Il messaggino: un pensiero per sentirsi vicini o una perversione?
L’”Uomo SMS” è forse la mia passione, non crea problemi, sembra sempre interessato alle mie cose, è un trionfo di dolcezza e di attenzioni; insomma chi l’ha inventato questo gentiluomo degli anni Novanta? Ti manda fiori ed emoticon, fotografie, partecipa a tutti gli attimi della giornata e non ti fa sentire da sola. La percezione di un disagio può essere solo quella di dover occupare la mente con l’elaborazione di una risposta immediata o differita nel tempo. Ma, a ben pensarci, lui ci impiega molto tempo per rispondere, che non è segno di spontaneità. Forse ci pensa bene a quello che vuole scrivermi per farmi emozionare?
Io, comunque mi sento felice di fantasticare e dedico a lui i miei pensieri, perché è lì, pronto sul mio display… on line, su whats up. Baci, abbracci e buonanotte… ma, quando ci siamo veramente baciati l’ultima volta? Un mese fa dopo la cenetta romantica sui Navigli, e poi tutto da interpretare. Silenzi romantici? Vaghe nostalgie rianimate dal mitico SMS. Dopo un po’ di tempo questi messaggini diventano una noiosa ripetizione, senza un reale vissuto. Che credibilità ha un uomo SMS? In realtà, il primo impatto con lui è stato chiarissimo da parte mia, per bloccare questo illusorio contatto, con una secca frase: “Non puoi parlare, hai la raucedine?”.
Il risultato è stato quello di uno squillo immediato, per dare la presenza e un SMS conseguente per ritornare alla posizione di partenza. Sembra che la vita voglia parlare del destino, quando capita di fare un incontro interessante, o solo di una novità: lo spazio che è disponibile ad accogliere l’altro si plasma lentamente intorno ad un punto interrogativo e quando non c’è la giusta progressione di sensazioni, le emozioni si bloccano. L’immaginario che forgia il desiderio e produce immagini fa da sfondo ad un contatto che stenta: la fantasia si estingue? Si è bloccata solo per un attimo dentro di me. Forse già questo è un perdere il piacere di esprimersi perché, a ben pensarci, non serve questa situazione per essere vivi, è un tempo necessario forse all’uomo-SMS, spaventato di esprimersi ed insicuro di vivere le emozioni.
Come una “grande Mamma”, il telefono è la protezione rispetto al contatto con la donna, il gioco che prosegue nell’uomo adulto per assecondare le sue insicurezze, la variabile possibile a quello che non è capace di essere, il tempo di usare un neurone alla volta, se non nessuno!
La sensibilità al piacere è trasformata in una vibrazione o in un arpeggio del whats’up, ridotta al surrogato di un’attesa, con l’ansia del “non ritorno”; il software del mio cuore si sta esaurendo, che succede?
Per fortuna il senso della realtà, conduce al sorriso di un nuovo incontro, spazza via le lusinghe di un telefono che vibra, il cuore torna a battere al ritmo di sempre, il mondo reale è solo per chi è capace di coglierlo.
Lui, l’”Uomo-SMS”, si esprime poco, con frasi fatte, salutini, pensierini, bacini, bacetti e… saluti.
Il vuoto è alla ricerca del pieno: il contenuto è edulcorato da gentilezza e parsimonia, lo stile è prudente e arrogante allo stesso tempo. La realtà che si rivela è una malcelata insicurezza, tinta di una nascosta violenza, la possibilità di esprimersi senza che l’altro possa scegliere: l’SMS arriva senza preavviso.
“La risposta, tra tre giorni”, sarebbe il caso di dire, come nel celeberrimo film I Basilischi!
In realtà, non si può “non” giocare con il vuoto, abitua al movimento leggero, minimo, spazza via lo scenario, il pericolo di essere inghiottiti, la crescita si accompagna alla vulnerabilità, e alla possibile sconfitta. La trasformazione del dubbio in certezza avviene naturalmente, osservando la fine del magico “Uomo SMS”, che a bene pensarci, fa solo ridere!
Altro caso è la scelta del friend for benefit, l’amico che condivide la sessualità. La posizione del single, del separato in casa o altro, innesca amicizie per brevi relazioni sessuali, anche di supporto a storie sentimentali a basso livello emozionale. Tutto sembra molto facile, non vorrei dilungarmi su questa possibilità che oggi si crea nella comunicazione della propria intimità, con pochi permessi da chiedere e molti segreti da svelare.
L’adolescenza sembra non essere mai passata anche per adulti soli e alla ricerca di intimità. Le scarse risorse personali conducono a relazioni superficiali e poco appaganti. Il gioco non è divertente, anche se tutti parlano di storie, rapporti sessuali fuori dal comune, momenti di sollievo, dopo una giornata pesante. Le possibilità di divertimento sono molteplici: la società si arricchisce dalla persona alla ricerca di svago. Ad esempio, per entrare in un club privè, il single sborsa una cifra altissima, rispetto ad una presunta coppia.
La facilità con la quale si riempie la vita del single, attira anche gli uomini e le donne in coppia, che si annoiano e reclamano il divertimento. Per esempio, i centri benessere sono il luogo più accessibile dove trovare le coccole di uno sconosciuto, e questo non lascia alcuna traccia! Neanche il senso di colpa di una trasgressione, perché è un luogo dove nell’anonimato tutto è possibile! Le invenzioni della solitudine sono tante. Le giustificazioni che ognuno potrà darsi per accedere a queste possibilità, saranno sempre più sfumate dalla negligenza con se stessi e dalla mancata attenzione ad un altro che non ha nome!
Sbaglia, però, chi pensa che tutto questo possa avere qualche attinenza con l’Eros: gli incontri “usa e getta” dei privè di provincia potrebbero essere paragonati ad una caricatura dell’Eros. Tuttavia per alcune coppie sono necessari per evadere dalla monotonia di una sessualità maldestra, povera di stimoli: alla fine oggi, ognuno prende quel che si merita, perché l’offerta è ampissima. Si va dal trash alla perversione soft… ce ne è per tutti i gusti!
Si comunica via chat, si fa sesso telematico, ci si lega all’emozione di una voce, perché una relazione sarebbe troppo impegnativa.
testo tratto da:’”l‘intimità perduta, oltre la sessualità alla ricerca dell’eros” Europa edizioni
RACCONTAMI del tuo Incontro, della tua Storia d’amore intitolato con il nome della città che lo ha favorito
Maria Paola Simeone, ginecologa, sessuologo clinico, ha creato il primo servizio pubblico di sessuologia in italia, nella Asl a Bari, per la prevenzione della violenza, per accompagnare le donne nei riti di passaggio della vita dall’adolescenza alla menopausa; lavora nelle scuole per i corsi sull’affettività e sessualità e per la consapevolezza nella comunicazione virtuale; si occupa di adolescenza, menopausa, problemi di coppia, di identità di genere, di dolore pelvico.
E’ membro della FISS (Federazione di sessuologia) e dell’EFS (Società Europea di Sessuologia) e dell’ESSM (Società di Sexual Medicine).
Partecipa ai convegni internazionali e alla ricerca in ginecologia e sessuologia. Autrice del libro ”l‘intimità perduta, oltre la sessualità alla ricerca dell’eros” Europa edizioni
scrivi a mariapaolasimeone@virgilio.it