Quanto la connotazione delle professioni influenza le scelte delle ragazze.
There was an enormous body of masculine opinion to the effect that nothing could be expected of women intellectually. Even if her father did not read out loud these opinions, any girl could read them for herself; and the reading, even in the nineteenth century, must have lowered her vitality, and told profoundly upon her work. There would always have been that assertion—you cannot do this, you are incapable of doing that—to protest against, to overcome.
Virginia Woolf (A room of one’s own)
In Europa e negli Stati Uniti, gli studi in materie scientifiche e le professioni tecnologiche sono molto connotati verso il maschile, tanto da indurre nelle ragazze la cosiddetta “minaccia dello stereotipo”. Ricordo un esperimento condotto come tesi da tre dottorandi (Spenser, Steele e Quinn, 1999. L’esperimento riguardava l’influenza della minaccia dello stereotipo sulla perfomance in matematica di un gruppo di ragazze. Nell’esperimento, le ragazze avevano punteggi minori dei ragazzi quando era detto che le ragazze avrebbero trovato difficili i test di matematica.
Altrimenti I punteggi erano uguali tra ragazze e ragazzi.
L’esperimento ha più di 15 anni, ma il lavoro di Corell è recente. Nel 2006 la sociologa Shelley Corell analizzò lo stereotipo dominante secondo cui i maschi sarebbero naturalmente più portati e bravi nell’informatica delle femmine. Sebbene questo giudizio sia falso, esso ha tuttavia un potere di determinare la realtà, influenzando i maschi verso certi interessi e scoraggiando le femmine. Infatti, l’interesse verso un certo curriculum di studi o una professione deve essere anche rafforzato (soprattutto ai giorni nostri, in una così grave crisi occupazionale) dalla certezza, dall’auto affermazione di essere anche potenzialmente portati, bravi. Non solo, ma la valutazione mediante è oggi quasi insindacabile, per cui se una ragazza “va male” a un test scientifico, si sentirà inadatta e anche incapace a studiare scienze, o matematica, ecc.
Ovviamente, non sempre questi stereotipi sono comunicati deliberatamente da menti ree, poiché per lo più si tratta di comunicazioni inconsce, o battute di spirito, commenti senza pretese e comunque sempre molto influenti. Soprattutto, questi falsi giudizi funzionano quando gli studenti sono piccoli, perché i bambini e le bambine fanno la scelta della loro carriera scolastica molto presto, quando ancora l’influenza sociale è molto alta.
L’aspetto sottolineato dalla Corell è che la rarefazione delle ragazze nelle carriere scientifiche è un dato straordinario in tutta Europa e negli Stati Uniti, straordinario e persistente, senso che si conferma al di là delle lingue, culture, religioni, livello economico delle famiglie, come se esistesse un filtro ad hoc per loro.
La sociologia recente ha dimostrato che il genere è un sistema a multi livello che non riguarda solo l’identità e il ruolo a livello individuale, ma comprende anche il comportamento tra individui e le interrelazioni, la cultura, le credenze e la distribuzione delle risorse. Questi multi livello contribuiscono nella generazione – e a traslare da una generazione all’altra – l’inegualità di genere, che si dimostra così essere un sistema molto stabile e conservativo.
È come se le ragazze avessero bisogno di un “permesso speciale”, di un’approvazione generale per iscriversi a corsi di studio di scienze o di matematica.
La ricerca di Jacobs and Eccles (1985) mostrò che la falsa credenza delle superiori capacità innate nei maschi nelle scienze era trasferita dalle madri ai figli; ma uno studio della National Science Foundation indicò che anche presso i professori di matematica, maschi e femmine, era dominante lo stereotipo che le ragazze fossero meno brave.
Molto interessante è l’effetto dello stereotipo al contrario, vale a dire che molti maschi sovrastimano le loro abilità matematiche e scientifiche e scelgono studi e carriere che si riveleranno poi fallimentari (presunzione di competenza).
Uno – uno tra i tanti – problemi che affrontano le bambine e ragazze nel loro interesse verso le STEM è la rarità sociale dei gruppi di pari: gruppi, comunità, tribù di ragazze (ma anche con ragazzi) con cui scambiare idee, soluzioni, compiti, sfide, gadget, prodotti. Tutta la gadgetteria sul mercato è orientata a una “clientela” di giovani maschi – e i loro parenti.
Women in Computing è una Action organizzata da ECWT, lo European Centre for Women and Technology per contribuire a creare questa dinamica di gruppo, con un evento dedicato al 200esimo anno della nascita di Ada Lovelace (Brussels, 9-10 dicembre 2015) . Riunirà ragazze, professioniste, aziende, settore dell’educazione. Io parteciperò a nome di Scuola di Robotica con un intervento dedicato al movimento delle MakeHer. Vi scriverò appena tornata.
ECWT: www.ecwt.eu
Women in Computing: http://www.womenincomputing.eu
(Seymour and Hewitt 1997).