è uno dei mezzi più adatti per esprimere sentimenti e desideri.
Il corpo della donna araba, occultato dal velo, diventa con la danza, un elemento di comunicazione e di sedizione attraverso la tradizione millenari .
La danza orientale è tradizionalmente praticata dalle donne, esprime interamente la femminilità, la vitalità e la sensualità con il perfetto movimento armonico del corpo in tutte le dimensioni spaziali.
A dispetto del pregiudizio sulla donna araba che mortifica il corpo, contro un modello occidentale di esibizione,la danza del ventre è la risposta del corpo nella sua forza espressiva con la sinuosità del ritmo, associato alla grazia del movimento.
Se nell’antichità la danza si ricollega ai culti matriarcali che propiziavano la maternità ed era praticata dalle donne per le donne, associata alle feste per la fertilità della terra e dei raccolti;oggi la danza del ventre è stata riscoperta nel suo significato terapeutico per i benefici che apporta alla circolazione sanguigna , al transito intestinale, al ciclo mestruale,ai dolori della colonna vertebrale e del bacino.
La danza in cerchio con le donne esprime felicità, senso di fiducia per le proprie capacità ; con la fierezza dello sguardo si intuisce che lo stato di appagamento è raggiunto dalla precisione del movimento , per l’attivazione di parti del corpo dimenticate e non flessibili nella donna che si allena in palestra e corre dalla mattina alla sera .
I piccoli movimenti del pavimento pelvico fortificano la muscolatura del bacino e creano la stabilità del centro del corpo a livello dell’ombelico.
E’ nella pancia, nel centro vitale, che si caricano tutte le tensioni e solo la giusta postura può ,con l’ addome ben allenato nel suo tono interno, antagonizzare le false curve della colonna.
Creare movimenti flessuosi circolari , ad otto, a forma di cammello al ritmo di vibrazioni di strumenti a corde, percussioni, suoni di campanelli esercita sulla persona un profondo rilassamento del respiro e crea una forma di coscienza che si accorda con l’inconscio.
Questa energia positiva esercita il fascino seduttivo della danza sul pubblico e crea un effetto piacevole nella coreografia, con il movimento di fasce e campanelli, che si muovono secondo un flusso morbido alternato ad imprevedibili scatti.
Infatti, è propria della danza del ventre , la coreografia di passi egiziani , tunisini di avanzamento
della donna, con l’improvvisa creazione di movimenti di lateralità orizzontali e verticali che creano quello spazio circolare in cui la ballerina si muove su se stessa.
Il ritmo flessuoso è lo spazio chiuso nel quale si muove il corpo e diventa il centro vitale che attiva tutti i movimenti sincroni delle braccia e delle mani in perfetta coordinazione.
I veli creano l’atmosfera del nascondimento e dello svelamento del corpo , la maestria della danzatrice è l’elemento di forza espressiva sulla musica…. che incanta e Sherazade ancora una volta ci ripropone le sue favole, i rituali che noi donne occidentali non abbiamo mai conosciuto.
Forse le nostre nonne hanno provato ad incantarci con una fiaba ,ma le abbiamo dimenticate!
Il modello femminile va verso un recupero di quella ritualità che ci farebbe ripercorre la strada a ritroso, per riconquistare la femminilità che ogni donna dovrebbe possedere per se stessa e per donarla al proprio uomo.
É lontana da ogni competizione, quella donna che sapientemente si riappropria di tutti i movimenti che possono creare sicurezza e appagamento, fuori dalla ripetizione di modelli ossessivi di bellezza-seduzione che sono la rappresentazione della donna occidentale.
La bellezza risiede nell’armonia, unica e irripetibile della persona che, a dispetto di ogni inibizione e pregiudizio, comprende dalle protagoniste dell’altra metà del cielo, che hanno molto da insegnarci nel nostro universo privo di tabù e senza veli.
Il sesso vissuto come forma di potere, la poligamia, sono argomenti scottanti misconosciuti dalle donne occidentali, il silenzio di un velo e la copertura di un corpo sottendono anime sospese.
Il ballo è la risorsa di una forma espressiva che colpisce più della parola urlata, il corpo della vanità si trasforma in strumento di riscatto per donne che non possono parlare.
Le donne LIBERE, consapevoli della potenzialità del proprio ventre, della VIS GENERANDI, in senso lato, possono creare quegli orizzonti di tranquillità in se stesse per far rifiorire nel proprio grembo la calma che lascia svelare gli orizzonti appena abbozzati, spesso frettolosamente rifiutati, di sé in cambio di una banale e tranquilla omologazione nella società che, spesso le annienta.