In Cina le donne con il piedino da Bambola fasciato all’inverosimile sono scomparse, lasciando il posto ad una donna più autonoma e libera delle sue scelte.
Quando ho voluto intervistare Yan Deng, ingegnera cinese che lavora all’Iveco in Italia, ero conscia di parlare con una persona con tradizioni e usi diversi dai nostri ma ciò che non avevo considerato invece era che in realtà i percorsi di vita e di studio poi alla fine si avvicinano gli uni agli altri quando si opera in società multinazionali.
La cinese con il piede fasciato e completamente sottomessa all’uomo è scomparsa anche in Cina, almeno nelle grandi città, lasciando queste tradizioni indietro nel tempo e nello spazio.
Del resto il governo cinese stesso ha emanato delle leggi che tutelano la donna , garantendone emancipazione e autonomia. E le donne stanno facendo la loro comparsa anche in politica, anche se a livelli ancora molto bassi, Le donne in Cina sono il 50% circa della popolazione, troppe per sottovalutarne l’enorme potenziale. In realtà i 2/3 dei lavori produttivi sono svolti proprio da donne. Nelle aree rurali esiste ancora una sempre crescente disoccupazione femminile.
Esiste ancora Il problema delle bambine che vengono uccise una volta nate o vengono rifiutate, ma le donne cinesi stesse ne stanno diventando consapevoli e si associano, si interessano di problemi sociali, politici e persino ambientali, si dedicano alla ricerca. Definite da Mao “l’altra metà del cielo”, possono e devono fare quello che possono e devono fare gli uomini.
Tali cambiamenti hanno inevitabilmente influenzato i valori socio-culturali, in particolare in seno alla famiglia e nella realtà femminile.
La donna lavora, guadagna, ha anche la possibilità di raggiungere posizioni di prestigio. Non sono rari i casi di donne-manager di successo, e anche in ambito politico, stanno conquistandosi un loro spazio.
La geisha sottomessa e priva di ogni dignità del passato è ora sostituita da una donna nuova, più colta, più informata, attenta a sé* e a ciò che la circonda.
Abbiamo voluto intervistare una professionista trentenne cinese che lavorando in Iveco a Torino e che parla e scrive fluentemente l’italiano. Ho scoperto alla fine, come vedrete, che non si occupa solo di numeri e guarda con occhio critico il mondo che a circonda.
Quando e come sei arrivata a Torino?
Sono venuta a Torino la prima volta nel 2008 dall’università di Nachino dove aveva studiato come ingegnere. Poi sono tornata in Cina per due anni dove ho lavorato, per poi tornare a specializzarmi a Torino con un master in Italia al Politecnico.
Come ti trovi a Torino?
Bene, sono rimasta affascinata dalla neve sui i monti, non l’avevo mai vista prima. A Torino c’è tutto, montagne fiumi, antichità..cinema. E’ una città completa.
Hai visitato altre città in Italia? E in Europa?
Sì, le principali, Milano, Firenze, Venezia, Verona, Sicilia, Puglia. Sono Stata anche in Spagna, Germania, Svizzera e Francia
Ti piacerebbe tornare in Cina?
Me lo chiedono spesso. Sì mi piace stare in Italia ma un giorno chissà magari devo tornare per assistere i miei. Faccio parte della mia generazione e quindi sono figlia unica e non posso disinteressarmi dei miei genitori, in Cina c’è una forte tradizione famigliare. Da un certo punto di vista mi piace stare n Italia anche se non è facile fare amicizia.
Ci sono molte donne ingegnere in Cina?
Certo i ru0li lavorativi sono assolutamente paritari. Ciò che fanno gli uomini lo possono fare anche le donne. Io stessa tornerò con un’esperienza in più nel mio curriculum e ciò vi avvantaggerà nel mondo lavorativo.
Ma in Cina non c’è la ricerca del maschio nella maternità?
In campagna questa tradizione continua, ma non in città.
E dell’Italia cosa non ti piace?
Sono una ragazza timida e per cultura e tradizione non sopporto le persone polemiche che altercano e alzano la voce.
Inoltre non riesco facilmente a fare amicizia in in Italia, perché tutti sono molto diffidenti forse perché sono una straniera.
Faccio meno fatica a fare amicizia con un’americano/a. Soprattutto i giovani sono molto chiusi. Ma forse sono così i torinesi o i settentrionali.
Mi dicono spesso ”ci sentiamo” ma questa parola vuol dire tutto e niente.
E della Cina cosa cambieresti?
La vita in Cina oggi è cambiata, ma con la ricchezza che è venuta con la crescita, è arrivata la superficialità ed effimeratezza.
La tua passione oltre ai numeri (in Iveco si occupa di logistica)?
Suono il Gu Zheng, uno strumento cinese.